Questa ricerca ha come oggetto tempi e ritmi di lavoro nel settore della vendita al cliente. Scopo della ricerca è indagare come tempi flessibili destrutturati e ritmi veloci di lavoro possano condizionare vita quotidiana e progettualità del futuro di lavoratori e lavoratrici su turni. Sono state analizzate le percezioni e rappresentazioni di addetti e addette alla vendita in due contesti urbani specifici: Oxford Street a Londra (1) e Corso Buenos Aires a Milano (2). Si tratta di due “città globali” ad economia fortemente terziarizzata, e nello specifico di due vie commerciali caratterizzate da aperture domenicali e festive dei negozi, da un'alta densità di punti vendita di brand multinazionali e da una grande affluenza di potenziali clienti, autoctoni e turisti. I metodi utilizzati sono qualitativi ed etnografici, il lavoro di campo è stato suddiviso in due fasi: osservazione partecipante per 3 anni nella città di Milano (da luglio 2011 a novembre 2014) grazie alla quale è stato definito il caso italiano, e successiva osservazione nei due casi scelti, per diverse ore al giorno e in giorni feriali e festivi, nell’arco di 6 mesi di permanenza in ciascun contesto (aprile-settembre 2016 a Londra e ottobre-marzo 2017 a Milano). Sono state raccolte 50 interviste e condotti 2 focus group, con lavoratori e lavoratrici, delegati e funzionari sindacali. Il caso italiano è paradigmatico del processo di liberalizzazione europeo: in Italia infatti, grazie al “Decreto Salva-Italia” (D.L. 201/2011 conv. in L. 214/2011) attuato nel febbraio 2012, le aperture degli esercizi commerciali sono completamente deregolamentate. Una politica di liberalizzazione degli orari di apertura che condiziona specifiche aree, ma determina anche i ritmi urbani, soprattutto in città caratterizzate dalla presenza di importanti distretti commerciali. Tali scelte politiche atte a favorire i consumi hanno conseguenze sui tempi di lavoro in diversi settori. Questo studio è focalizzato sulla flessibilità dei tempi nei negozi di abbigliamento e telefonia (aperti 7 giorni su 7) ma vediamo oggi come questa deregolamentazione determini notevoli trasformazioni anche nei supermercati della grande distribuzione organizzata (aperti persino 24 ore su 24). L’analisi proposta permette di cogliere le modificazioni nel lavoro e i costi conseguenti alla deregolamentazione degli orari di apertura delle attività commerciali, e mostra quanto, soprattutto nel caso italiano, tali costi ricadano (ancora una volta) sulle donne e sui giovani. Con la terziarizzazione del mercato del lavoro sono aumentati i cosiddetti operai dei servizi (Reyneri 2005, Reyneri, Barbieri e Fullin 2005): lavoratori non specializzati, intercambiabili, sostituibili, impiegati nelle grandi catene multinazionali. Paragonabili all'operaio non specializzato di inizio secolo scorso, si in Italia che nel Regno Unito sono assunti con contratti brevi o temporary, oppure sono comunque precari e ricattabili con contratti a tutele crescenti o permanent (con i quali possono essere licenziati per “motivi oggettivi”). Sono per lo più giovani e molto spesso donne. Spesso la flessibilità contrattuale si traduce in vulnerabilità sociale (Fullin 2002, 2004) e le risorse umane vengono utilizzate come fossero macchine senza considerazione per il costo umano della flessibilità (Nicoli 2015; Gallino 2001, 2007, 2014). Tutto ciò in un contesto in cui, come molti studiosi hanno sottolineato, rileviamo l'assenza politica di una forza realmente laburista che possa rappresentare lavoratori e lavoratrici nel dibattito pubblico (Bauman 1999, Gallino 2012). Il lavoro flessibile è un argomento centrale nel dibattito scientifico e pubblico (Accornero 2005). Le relazioni nella società dei consumi e della gratificazione immediata sono già state ampiamente analizzate da un punto di vista sociale, economico, delle geografie urbane: tempi e luoghi di consumo sono temi di grande interesse nel dibattito accademico sociologico e non solo, da molto tempo (Horkheimer e Adorno 1947; Marcuse 1964; Fromm 1976; Piccoli 1996; Ritzer 2005 e 2010; Guéguen 2004 e 2006; Codeluppi 2010, 2014; Grossi e Tosi 2013; Harvey 2012). Tali temi raramente sono stati osservati dal punto di vista di tempi e ritmi di lavoro nei luoghi di consumo. In Italia non vi sono molte ricerche sul tema di tempi e ritmi del lavoro su turni, festivo e domenicale, ora persino notturno in alcuni supermercati, a parte poche eccezioni (sul lavoro Codeluppi 2010, 2014; Cerruti 2010; come esperienza di consumo Di Nallo e Fabris 2004). All'estero il lavoro di vendita come lavoro emozionale è stato studiato in pochi contesti, fast food e hotel, e pochissime sono le ricerche sulla dimensione del tempo rispetto a questo tipo di attività. In Italia vi è una letteratura molto ridotta in generale sul settore della vendita diretta (retail work).

