Creare interrogativi o dare risposte? Scienza e fantasia nei racconti di Primo Levi

In un'intervista Levi una volta ha detto: «[Storie naturali e Vizio di forma] Sono fatti per creare sorpresa, interrogativi, stupore. Per questo considero i miei due libri di racconti meno importanti, ma non meno legittimi, degli altri libri che ho scritto, che invece di creare interrogativi si sforzano di dare risposte a delle domande» (“La parola al chimico”, L'Unità, 20 novembre 1976). Levi sembra quindi proporre due nuovi poli che rinforzano la sua immagine di centauro che vive una condizione di ibridità. Nonostante questo declassamento della fiction, Levi ha scritto racconti fantascientifici estremamente audaci durante tutti i quarant’anni della sua carriera di scrittore. Le forze centrifughe della fantasia unite all’attrazione per la scienza sono un elemento chiave per capire la scrittura leviana, un contrappunto all’immagine coerente di testimone che l’autore si è costruito negli anni.