Vivere la dimensione adulta in una struttura carceraria, in cui la privazione della libertà crea una frattura e un distanziamento forzato dai contesti relazionali e ambientali d’appartenenza, porta i soggetti detenuti a confrontarsi con un radicale spaesamento e a riformulare, in modo coercitivo, il proprio progetto di vita. Lo Stato si pone come garante dei diritti inviolabili dell’uomo, tutelandone i bisogni di personalità e socialità, nel rispetto della dignità personale e sociale, eppure il problema carcere mostra l’esistenza di molteplici discrasie tra l’auspicato e la realtà. Lo scarto esistente tra i principi orientatori e la realtà carceraria sollecita pertanto una riflessione in merito ai significati culturali attribuiti alla pena, ma soprattutto all’incisività cristallizzante di un’identità forte – quale essere/essere stato detenuto – all’interno di un tessuto sociale in cui l’incertezza e la percezione d’insicurezza diffusa mantengono in equilibrio precario innumerevoli identità deboli.
Oggionni, F. (2019). Cosa resta dell’identità adulta nell’esperienza carceraria. In M. Cornacchia, S. Tramma (a cura di), Vulnerabilità in età adulta. Uno sguardo pedagogico (pp. 227-243). Roma : Carocci.
Cosa resta dell’identità adulta nell’esperienza carceraria
Oggionni, F
2019
Abstract
Vivere la dimensione adulta in una struttura carceraria, in cui la privazione della libertà crea una frattura e un distanziamento forzato dai contesti relazionali e ambientali d’appartenenza, porta i soggetti detenuti a confrontarsi con un radicale spaesamento e a riformulare, in modo coercitivo, il proprio progetto di vita. Lo Stato si pone come garante dei diritti inviolabili dell’uomo, tutelandone i bisogni di personalità e socialità, nel rispetto della dignità personale e sociale, eppure il problema carcere mostra l’esistenza di molteplici discrasie tra l’auspicato e la realtà. Lo scarto esistente tra i principi orientatori e la realtà carceraria sollecita pertanto una riflessione in merito ai significati culturali attribuiti alla pena, ma soprattutto all’incisività cristallizzante di un’identità forte – quale essere/essere stato detenuto – all’interno di un tessuto sociale in cui l’incertezza e la percezione d’insicurezza diffusa mantengono in equilibrio precario innumerevoli identità deboli.File | Dimensione | Formato | |
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