Nella città contemporanea l’accesso alle opportunità urbane è subordinato al possesso, da parte dell’attore sociale, di risorse utili a gestire la desincronizzazione dei tempi sociali. La capacità di essere mobile e di accedere al lavoro e ai servizi è ostacolata dalla necessità di compiere spostamenti temporalmente e spazialmente non prevedibili, multidirezionali ed estesi all’intero arco delle ventiquattr’ore. In particolare, il processo di colonizzazione del tempo, che porta alla progressiva estensione delle attività lavorative negli orari notturni, genera un potenziale rischio di svantaggio temporale per chi lavora e si sposta di notte, specialmente se donne. I dati della Rilevazione sulle Forze di Lavoro di Istat mostrano come, tra il 2005 e il 2015, il lavoro notturno femminile sia aumentato di oltre il 18% contro una diminuzione dell’8% circa di quello maschile (che rimane tuttavia maggioritario). Inoltre, altre ricerche mostrano come vada consolidandosi, tra le donne, un maggiore interesse per le attività di svago notturne. Il minore senso di sicurezza delle donne negli spostamenti notturni emerge come un importante fattore nel limitarne la partecipazione sociale e nel delineare forme di disuguaglianza spazio-temporale. L’articolo, attraverso l’elaborazione di dati raccolti nel corso di un’indagine sulla città di Milano cui hanno partecipato circa 100 donne, intende approfondire le caratteristiche della mobilità notturna femminile, dedicando particolare attenzione alle attività svolte nelle ore serali e notturne, alle scelte modali e alla percezione della sicurezza.

Colleoni, M., Vitrano, C., Ferrario, M. (2019). Rischi di segregazione temporale nella città poliritmica: il caso della mobilità notturna delle donne tra nuove esigenze di spostamento e percezione della sicurezza. BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANA, serie 14, 2(1), 139-150 [10.13128/bsgi.v1i2.531].

Rischi di segregazione temporale nella città poliritmica: il caso della mobilità notturna delle donne tra nuove esigenze di spostamento e percezione della sicurezza

Colleoni, M
Primo
;
2019

Abstract

Nella città contemporanea l’accesso alle opportunità urbane è subordinato al possesso, da parte dell’attore sociale, di risorse utili a gestire la desincronizzazione dei tempi sociali. La capacità di essere mobile e di accedere al lavoro e ai servizi è ostacolata dalla necessità di compiere spostamenti temporalmente e spazialmente non prevedibili, multidirezionali ed estesi all’intero arco delle ventiquattr’ore. In particolare, il processo di colonizzazione del tempo, che porta alla progressiva estensione delle attività lavorative negli orari notturni, genera un potenziale rischio di svantaggio temporale per chi lavora e si sposta di notte, specialmente se donne. I dati della Rilevazione sulle Forze di Lavoro di Istat mostrano come, tra il 2005 e il 2015, il lavoro notturno femminile sia aumentato di oltre il 18% contro una diminuzione dell’8% circa di quello maschile (che rimane tuttavia maggioritario). Inoltre, altre ricerche mostrano come vada consolidandosi, tra le donne, un maggiore interesse per le attività di svago notturne. Il minore senso di sicurezza delle donne negli spostamenti notturni emerge come un importante fattore nel limitarne la partecipazione sociale e nel delineare forme di disuguaglianza spazio-temporale. L’articolo, attraverso l’elaborazione di dati raccolti nel corso di un’indagine sulla città di Milano cui hanno partecipato circa 100 donne, intende approfondire le caratteristiche della mobilità notturna femminile, dedicando particolare attenzione alle attività svolte nelle ore serali e notturne, alle scelte modali e alla percezione della sicurezza.
Articolo in rivista - Articolo scientifico
mobilità, notte, donne, percezione della sicurezza, disuguaglianze temporali.
Italian
2019
serie 14, 2(1)
139
150
none
Colleoni, M., Vitrano, C., Ferrario, M. (2019). Rischi di segregazione temporale nella città poliritmica: il caso della mobilità notturna delle donne tra nuove esigenze di spostamento e percezione della sicurezza. BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANA, serie 14, 2(1), 139-150 [10.13128/bsgi.v1i2.531].
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