La morfologia di Milano è cambiata per effetto della diversa distribuzione delle popolazioni che la abitano e delle attività produttive che vengono esercitate sul suo territorio. La crisi del modello socio-economico fondato sull’industria fordista, all’interno del processo di internazionalizzazione e integrazione dell’economia mondiale, ha avuto il risultato di cambiare la morfologia produttiva della città. Nella fase fordista le attività produttive erano concentrate in città al fine di sfruttare i vantaggi delle economie di scala e di localizzazione. Nella fase attuale, al contrario, le imprese vedono aumentare la loro dimensione finanziaria e diminuire quella produttiva, dotandosi di una struttura frammentata e territorialmente decentrata più idonea a sfruttare i vantaggi delle economie di diversificazione (Goldstein e Gronberg 1984). La diminuzione della produzione di beni di consumo durevoli ha poi portato al trasferimento della domanda di lavoro dell’industria manifatturiera nei Paesi di più recente industrializzazione. Le conseguenze dei processi in corso sono visibili nel trasferimento di molte attività produttive al di fuori dei confini di Milano, in un territorio peri-urbano di più ambigua identità che ha dato alla città una forma diffusa e all’area in cui è collocata una chiara dimensione metropolitana (Martinotti 2011, Colleoni e Caiello 2013). Si tratta delle attività dei comparti produttivi tradizionali e del commercio di prossimità più coinvolti dalla ristrutturazione dell’impresa post-fordista e della distribuzione commerciale. Tuttavia non tutte le attività si sono disperse nel peri-urbano e una domanda complementare di localizzazione centrale sta interessando i settori più influenzati dai processi di internazionalizzazione e globalizzazione economica. Già sede delle funzioni pubbliche, dei servizi specializzati e delle attività culturali e ricreative di rango più elevato, il centro milanese è tornato ad essere un luogo di interesse per molti soggetti. Per le grandi multinazionali, che vi hanno posto i centri direzionali nei quali gestire i sistemi globali e da dove usufruire di lavoro ad alta qualificazione (Scott 2008). Ma anche per il terziario ad elevato contenuto tecnologico ed informativo e per i ceti emergenti, che hanno trovato nel centro impieghi qualificati e ambienti di elevata qualità e dotazione di servizi (Vicari Haddock 2013). Il saggio tratta il tema del cambiamento della morfologia produttiva di Milano attraverso l’analisi di medio periodo dei dati censuari (Istat 1991 e 2011) e dell’Archivio statistico delle imprese attive (Assolombarda 2015 ). Lo studio delle trasformazioni strutturali e territoriali delle imprese e degli addetti è finalizzato a identificare i cluster del terziario avanzato all’interno del processo più generale di formazione dei nuovi centri multifunzionali di Milano.

Colleoni, M. (2019). Morfologia del settore produttivo e localizzazione dei nuovi cluster della città policentrica. In F. Zajczyk, S. Mugnano (a cura di), MIlano. Città policentrica tra innovazione e sostenibilità (pp. 47-63). Catanzaro : Rubbettino.

Morfologia del settore produttivo e localizzazione dei nuovi cluster della città policentrica

Colleoni, M
2019

Abstract

La morfologia di Milano è cambiata per effetto della diversa distribuzione delle popolazioni che la abitano e delle attività produttive che vengono esercitate sul suo territorio. La crisi del modello socio-economico fondato sull’industria fordista, all’interno del processo di internazionalizzazione e integrazione dell’economia mondiale, ha avuto il risultato di cambiare la morfologia produttiva della città. Nella fase fordista le attività produttive erano concentrate in città al fine di sfruttare i vantaggi delle economie di scala e di localizzazione. Nella fase attuale, al contrario, le imprese vedono aumentare la loro dimensione finanziaria e diminuire quella produttiva, dotandosi di una struttura frammentata e territorialmente decentrata più idonea a sfruttare i vantaggi delle economie di diversificazione (Goldstein e Gronberg 1984). La diminuzione della produzione di beni di consumo durevoli ha poi portato al trasferimento della domanda di lavoro dell’industria manifatturiera nei Paesi di più recente industrializzazione. Le conseguenze dei processi in corso sono visibili nel trasferimento di molte attività produttive al di fuori dei confini di Milano, in un territorio peri-urbano di più ambigua identità che ha dato alla città una forma diffusa e all’area in cui è collocata una chiara dimensione metropolitana (Martinotti 2011, Colleoni e Caiello 2013). Si tratta delle attività dei comparti produttivi tradizionali e del commercio di prossimità più coinvolti dalla ristrutturazione dell’impresa post-fordista e della distribuzione commerciale. Tuttavia non tutte le attività si sono disperse nel peri-urbano e una domanda complementare di localizzazione centrale sta interessando i settori più influenzati dai processi di internazionalizzazione e globalizzazione economica. Già sede delle funzioni pubbliche, dei servizi specializzati e delle attività culturali e ricreative di rango più elevato, il centro milanese è tornato ad essere un luogo di interesse per molti soggetti. Per le grandi multinazionali, che vi hanno posto i centri direzionali nei quali gestire i sistemi globali e da dove usufruire di lavoro ad alta qualificazione (Scott 2008). Ma anche per il terziario ad elevato contenuto tecnologico ed informativo e per i ceti emergenti, che hanno trovato nel centro impieghi qualificati e ambienti di elevata qualità e dotazione di servizi (Vicari Haddock 2013). Il saggio tratta il tema del cambiamento della morfologia produttiva di Milano attraverso l’analisi di medio periodo dei dati censuari (Istat 1991 e 2011) e dell’Archivio statistico delle imprese attive (Assolombarda 2015 ). Lo studio delle trasformazioni strutturali e territoriali delle imprese e degli addetti è finalizzato a identificare i cluster del terziario avanzato all’interno del processo più generale di formazione dei nuovi centri multifunzionali di Milano.
Capitolo o saggio
metropoli, policentrismo, morfologia, produzione, terziario
Italian
MIlano. Città policentrica tra innovazione e sostenibilità
Zajczyk, F; Mugnano, S;
2019
978-88-498-5701-6
Rubbettino
47
63
Colleoni, M. (2019). Morfologia del settore produttivo e localizzazione dei nuovi cluster della città policentrica. In F. Zajczyk, S. Mugnano (a cura di), MIlano. Città policentrica tra innovazione e sostenibilità (pp. 47-63). Catanzaro : Rubbettino.
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