Sumaj p’unchay, imaynalla k’asankiri! Con queste parole in lingua quechua il 20 giugno 2018 Angie dà il benvenuto a un gruppo di venti persone ritrovatesi per celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato. Nel cuore di via Padova, “la via più multiculturale di Milano”, come la definisce Angie, ma anche “la via più problematica di Milano”, come la definiscono i giornali, Angie, accompagnatrice interculturale originaria di Santa Cruz, città boliviana a ridosso del confine brasiliano, parla a cittadini milanesi di migrazioni passate e presenti, di Santa Sarita di Colonia e dei bagni di sole del Parco Trotter, di Islam, di culti religiosi andini e di patate fatte essiccare al gelo delle montagne boliviane.
Pozzi, G., Vietti, F., Chiurazzi, R. (2019). L’accompagnatore interculturale. Turismo, migrazioni e patrimonio nella città che cambia. In L. Bizzarri (a cura di), Il ritorno a casa degli Ulissi. Le professioni al tempo della rigenerazione urbana (pp. 65-72). Pacini.
L’accompagnatore interculturale. Turismo, migrazioni e patrimonio nella città che cambia
Giacomo Pozzi
;Francesco Vietti
;
2019
Abstract
Sumaj p’unchay, imaynalla k’asankiri! Con queste parole in lingua quechua il 20 giugno 2018 Angie dà il benvenuto a un gruppo di venti persone ritrovatesi per celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato. Nel cuore di via Padova, “la via più multiculturale di Milano”, come la definisce Angie, ma anche “la via più problematica di Milano”, come la definiscono i giornali, Angie, accompagnatrice interculturale originaria di Santa Cruz, città boliviana a ridosso del confine brasiliano, parla a cittadini milanesi di migrazioni passate e presenti, di Santa Sarita di Colonia e dei bagni di sole del Parco Trotter, di Islam, di culti religiosi andini e di patate fatte essiccare al gelo delle montagne boliviane.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.