Negli ultimi dieci anni il sistema universitario italiano è stato attraversato da radicali riforme (DDMM 509/99, 270/04 e 240/10). La prima di queste ha determinato, in linea con l’accordo della Sorbona (1998), il passaggio da una formazione universitaria fondata sul ciclo unico (laurea) a una stratificazione dei livelli di formazione (laurea triennale e laurea specialistica/magistrale). In questo contributo si intende dar conto di un complesso programma di ricerca sulla carriera universitaria degli immatricolati a tutti i corsi di laurea della Sapienza, finanziata per più anni dal più grande ateneo romano (cfr. Decataldo, 2010; Decataldo e Fasanella, 2011; Fasanella, Benvenuto e Salerni, 2010): 1) in dieci momenti pre-riforma 509/99 (aa.aa. 1991/92-2000/01); 2) in sei momenti post-riforma 509/99 (aa.aa. 2001/02-2006/07). Ciascuna di queste coorti è stata monitorata fino al momento di chiusura dell’a.a. 2007/08 (la prima coorte è stata, pertanto, seguita per un periodo di sedici anni, la seconda per uno di quindici, ecc.). Le informazioni contenute negli archivi universitari sono raccolte con finalità amministrative e richiedono una ridefinizione prima di essere utilizzate per fini conoscitivi. La strategia più adeguata per l’analisi del cambiamento è rappresentata dagli studi longitudinali di panel, che seguono gli stessi soggetti nel tempo e sottendono una logica di indagine di tipo quasi-sperimentale. Si intende qui proporre un modello, che verrà definito longitudinale multidimensionale basato su dati individuali. L’idea alla base di questo contributo è che, tramite l’adozione di un disegno di ricerca di tipo quasi-sperimentale, si possa avere la possibilità di imputare all’introduzione della riforma degli ordinamenti universitari eventuali differenze relative all’esito delle carriere universitarie degli studenti di Vecchio ordinamento (considerata come popolazione di pretest) e di quelli di Nuovo ordinamento (popolazione di posttest). Il che vuol dire essere in grado di fornire una valutazione della riforma stessa in merito al suo obiettivo principale di esercitare un maggiore controllo sui fenomeni dell’abbandono, del fuoricorsismo e del basso numero di laureati. Il disegno di indagine qui impiegato, seguendo Campbell e Stanley (1966; tr. it. 2004) e Campbell e Cook (1979), può essere rappresentato graficamente come segue: O (X) ------------- X O In questo diagramma le righe rappresentano le due popolazioni, che si suppone siano equivalenti in base alle caratteristiche all’ingresso nel sistema universitario. Sulla prima riga O (l’osservazione delle carriere delle coorti di Vecchio ordinamento) precede X – infatti, X fra parentesi indica una presentazione della variabile sperimentale (l’introduzione della riforma universitaria) irrilevante ai fini del disegno di ricerca –, mentre sulla popolazione rappresentata sulla seconda riga, O (l’osservazione delle carriere delle coorti di Nuovo ordinamento) succede a X (l’introduzione della riforma universitaria). La linea tratteggiata posta fra le due righe rappresenta invece la naturalità dei gruppi (popolazioni) stessi, ossia il fatto che essi non derivano da procedure di composizione tramite randomizzazione. Inoltre, il diagramma sopra riportato rappresenta una semplificazione poiché le informazioni relative alle due popolazioni non sono state raccolte puntualmente prima e dopo l’introduzione della riforma universitaria. Esse sono state rilevate in più momenti dando conto della carriera universitaria degli immatricolati in diversi anni accademici in regime di Vecchio ordinamento (pretest) e della carriere universitaria degli immatricolati in diversi anni accademici in regime di Nuovo ordinamento (posttest). Infatti, la base relativa a entrambe le popolazioni è costruita secondo una logica di panel e prevede, prima, una stratificazione in coorti delle due popolazioni basata sull’anno accademico di immatricolazione degli studenti (le O del diagramma rappresentano, pertanto, una stratificazione delle osservazioni), e poi la rilevazione di informazioni