La sensibilità alle informazioni di second'ordine, come per esempio quelle derivanti dalla distanza tra gli elementi interni del volto, è stata identificata come uno degli aspetti centrali della capacità di riconoscimento dei volti che si affina nel corso dello sviluppo. Tuttavia, è aperto il dibattito su quando questa sensibilità emerge nello sviluppo e quando essa diviene specifica per i volti. L’accuratezza in un compito di matching sequenziale con riconoscimento a scelta forzata tra le immagini di due volti e di due automobili che differiscono unicamente per la distanza tra gli elementi interni è stata rilevata in un gruppo di bambini di 4 anni. I risultati estendono le evidenze riportate in letteratura dimostrando che le prestazioni sono superiori al caso per entrambe le categorie di stimoli anche quando le variazioni nella distanza tra gli elementi sono molto ridotte (± 1.6 SD). Solo in presenza di variazioni di ampiezza maggiore (± 2.5 SD) emerge un vantaggio per i volti.
Tadini, M., Pisacane, A., MACCHI CASSIA, V. (2011). La sensibilità alle informazioni di second'ordine nei bambini di 4 anni: un confronto tra volti ed altri oggetti. GIORNALE ITALIANO DI PSICOLOGIA(4), 1009-1016.
La sensibilità alle informazioni di second'ordine nei bambini di 4 anni: un confronto tra volti ed altri oggetti
MACCHI CASSIA, VIOLA MARINA
2011
Abstract
La sensibilità alle informazioni di second'ordine, come per esempio quelle derivanti dalla distanza tra gli elementi interni del volto, è stata identificata come uno degli aspetti centrali della capacità di riconoscimento dei volti che si affina nel corso dello sviluppo. Tuttavia, è aperto il dibattito su quando questa sensibilità emerge nello sviluppo e quando essa diviene specifica per i volti. L’accuratezza in un compito di matching sequenziale con riconoscimento a scelta forzata tra le immagini di due volti e di due automobili che differiscono unicamente per la distanza tra gli elementi interni è stata rilevata in un gruppo di bambini di 4 anni. I risultati estendono le evidenze riportate in letteratura dimostrando che le prestazioni sono superiori al caso per entrambe le categorie di stimoli anche quando le variazioni nella distanza tra gli elementi sono molto ridotte (± 1.6 SD). Solo in presenza di variazioni di ampiezza maggiore (± 2.5 SD) emerge un vantaggio per i volti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.