Chi è l’adolescente del nuovo millennio? Rispondere a questo interrogativo, significa provare a dare un volto all’adolescente contemporaneo: di questo si cercherà di render conto in questa sede. E tuttavia nell’articolare i discorsi e le possibili risposte a questa domanda si rende necessario compiere una preliminare problematizzazione sulla legittimità concettuale nell’uso della definizione: adolescenti del nuovo millennio. Quale rappresentazione, che tipo di immaginario viene evocato nel momento in cui si sceglie di caratterizzare i ragazzi e le ragazze che vivono la loro adolescenza in questi anni, con una categoria “epocale”? Ci sono effettivi e significativi elementi di distinzione rispetto a coloro i quali sono stati adolescenti, ad esempio, nel corso degli anni settanta-ottanta-novanta del millenovecento? Elementi tali da prospettare un passaggio, per l’appunto, epocale? La questione non è irrilevante. Tanto gli studi che le ricerche più recenti nel campo della psicologia e della sociologia richiamano l’attenzione su alcuni importanti mutamenti che caratterizzano le attitudini, gli stili di vita, i comportamenti, le relazioni, degli adolescenti e dei giovani contemporanei ; mutamenti così profondi e complessi da non poter essere disgiunti dai fenomeni di rapida e continua ridefinizione sociale, culturale, economica, tecnologica, storica, che caratterizza la nostra epoca. Dunque è in questo senso che si può avvertire l’utilità di una definizione che nel suo ricalcare un uso persino fastidioso del termine “epocale” nei più disparati campi della comunicazione (e in particolare in quello commerciale), coglie una tendenza specifica del presente adolescenziale. Parlare di adolescenti del nuovo millennio sembra allora legittimo a partire dal riconoscimento di una competenza del tutto peculiare dei ragazzi e delle ragazze del XXI secolo: la capacità, cioè, di abitare l’incertezza, la liminarità, la complessità. Abbiamo detto competenza, attribuendo valore ad una condizione che pur non essendo nuova per l’adolescente sul piano esistenziale (laddove etimologicamente adolescere implica una dimensione di precarietà e di passaggio, dunque di incertezza e liminarità), lo è certamente sul piano sociale e culturale, a partire dalla difficile configurazione di ruoli adulti che sulla base dell’attuale organizzazione socio-economica possano offrirsi come modelli concreti e stabili nel tempo. Una competenza che, nel medesimo tempo e sul piano dell’immaginario adulto, può invece facilmente rivolgersi in accusa contro quello stesso mondo adolescenziale che ora, semmai, appare “indifferente”, “insensibile” o “incapace di scegliere” di fronte alla problematicità della realtà contemporanea. Ma proprio questo immaginario adultistico, e le rappresentazioni che attraverso esso inevitabilmente si producono, sembra essere l’esito di una discorsività che parla il mondo giovanile, cioè lo definisce, lo marca, lo categorizza, sussumendone la realtà, dichiarandone la minorità. E’ questo specifico immaginario che occorre decostruire attorno alla definizione di adolescenti del nuovo millennio, per poterne liberare il significato potenziale, facendone esplodere i possibili contenuti di effettiva novità, evitando gli effetti mortiferi di una ulteriore generalizzazione dentro la quale rinchiudere quello che non si riesce a comprendere e a dominare dal punto di vista discorsivo e concettuale.

Barone, P. (2003). Adolescenti del nuovo millennio. In Quali adolescenti? L'agire professionale tra crisi e crescita consapevole (pp.10-18). Iglesias : Servizio per le tossicodipendenze ASL 7 di Carbonia.

Adolescenti del nuovo millennio

BARONE, PIERANGELO
2003

Abstract

Chi è l’adolescente del nuovo millennio? Rispondere a questo interrogativo, significa provare a dare un volto all’adolescente contemporaneo: di questo si cercherà di render conto in questa sede. E tuttavia nell’articolare i discorsi e le possibili risposte a questa domanda si rende necessario compiere una preliminare problematizzazione sulla legittimità concettuale nell’uso della definizione: adolescenti del nuovo millennio. Quale rappresentazione, che tipo di immaginario viene evocato nel momento in cui si sceglie di caratterizzare i ragazzi e le ragazze che vivono la loro adolescenza in questi anni, con una categoria “epocale”? Ci sono effettivi e significativi elementi di distinzione rispetto a coloro i quali sono stati adolescenti, ad esempio, nel corso degli anni settanta-ottanta-novanta del millenovecento? Elementi tali da prospettare un passaggio, per l’appunto, epocale? La questione non è irrilevante. Tanto gli studi che le ricerche più recenti nel campo della psicologia e della sociologia richiamano l’attenzione su alcuni importanti mutamenti che caratterizzano le attitudini, gli stili di vita, i comportamenti, le relazioni, degli adolescenti e dei giovani contemporanei ; mutamenti così profondi e complessi da non poter essere disgiunti dai fenomeni di rapida e continua ridefinizione sociale, culturale, economica, tecnologica, storica, che caratterizza la nostra epoca. Dunque è in questo senso che si può avvertire l’utilità di una definizione che nel suo ricalcare un uso persino fastidioso del termine “epocale” nei più disparati campi della comunicazione (e in particolare in quello commerciale), coglie una tendenza specifica del presente adolescenziale. Parlare di adolescenti del nuovo millennio sembra allora legittimo a partire dal riconoscimento di una competenza del tutto peculiare dei ragazzi e delle ragazze del XXI secolo: la capacità, cioè, di abitare l’incertezza, la liminarità, la complessità. Abbiamo detto competenza, attribuendo valore ad una condizione che pur non essendo nuova per l’adolescente sul piano esistenziale (laddove etimologicamente adolescere implica una dimensione di precarietà e di passaggio, dunque di incertezza e liminarità), lo è certamente sul piano sociale e culturale, a partire dalla difficile configurazione di ruoli adulti che sulla base dell’attuale organizzazione socio-economica possano offrirsi come modelli concreti e stabili nel tempo. Una competenza che, nel medesimo tempo e sul piano dell’immaginario adulto, può invece facilmente rivolgersi in accusa contro quello stesso mondo adolescenziale che ora, semmai, appare “indifferente”, “insensibile” o “incapace di scegliere” di fronte alla problematicità della realtà contemporanea. Ma proprio questo immaginario adultistico, e le rappresentazioni che attraverso esso inevitabilmente si producono, sembra essere l’esito di una discorsività che parla il mondo giovanile, cioè lo definisce, lo marca, lo categorizza, sussumendone la realtà, dichiarandone la minorità. E’ questo specifico immaginario che occorre decostruire attorno alla definizione di adolescenti del nuovo millennio, per poterne liberare il significato potenziale, facendone esplodere i possibili contenuti di effettiva novità, evitando gli effetti mortiferi di una ulteriore generalizzazione dentro la quale rinchiudere quello che non si riesce a comprendere e a dominare dal punto di vista discorsivo e concettuale.
paper
Adolescenza e crisi; prevenzione delle dipendenze
Italian
Quali adolescenti? L'agire professionale tra crisi e crescita consapevole
2003
Quali adolescenti? L'agire professionale tra crisi e crescita consapevole
2003
10
18
none
Barone, P. (2003). Adolescenti del nuovo millennio. In Quali adolescenti? L'agire professionale tra crisi e crescita consapevole (pp.10-18). Iglesias : Servizio per le tossicodipendenze ASL 7 di Carbonia.
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