su ogni singolo studente di ogni coorte di ognuna delle due popolazioni, relativamente a n momenti diversi (dove n corrisponde al numero di semestri intercorsi tra il momento dell’immatricolazione e il momento in cui i dati sono estratti dall’archivio – ossia aprile 2008). Le informazioni disponibili sono le stesse per entrambe le popolazioni e si assume che proprio il Nuovo ordinamento didattico introdotto con il DM 509/99 possa costituire la variabile sperimentale, gli “effetti” della quale sulla dimensione della produttività/dispersione sono rilevati nella fase di posttest. Tali effetti sono valutati analizzando gli scostamenti tra i risultati del pretest (relativi alla prima popolazione) e quelli del posttest (che si riferiscono invece alla seconda popolazione). L’assunto alla base di questo disegno della ricerca è che la prospettiva longitudinale sia in grado di fornire un quadro fedele dei percorsi di studio (monitorati a intervalli di tempo ravvicinati, cioè ogni semestre) e di ricostruire gli eventi potenzialmente rilevanti rispetto all’esito finale della carriera universitaria. Il database è una matrice casi per variabili, in cui in riga si riportano i casi rappresentati dagli studenti, mentre in colonna si indicano le variabili relative alle informazioni riguardanti gli stessi individui. Tutte le coorti sono rappresentate da immatricolati puri alla Sapienza: le informazioni sono state depurate da tutti i casi di studenti che iniziano una carriera con un riconoscimento di crediti dovuto a un precedente percorso universitario oppure al conseguimento di un altro titolo. La matrice definitiva dei dati utilizzati per l’analisi è costituita da 409.914 studenti: 261.543 immatricolati di Vecchio ordinamento e 148.371 di Nuovo ordinamento. Le informazioni (anagrafiche, relative a carriera scolastica precedente, carriera universitaria complessiva alla Sapienza , produttività) hanno subito molteplici ricodifiche per renderle adatte a un’analisi longitudinale che tenesse conto, in ogni momento storico, della carriera precedente dello studente. In questo modo si è potuto ottenere una matrice di dati a struttura diacronica. Le operazioni di ricodifica delle informazioni in matrice e di costruzione di nuove variabili sono state necessarie per giungere a un prodotto finale, consistente appunto in quattro rappresentazioni multidimensionali dei percorsi di studio di ogni singola coorte. A differenza dei modelli longitudinali correnti (che fanno una semplice comparazione tra la situazione al tempo t0 – ad esempio al momento dell’immatricolazione – e quella al tempo t1 – ad esempio al termine della durata legale del corso), il modello seguito punta alla ricostruzione del percorso, ossia degli stati successivi intermedi tra due momenti. Le rappresentazioni multidimensionali costruite restituiscono la posizione amministrativa di ogni singolo studente osservabile: a) nel passaggio tra il primo ed il secondo anno accademico (T1); b) alla durata legale del corso di laurea (T2); c) al primo anno fuori corso (T3); d) al doppio della durata legale (T4). Lo studio realizzato permette di analizzare accuratamente il cambiamento in una doppia direzione: 1) il confronto tra le quattro rappresentazioni predisposte per ogni coorte permette di studiare il cambiamento intra-coorte; 2) il confronto tra le quattro rappresentazioni multidimensionali fatte per ognuna delle sedici coorti osservate permette di studiare il cambiamento inter-coorte. Complessivamente i risultati mostrano che la riforma universitaria è stata in grado di arginare solo parzialmente il fenomeno degli abbandoni. Con riferimento al ritardo negli studi, dai dati disponibili si può notare che la quota di studenti in ritardo rispetto alla durata legale del corso di laurea è rimasta sostanzialmente inalterata nel passaggio da un ordinamento all’altro. La riforma universitaria non è stata, quindi, in grado di produrre un avvicinamento fra la durata legale dei corsi di laurea e i reali tempi di conseguimento del titolo da parte degli studenti. Rispetto