Le conseguenze psico-emotive e psicoaffettive di politiche essenzialiste e sacrificali che hanno caratterizzato il periodo di lockdown e quelli seguenti non sono ancora pienamente visibili e rischiano di risolversi in un diffuso senso di insicurezza e malessere di natura individuale e collettivo. La logica dell’essenzialità (restare in casa, isolarsi socialmente ma anche garantire bisogni irrinunciabili durante tutta la durata della fase acuta) ha creato evidenti fratture micro e macro- sociali, costringendo corpi alienati tra mura spesso più insicure e pericolose che rassicuranti e protettive. Da una parte, il confinamento a 5 stelle di chi può permettersi formati di lavoro ‘smart’ ben remunerati ha, nondimeno, messo in evidenza dinamiche vittima-carnefice in nuce nella nostra organizzazione sociale patriarcale e capitalista, che tracciano profondi e forse insanabili solchi nelle differenze e iniquità di genere (organizzazione del binomio lavoro/casa, esacerbarsi di fenomeni quali violenza di genere e domestica). Dall’altra parte, la logica essenzialista ha accentuato le differenze sociali (cassaintegrazione e licenziamento vs necessità di esporsi al virus quando la propria posizione è ‘essenziale’ in loco anche durante la fase acuta del virus). Alla logica essenzialista si abbina quella sacrificale che prevede un necessario ridimensionamento delle libertà individuali, collettive e sociali (‘stay at home policy’ vs necessità di sacrificare operai, rider e addetti alla logistica all’esposizione al virus e al contagio). Il risultato è una serie di cosiddette politiche del covid che sembrano affiancare l’agenda essenzialista/sacrificale capitalista in termini di limitazione delle libertà, aumento della sorveglianza e tagli del welfare sociale. Le conseguenze percepite ancora non al loro acme sono un’incrinatura della coesione e del patto sociale, maggior senso di insicurezza e sofferenza collettiva. Discuteremo delle ripercussioni in termini di violenza interna, instabilità comunitaria e diffusa sofferenza traumatica che costituiscono la cosiddetta ‘zona grigia della pandemia’ dove responsabilità individuali e collettive, relazioni oppressore/oppresso, vittima/carnefice, si confondono causando patologie individuali e comunitarie.

Veronese, G. (2020). “La zona grigia: sofferenza sociale e politiche della cura a Milano durante la crisi Covid 19”. Intervento presentato a: Dei corpi perduti e dei corpi ritrovati. L’enigma del valore, Milano.

“La zona grigia: sofferenza sociale e politiche della cura a Milano durante la crisi Covid 19”

Veronese, G
2020

Abstract

Le conseguenze psico-emotive e psicoaffettive di politiche essenzialiste e sacrificali che hanno caratterizzato il periodo di lockdown e quelli seguenti non sono ancora pienamente visibili e rischiano di risolversi in un diffuso senso di insicurezza e malessere di natura individuale e collettivo. La logica dell’essenzialità (restare in casa, isolarsi socialmente ma anche garantire bisogni irrinunciabili durante tutta la durata della fase acuta) ha creato evidenti fratture micro e macro- sociali, costringendo corpi alienati tra mura spesso più insicure e pericolose che rassicuranti e protettive. Da una parte, il confinamento a 5 stelle di chi può permettersi formati di lavoro ‘smart’ ben remunerati ha, nondimeno, messo in evidenza dinamiche vittima-carnefice in nuce nella nostra organizzazione sociale patriarcale e capitalista, che tracciano profondi e forse insanabili solchi nelle differenze e iniquità di genere (organizzazione del binomio lavoro/casa, esacerbarsi di fenomeni quali violenza di genere e domestica). Dall’altra parte, la logica essenzialista ha accentuato le differenze sociali (cassaintegrazione e licenziamento vs necessità di esporsi al virus quando la propria posizione è ‘essenziale’ in loco anche durante la fase acuta del virus). Alla logica essenzialista si abbina quella sacrificale che prevede un necessario ridimensionamento delle libertà individuali, collettive e sociali (‘stay at home policy’ vs necessità di sacrificare operai, rider e addetti alla logistica all’esposizione al virus e al contagio). Il risultato è una serie di cosiddette politiche del covid che sembrano affiancare l’agenda essenzialista/sacrificale capitalista in termini di limitazione delle libertà, aumento della sorveglianza e tagli del welfare sociale. Le conseguenze percepite ancora non al loro acme sono un’incrinatura della coesione e del patto sociale, maggior senso di insicurezza e sofferenza collettiva. Discuteremo delle ripercussioni in termini di violenza interna, instabilità comunitaria e diffusa sofferenza traumatica che costituiscono la cosiddetta ‘zona grigia della pandemia’ dove responsabilità individuali e collettive, relazioni oppressore/oppresso, vittima/carnefice, si confondono causando patologie individuali e comunitarie.
relazione (orale)
pandemia, capitalismo, trauma, mutualismo
Italian
Dei corpi perduti e dei corpi ritrovati. L’enigma del valore
2020
2020
none
Veronese, G. (2020). “La zona grigia: sofferenza sociale e politiche della cura a Milano durante la crisi Covid 19”. Intervento presentato a: Dei corpi perduti e dei corpi ritrovati. L’enigma del valore, Milano.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/287650
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