La lotta per il riconoscimento dei diritti civili e politici delle donne ha una lunga storia che affonda le sue radici nelle promesse incompiute della Rivoluzione francese, che si forma ma anche si svincola dalle rivendicazioni del movimento operaio, per affermare un precipuo punto di vista e bisogni negati da secoli. Il processo di ”inclusione” delle donne nel mondo della politica non può tuttavia dirsi a tutt’oggi ancora concluso. La posizione della socialista Anna Kuliscioff a favore dei diritti delle donne e le lotte da lei compiute a partire dall’ultimo decennio dell’Ottocento sono al riguardo emblematici. Battagliera contro reazionari e conservatori, la “dottora dei poveri” non fu meno polemica contro lo sciovinismo dei compagni di partito o meno critica nei confronti di posizioni borghesi espresse da donne attiviste e intellettuali che, se da una parte erano contrarie al voto alle donne in nome di una pretesa “natura femminile”, dall’altra parte prevedevano invece un separatismo, privo di cooperazione. Ricordare le posizioni di Anna Kuliscioff a settant’anni dal voto alle donne in Italia, significa non solo non dimenticare le battaglie di chi ci ha preceduto, bensì anche ammettere le diversità che da sempre hanno costellato l’orizzonte dei movimenti femministi e le teorie di genere da almeno tre secoli, a proposito del significato da attribuire all’uguaglianza e della differenza in nome della giustizia sociale e del rispetto fra esseri umani.
Calloni, M. (2020). Bastare a sé stesse, cooperare per essere uguali. Sul lascito politico di Anna Kuliscioff. Intervento presentato a: "Anna Kuliscioff e Angelica Balabanoff. La guerra, il lavoro e la cittadinanza delle donne”, Museo del Risorgimento, Milano..
Bastare a sé stesse, cooperare per essere uguali. Sul lascito politico di Anna Kuliscioff
Calloni, M
2020
Abstract
La lotta per il riconoscimento dei diritti civili e politici delle donne ha una lunga storia che affonda le sue radici nelle promesse incompiute della Rivoluzione francese, che si forma ma anche si svincola dalle rivendicazioni del movimento operaio, per affermare un precipuo punto di vista e bisogni negati da secoli. Il processo di ”inclusione” delle donne nel mondo della politica non può tuttavia dirsi a tutt’oggi ancora concluso. La posizione della socialista Anna Kuliscioff a favore dei diritti delle donne e le lotte da lei compiute a partire dall’ultimo decennio dell’Ottocento sono al riguardo emblematici. Battagliera contro reazionari e conservatori, la “dottora dei poveri” non fu meno polemica contro lo sciovinismo dei compagni di partito o meno critica nei confronti di posizioni borghesi espresse da donne attiviste e intellettuali che, se da una parte erano contrarie al voto alle donne in nome di una pretesa “natura femminile”, dall’altra parte prevedevano invece un separatismo, privo di cooperazione. Ricordare le posizioni di Anna Kuliscioff a settant’anni dal voto alle donne in Italia, significa non solo non dimenticare le battaglie di chi ci ha preceduto, bensì anche ammettere le diversità che da sempre hanno costellato l’orizzonte dei movimenti femministi e le teorie di genere da almeno tre secoli, a proposito del significato da attribuire all’uguaglianza e della differenza in nome della giustizia sociale e del rispetto fra esseri umani.File | Dimensione | Formato | |
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