al numero di laureati, si può notare che la riforma sia stata in grado di alimentare la produttività delle istituzioni universitarie solo in una fase iniziale; sembrerebbe, però, che, dopo una positiva spinta iniziale, il sistema di Nuovo ordinamento stia gradualmente ritornando ai livelli di produttività pre-riforma (allungamento dei tempi di conseguimento del titolo). Il quadro emerso, seppur parziale, fa intravedere come il cambiamento introdotto dal DM 509/99 e dalle sue successive modifiche non abbia un carattere di radicalità. Riferimenti bibliografici D.T. Campbell, J.C. Stanley, 1966, Experimental and Quasi-Experimental Designs for Research, Boston, Houghton Mifflin Company; tr. it., A. Fasanella, a c. di, Disegni sperimentali e quasi-sperimentali per la ricerca, Roma, Eucos, 2004. D.T. Campbell, T.D. Cook, 1979, Quasi-experimentation. Design & analysis issues for field settings, Boston, Houghton Mifflin Company. A. Decataldo, 2010, «L’esito delle carriere degli studenti nell’università riformata: il caso Sapienza», in Sociologia e ricerca sociale, n. 91/2010, Milano, Angeli, p. 84-110. A. Decataldo, A. Fasanella, 2011, «Evaluation of the Italian University reform policies. A case study», in Almalaurea Working Papers, n. 40, www.almalaurea.it/universita/pubblicazioni/wp, pp. 1-20. A. Fasanella, G. Benvenuto, A. Salerni, 2010, «Un modello longitudinale per l’analisi della dispersione degli studi nell’Ateneo Sapienza di Roma», in Journal of Educational, Cultural and Psychological Studies, 1, http://www.ledonline.it/ECPS-Journal/, pp. 143-60.

Decataldo, A., Fasanella, A. (2012). L'analisi longitudinale delle carriere universitarie per valutare la riforma del "3+2". Intervento presentato a: La valutazione delle politiche scolastiche e universitarie: sociologi ed economisti a confronto, Trento.

L'analisi longitudinale delle carriere universitarie per valutare la riforma del "3+2"

DECATALDO, ALESSANDRA;
2012

Abstract

Negli ultimi dieci anni il sistema universitario italiano è stato attraversato da radicali riforme (DDMM 509/99, 270/04 e 240/10). La prima di queste ha determinato, in linea con l’accordo della Sorbona (1998), il passaggio da una formazione universitaria fondata sul ciclo unico (laurea) a una stratificazione dei livelli di formazione (laurea triennale e laurea specialistica/magistrale). In questo contributo si intende dar conto di un complesso programma di ricerca sulla carriera universitaria degli immatricolati a tutti i corsi di laurea della Sapienza, finanziata per più anni dal più grande ateneo romano (cfr. Decataldo, 2010; Decataldo e Fasanella, 2011; Fasanella, Benvenuto e Salerni, 2010): 1) in dieci momenti pre-riforma 509/99 (aa.aa. 1991/92-2000/01); 2) in sei momenti post-riforma 509/99 (aa.aa. 2001/02-2006/07). Ciascuna di queste coorti è stata monitorata fino al momento di chiusura dell’a.a. 2007/08 (la prima coorte è stata, pertanto, seguita per un periodo di sedici anni, la seconda per uno di quindici, ecc.). Le informazioni contenute negli archivi universitari sono raccolte con finalità amministrative e richiedono una ridefinizione prima di essere utilizzate per fini conoscitivi. La strategia più adeguata per l’analisi del cambiamento è rappresentata dagli studi longitudinali di panel, che seguono gli stessi soggetti nel tempo e sottendono una logica di indagine di tipo quasi-sperimentale. Si intende qui proporre un modello, che verrà definito longitudinale multidimensionale basato su dati individuali. L’idea alla base di questo contributo è che, tramite l’adozione di un disegno di ricerca di tipo quasi-sperimentale, si possa avere la possibilità di imputare all’introduzione della riforma degli ordinamenti universitari eventuali differenze relative all’esito delle carriere universitarie degli studenti di Vecchio ordinamento (considerata come popolazione di pretest) e di quelli di Nuovo ordinamento (popolazione di posttest). Il che vuol dire essere in grado di fornire una valutazione della riforma stessa in merito al suo obiettivo principale di esercitare un