Dordoni, A. (2017). Tempi e ritmi di lavoro nella vendita al cliente e deregolamentazione delle aperture delle attività commerciali in due città metropolitane europee: i casi di Oxford Street a Londra e Corso Buenos Aires a Milano. Intervento presentato a: ESPANet Italia. Il Welfare e i perdenti della globalizzazione: le politiche sociali di fronte a nuove e vecchie disuguaglianze, Forlì.

Tempi e ritmi di lavoro nella vendita al cliente e deregolamentazione delle aperture delle attività commerciali in due città metropolitane europee: i casi di Oxford Street a Londra e Corso Buenos Aires a Milano

Dordoni
2017

Abstract

Questa ricerca ha come oggetto tempi e ritmi di lavoro nel settore della vendita al cliente. Scopo della ricerca è indagare come tempi flessibili destrutturati e ritmi veloci di lavoro possano condizionare vita quotidiana e progettualità del futuro di lavoratori e lavoratrici su turni. Sono state analizzate le percezioni e rappresentazioni di addetti e addette alla vendita in due contesti urbani specifici: Oxford Street a Londra (1) e Corso Buenos Aires a Milano (2). Si tratta di due “città globali” ad economia fortemente terziarizzata, e nello specifico di due vie commerciali caratterizzate da aperture domenicali e festive dei negozi, da un'alta densità di punti vendita di brand multinazionali e da una grande affluenza di potenziali clienti, autoctoni e turisti. I metodi utilizzati sono qualitativi ed etnografici, il lavoro di campo è stato suddiviso in due fasi: osservazione partecipante per 3 anni nella città di Milano (da luglio 2011 a novembre 2014) grazie alla quale è stato definito il caso italiano, e successiva osservazione nei due casi scelti, per diverse ore al giorno e in giorni feriali e festivi, nell’arco di 6 mesi di permanenza in ciascun contesto (aprile-settembre 2016 a Londra e ottobre-marzo 2017 a Milano). Sono state raccolte 50 interviste e condotti 2 focus group, con lavoratori e lavoratrici, delegati e funzionari sindacali. Il caso italiano è paradigmatico del processo di liberalizzazione europeo: in Italia infatti, grazie al “Decreto Salva-Italia” (D.L. 201/2011 conv. in L. 214/2011) attuato nel febbraio 2012, le aperture degli esercizi commerciali sono completamente deregolamentate. Una politica di liberalizzazione degli orari di apertura che condiziona specifiche aree, ma determina anche i ritmi urbani, soprattutto in città caratterizzate dalla presenza di importanti distretti commerciali. Tali scelte politiche atte a favorire i consumi hanno conseguenze sui tempi di lavoro in diversi settori. Questo studio è focalizzato sulla flessibilità dei tempi nei negozi di abbigliamento e telefonia (aperti 7 giorni su 7) ma vediamo oggi come questa deregolamentazione determini notevoli trasformazioni anche nei supermercati della grande distribuzione organizzata (aperti persino 24 ore su 24). L’analisi proposta permette di cogliere le modificazioni nel lavoro e i costi conseguenti alla deregolamentazione degli orari di apertura delle attività commerciali, e mostra quanto, soprattutto nel caso italiano, tali costi ricadano (ancora una volta) sulle donne e sui giovani. Con la terziarizzazione del mercato del lavoro sono aumentati i cosiddetti operai dei servizi (Reyneri 2005, Reyneri, Barbieri e Fullin 2005): lavoratori non specializzati, intercambiabili, sostituibili, impiegati nelle grandi catene multinazionali. Paragonabili all'operaio non specializzato di inizio secolo scorso, si in Italia che nel Regno Unito sono assunti con contratti brevi o temporary, oppure sono comunque precari e ricattabili con contratti a tutele crescenti o permanent (con i quali possono essere licenziati per “motivi oggettivi”). Sono per lo più giovani e molto spesso donne. Spesso la flessibilità contrattuale si traduce in vulnerabilità sociale (Fullin 2002, 2004) e le risorse umane vengono utilizzate come fossero macchine senza considerazione per il costo umano della flessibilità (Nicoli 2015; Gallino 2001, 2007, 2014). Tutto ciò in un contesto in cui, come molti studiosi hanno sottolineato, rileviamo l'assenza politica di una forza realmente laburista che possa rappresentare lavoratori e lavoratrici nel dibattito pubblico (Bauman 1999, Gallino 2012). Il lavoro flessibile è un argomento centrale nel dibattito scientifico e pubblico (Accornero 2005). Le relazioni nella società dei consumi e della gratificazione immediata sono già state ampiamente analizzate da un punto di vista sociale, economico, delle geografie urbane: tempi e luoghi di consumo sono temi di grande interesse nel dibattito accademico sociologico e non solo, da molto tempo (Horkheimer e Adorno 1947; Marcuse 1964; Fromm 1976; Piccoli 1996; Ritzer 2005 e 2010; Guéguen 2004 e 2006; Codeluppi 2010, 2014; Grossi e Tosi 2013; Harvey 2012). Tali temi raramente sono stati osservati dal punto di vista di tempi e ritmi di lavoro nei luoghi di consumo. In Italia non vi sono molte ricerche sul tema di tempi e ritmi del lavoro su turni, festivo e domenicale, ora persino notturno in alcuni supermercati, a parte poche eccezioni (sul lavoro Codeluppi 2010, 2014; Cerruti 2010; come esperienza di consumo Di Nallo e Fabris 2004). All'estero il lavoro di vendita come lavoro emozionale è stato studiato in pochi contesti, fast food e hotel, e pochissime sono le ricerche sulla dimensione del tempo rispetto a questo tipo di attività. In Italia vi è una letteratura molto ridotta in generale sul settore della vendita diretta (retail work).
abstract
politiche, deregolamentazione, liberalizzazione, tempi di lavoro, vita quotidiana
Italian
ESPANet Italia. Il Welfare e i perdenti della globalizzazione: le politiche sociali di fronte a nuove e vecchie disuguaglianze
2017
2017
https://www.espanet-italia.net/sessione-9/
none
Dordoni, A. (2017). Tempi e ritmi di lavoro nella vendita al cliente e deregolamentazione delle aperture delle attività commerciali in due città metropolitane europee: i casi di Oxford Street a Londra e Corso Buenos Aires a Milano. Intervento presentato a: ESPANet Italia. Il Welfare e i perdenti della globalizzazione: le politiche sociali di fronte a nuove e vecchie disuguaglianze, Forlì.
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