Sofferenza psichica e aiuto al suicidio. Alcune riflessioni sul caso Ellen West

The Ellen West case was a famous clinical case addressed in 1921 by Ludwig Binswanger, the founder of Daseinsanalyse (or existential analysis). In the spring of 1921, Ludwig Binswanger discharged the poet Ellen West from his psychiatric sanatorium in Kreuzlingen, although he was aware that she would certainly commit suicide shortly thereafter. In this article, after describing the story, an analysis of the Ellen West case is attempted within the context of the categories currently in force in the Italian legal system, specifically referring to the sentence 242/2019 of the Constitutional Court, which declared the crime of “assisted suicide” partially unconstitutional. The analysis highlights the radical difference between irreversible physical pathologies, which legitimize the use of assisted suicide, and psychiatric pathologies, for which recovery is always possible.

Il caso Ellen West è stato un famoso caso clinico affrontato nel 1921 da Ludwig Binswanger, il fondatore della Daseinsanalyse (o analisi esistenziale). Nella primavera del 1921, infatti, Ludwig Binswanger dimise dal suo sanatorio psichiatrico a Kreuzlingen la poetessa Ellen West, una sua paziente sofferente per una patologia psichiatrica, pur essendo consapevole che la donna, da lì a poco, si sarebbe certamente suicidata. Nell’articolo, dopo aver esposto lo svolgimento dei fatti, si tenta un’analisi del caso Ellen West ricorrendo all’ausilio delle categorie giuridiche attualmente vigenti nell’ordinamento italiano, con particolare riferimento alla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale, che ha dichiarato la parziale incostituzionalità del reato di “aiuto al suicidio”. L’analisi evidenzia la radicale differenza tra patologie fisiche irreversibili, che legittimano il ricorso al suicidio assistito, e patologie psichiatriche, per le quali è sempre possibile una recovery.