Il presente contributo si propone di descrivere la struttura e la funzione del gioco di parole nella lingua araba, avvalendosi dei criteri e della metodologia comunemente utilizzati nelle classiche e moderne descrizioni lessicali del linguaggio, in particolare quello di scelta aperta (o terminologica) e di idioma (o fraseologico). Gli ascoltatori/lettori hanno un determinato orizzonte di attesa sull’uso di questi principi da parte del parlante o dello scrivente. Dopo aver definito la paronomasia come gioco tra due sequenze sonore, consideriamo, sempre dal punto di vista della linguistica moderna, la vexata quaestio della intenzionalità del gioco di parole, cioè la relazione tra i diversi significati delle due sequenze sonore che arriva ad influenzarne la qualità e quindi in definitiva il suo successo o fallimento. Paronomasia (dal greco onomasía “denominazione” e “para” ) è una figura retorica, detta comunamente bisticcio o annominazione, per la quale si accostano due parole di suono simile o uguale ma di significato differente, specialmente per mettere in risalto l’opposizione dei significati (per esempio chi dice donna dice danno; sposa spesa, moglie maglio). Tale figura retorica di suono si può trovare in quasi ogni lingua e letteratura antica e moderna. E' comune nella maggior parte delle lingue semitiche: il suo equivalente in ebraico è lašon nofel ‘al lašon לָשׁוֹן נוֹפֵל עַל לָשׁוֹן; invece in arabo corrisponde ai seguenti termini: ğinās , muštarak, mutarādif. In generale è un fenomeno comune nella letteratura coranica nonché nella poesia e nella prosa araba.
Faraj, A. (2020). Il gioco di parole (tawriya) in lingua araba come strumento semantico. In Atti del Convegno “Parola enigmatica ed enigmi” (pp.55-75). Edizioni dell'Orso.
Il gioco di parole (tawriya) in lingua araba come strumento semantico
Faraj, A
2020
Abstract
Il presente contributo si propone di descrivere la struttura e la funzione del gioco di parole nella lingua araba, avvalendosi dei criteri e della metodologia comunemente utilizzati nelle classiche e moderne descrizioni lessicali del linguaggio, in particolare quello di scelta aperta (o terminologica) e di idioma (o fraseologico). Gli ascoltatori/lettori hanno un determinato orizzonte di attesa sull’uso di questi principi da parte del parlante o dello scrivente. Dopo aver definito la paronomasia come gioco tra due sequenze sonore, consideriamo, sempre dal punto di vista della linguistica moderna, la vexata quaestio della intenzionalità del gioco di parole, cioè la relazione tra i diversi significati delle due sequenze sonore che arriva ad influenzarne la qualità e quindi in definitiva il suo successo o fallimento. Paronomasia (dal greco onomasía “denominazione” e “para” ) è una figura retorica, detta comunamente bisticcio o annominazione, per la quale si accostano due parole di suono simile o uguale ma di significato differente, specialmente per mettere in risalto l’opposizione dei significati (per esempio chi dice donna dice danno; sposa spesa, moglie maglio). Tale figura retorica di suono si può trovare in quasi ogni lingua e letteratura antica e moderna. E' comune nella maggior parte delle lingue semitiche: il suo equivalente in ebraico è lašon nofel ‘al lašon לָשׁוֹן נוֹפֵל עַל לָשׁוֹן; invece in arabo corrisponde ai seguenti termini: ğinās , muštarak, mutarādif. In generale è un fenomeno comune nella letteratura coranica nonché nella poesia e nella prosa araba.File | Dimensione | Formato | |
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