Il classico tema antropologico del rapporto fra arte, società e cultura è qui ripreso, guardando agli usi sociali e politici dell'arte contemporanea e più in generale alla rilevanza politica e culturale della dimensione estetica nelle società odierne. Nel momento in cui l'esistenza di uno spazio pubblico condiviso appare sempre più incerta, l'arte - in particolare nelle forme dell'arte pubblica e partecipativa o dell'attivismo artistico - pare svolgere una funzione di supplenza (agendo da camera di compensazione o da prefigurazione di altri mondi possibili) mentre dal canto suo l'agire sociale e politico si appropria dei linguaggi e delle pratiche dell'arte, assumendo pose sempre più estetizzanti. Quel che en esce è un quadro ambiguo in cui il confine fra l'arte e le altre sfere della vita sociale, fra pratiche di resistenza e tecniche di costruzione del consenso, fra disseminazione dell'esperienza estetica e creazione programmata della cultura, appare sempre più mobile e incerto. Un terreno che per essere meglio compreso richiede di essere indagato etnograficamente.
Bargna, L. (2011). Gli usi sociali e politici dell'arte contemporanea fra pratiche di partecipazione e di resistenza. ANTROPOLOGIA, XI(13), 75-106.
Gli usi sociali e politici dell'arte contemporanea fra pratiche di partecipazione e di resistenza
BARGNA, LEOPOLDO IVAN
2011
Abstract
Il classico tema antropologico del rapporto fra arte, società e cultura è qui ripreso, guardando agli usi sociali e politici dell'arte contemporanea e più in generale alla rilevanza politica e culturale della dimensione estetica nelle società odierne. Nel momento in cui l'esistenza di uno spazio pubblico condiviso appare sempre più incerta, l'arte - in particolare nelle forme dell'arte pubblica e partecipativa o dell'attivismo artistico - pare svolgere una funzione di supplenza (agendo da camera di compensazione o da prefigurazione di altri mondi possibili) mentre dal canto suo l'agire sociale e politico si appropria dei linguaggi e delle pratiche dell'arte, assumendo pose sempre più estetizzanti. Quel che en esce è un quadro ambiguo in cui il confine fra l'arte e le altre sfere della vita sociale, fra pratiche di resistenza e tecniche di costruzione del consenso, fra disseminazione dell'esperienza estetica e creazione programmata della cultura, appare sempre più mobile e incerto. Un terreno che per essere meglio compreso richiede di essere indagato etnograficamente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.