maggiore controllo sui fenomeni dell’abbandono, del fuoricorsismo e del basso numero di laureati. Il disegno di indagine qui impiegato, seguendo Campbell e Stanley (1966; tr. it. 2004) e Campbell e Cook (1979), può essere rappresentato graficamente come segue: O (X) ------------- X O In questo diagramma le righe rappresentano le due popolazioni, che si suppone siano equivalenti in base alle caratteristiche all’ingresso nel sistema universitario. Sulla prima riga O (l’osservazione delle carriere delle coorti di Vecchio ordinamento) precede X – infatti, X fra parentesi indica una presentazione della variabile sperimentale (l’introduzione della riforma universitaria) irrilevante ai fini del disegno di ricerca –, mentre sulla popolazione rappresentata sulla seconda riga, O (l’osservazione delle carriere delle coorti di Nuovo ordinamento) succede a X (l’introduzione della riforma universitaria). La linea tratteggiata posta fra le due righe rappresenta invece la naturalità dei gruppi (popolazioni) stessi, ossia il fatto che essi non derivano da procedure di composizione tramite randomizzazione. Inoltre, il diagramma sopra riportato rappresenta una semplificazione poiché le informazioni relative alle due popolazioni non sono state raccolte puntualmente prima e dopo l’introduzione della riforma universitaria. Esse sono state rilevate in più momenti dando conto della carriera universitaria degli immatricolati in diversi anni accademici in regime di Vecchio ordinamento (pretest) e della carriere universitaria degli immatricolati in diversi anni accademici in regime di Nuovo ordinamento (posttest). Infatti, la base relativa a entrambe le popolazioni è costruita secondo una logica di panel e prevede, prima, una stratificazione in coorti delle due popolazioni basata sull’anno accademico di immatricolazione degli studenti (le O del diagramma rappresentano, pertanto, una stratificazione delle osservazioni), e poi la rilevazione di informazioni su ogni singolo studente di ogni coorte di ognuna delle due popolazioni, relativamente a n momenti diversi (dove n corrisponde al numero di semestri intercorsi tra il momento dell’immatricolazione e il momento in cui i dati sono estratti dall’archivio – ossia aprile 2008). Le informazioni disponibili sono le stesse per entrambe le popolazioni e si assume che proprio il Nuovo ordinamento didattico introdotto con il DM 509/99 possa costituire la variabile sperimentale, gli “effetti” della quale sulla dimensione della produttività/dispersione sono rilevati nella fase di posttest. Tali effetti sono valutati analizzando gli scostamenti tra i risultati del pretest (relativi alla prima popolazione) e quelli del posttest (che si riferiscono invece alla seconda popolazione). L’assunto alla base di questo disegno della ricerca è che la prospettiva longitudinale sia in grado di fornire un quadro fedele dei percorsi di studio (monitorati a intervalli di tempo ravvicinati, cioè ogni semestre) e di ricostruire gli eventi potenzialmente rilevanti rispetto all’esito finale della carriera universitaria. Il database è una matrice casi per variabili, in cui in riga si riportano i casi rappresentati dagli studenti, mentre in colonna si indicano le variabili relative alle informazioni riguardanti gli stessi individui. Tutte le coorti sono rappresentate da immatricolati puri alla Sapienza: le informazioni sono state depurate da tutti i casi di studenti che iniziano una carriera con un riconoscimento di crediti dovuto a un precedente percorso universitario oppure al conseguimento di un altro titolo. La matrice definitiva dei dati utilizzati per l’analisi è costituita da 409.914 studenti: 261.543 immatricolati di Vecchio ordinamento e 148.371 di Nuovo ordinamento. Le informazioni (anagrafiche, relative a carriera scolastica precedente, carriera universitaria complessiva alla Sapienza , produttività) hanno subito molteplici ricodifiche per renderle adatte a un’analisi longitudinale che tenesse conto, in ogni momento storico, della carriera precedente dello studente. In questo modo si è potuto