All’interno del dibattito internazionale che caratterizza, da decenni, il campo interdisciplinare degli Island Studies (Hay, 2006; Baldacchino 2008; Depraetere, 2008a, 2008b; Grydehøj, 2017), è stato più volte sottolineato come, nella descrizione della geografia umana delle isole, spesso prevalga l’utilizzo acritico di categorie geografiche, economiche e culturali quali la remoteness spaziale, l’unicità culturale e la fra- gilità ambientale. Tale utilizzo, spesso declinato come una lettura antitetica (isole/terra ferma, centra- lità/marginalità, reti globali/ caratteristiche locali), enfatizza una condizione di implicita subordinazione delle isole rispetto alla terraferma, in termini di accessibilità alle risorse, di potenzialità di creare con- nessioni e di protagonismo nei processi a scala sovra-locale (ricollegabile a fenomeni di insularismo localista). In un certo senso, si tratta di una delle conseguenze più evidenti di quella che Francoise Péron (2004) ha definito “the lure of the islands”, ovvero la prevalenza di una costruzione culturale dell’immagine dell’isola, rispetto ad un’analisi delle condizioni che ne definiscono la geografia umana. Anche sotto il profilo geoculturale, l’archetipo dell’isola e alcuni paesaggi insulari idealtipici sono stati associati a una condizione di alterità e di minorità rispetto alla norma territoriale rappresentata dalla terraferma conti- nentale. Tutto ciò si lega, inoltre, alla tendenza, richiamata da Godfrey Baldacchino (2004), a privilegiare la prospettiva localista rispetto a quella regionale e lo studio delle specificità locali rispetto alle connes- sioni tra isole e tra isole e terra ferma.
Malatesta, S., Cavallo, F. (2019). Studi Insulari in Geografia: oltre l'isolamento e la vulnerabilità. In F. Salvatori (a cura di), L'apporto della geografia tra rivoluzioni e riforme (pp. 2893-2896). roma : AGEI.
Studi Insulari in Geografia: oltre l'isolamento e la vulnerabilità
Malatesta, S;
2019
Abstract
All’interno del dibattito internazionale che caratterizza, da decenni, il campo interdisciplinare degli Island Studies (Hay, 2006; Baldacchino 2008; Depraetere, 2008a, 2008b; Grydehøj, 2017), è stato più volte sottolineato come, nella descrizione della geografia umana delle isole, spesso prevalga l’utilizzo acritico di categorie geografiche, economiche e culturali quali la remoteness spaziale, l’unicità culturale e la fra- gilità ambientale. Tale utilizzo, spesso declinato come una lettura antitetica (isole/terra ferma, centra- lità/marginalità, reti globali/ caratteristiche locali), enfatizza una condizione di implicita subordinazione delle isole rispetto alla terraferma, in termini di accessibilità alle risorse, di potenzialità di creare con- nessioni e di protagonismo nei processi a scala sovra-locale (ricollegabile a fenomeni di insularismo localista). In un certo senso, si tratta di una delle conseguenze più evidenti di quella che Francoise Péron (2004) ha definito “the lure of the islands”, ovvero la prevalenza di una costruzione culturale dell’immagine dell’isola, rispetto ad un’analisi delle condizioni che ne definiscono la geografia umana. Anche sotto il profilo geoculturale, l’archetipo dell’isola e alcuni paesaggi insulari idealtipici sono stati associati a una condizione di alterità e di minorità rispetto alla norma territoriale rappresentata dalla terraferma conti- nentale. Tutto ciò si lega, inoltre, alla tendenza, richiamata da Godfrey Baldacchino (2004), a privilegiare la prospettiva localista rispetto a quella regionale e lo studio delle specificità locali rispetto alle connes- sioni tra isole e tra isole e terra ferma.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.