ottenere una matrice di dati a struttura diacronica. Le operazioni di ricodifica delle informazioni in matrice e di costruzione di nuove variabili sono state necessarie per giungere a un prodotto finale, consistente appunto in quattro rappresentazioni multidimensionali dei percorsi di studio di ogni singola coorte. A differenza dei modelli longitudinali correnti (che fanno una semplice comparazione tra la situazione al tempo t0 – ad esempio al momento dell’immatricolazione – e quella al tempo t1 – ad esempio al termine della durata legale del corso), il modello seguito punta alla ricostruzione del percorso, ossia degli stati successivi intermedi tra due momenti. Le rappresentazioni multidimensionali costruite restituiscono la posizione amministrativa di ogni singolo studente osservabile: a) nel passaggio tra il primo ed il secondo anno accademico (T1); b) alla durata legale del corso di laurea (T2); c) al primo anno fuori corso (T3); d) al doppio della durata legale (T4). Lo studio realizzato permette di analizzare accuratamente il cambiamento in una doppia direzione: 1) il confronto tra le quattro rappresentazioni predisposte per ogni coorte permette di studiare il cambiamento intra-coorte; 2) il confronto tra le quattro rappresentazioni multidimensionali fatte per ognuna delle sedici coorti osservate permette di studiare il cambiamento inter-coorte. Complessivamente i risultati mostrano che la riforma universitaria è stata in grado di arginare solo parzialmente il fenomeno degli abbandoni. Con riferimento al ritardo negli studi, dai dati disponibili si può notare che la quota di studenti in ritardo rispetto alla durata legale del corso di laurea è rimasta sostanzialmente inalterata nel passaggio da un ordinamento all’altro. La riforma universitaria non è stata, quindi, in grado di produrre un avvicinamento fra la durata legale dei corsi di laurea e i reali tempi di conseguimento del titolo da parte degli studenti. Rispetto al numero di laureati, si può notare che la riforma sia stata in grado di alimentare la produttività delle istituzioni universitarie solo in una fase iniziale; sembrerebbe, però, che, dopo una positiva spinta iniziale, il sistema di Nuovo ordinamento stia gradualmente ritornando ai livelli di produttività pre-riforma (allungamento dei tempi di conseguimento del titolo). Il quadro emerso, seppur parziale, fa intravedere come il cambiamento introdotto dal DM 509/99 e dalle sue successive modifiche non abbia un carattere di radicalità. Riferimenti bibliografici D.T. Campbell, J.C. Stanley, 1966, Experimental and Quasi-Experimental Designs for Research, Boston, Houghton Mifflin Company; tr. it., A. Fasanella, a c. di, Disegni sperimentali e quasi-sperimentali per la ricerca, Roma, Eucos, 2004. D.T. Campbell, T.D. Cook, 1979, Quasi-experimentation. Design & analysis issues for field settings, Boston, Houghton Mifflin Company. A. Decataldo, 2010, «L’esito delle carriere degli studenti nell’università riformata: il caso Sapienza», in Sociologia e ricerca sociale, n. 91/2010, Milano, Angeli, p. 84-110. A. Decataldo, A. Fasanella, 2011, «Evaluation of the Italian University reform policies. A case study», in Almalaurea Working Papers, n. 40, www.almalaurea.it/universita/pubblicazioni/wp, pp. 1-20. A. Fasanella, G. Benvenuto, A. Salerni, 2010, «Un modello longitudinale per l’analisi della dispersione degli studi nell’Ateneo Sapienza di Roma», in Journal of Educational, Cultural and Psychological Studies, 1, http://www.ledonline.it/ECPS-Journal/, pp. 143-60.
slide + paper
Analisi longitudianle, disegno quasi-sperimentale, valutazione, riforma universitaria
Italian
La valutazione delle politiche scolastiche e universitarie: sociologi ed economisti a confronto
2012
17-mar-2012
none
Decataldo, A., Fasanella, A. (2012). L'analisi longitudinale delle carriere universitarie per valutare la riforma del "3+2". Intervento presentato a: La valutazione delle politiche scolastiche e universitarie: sociologi ed economisti a confronto, Trento.
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