I contesti di assistenza a rifugiati sono luoghi di incontro e scontro tra diverse logiche culturali. Nel caso della prolungata relazione di assistenza dei rifugiati palestinesi con diverse organizzazioni internazionali, l’aiuto è analizzato come costruzione culturale dell’altro secondo modelli e metafora che spesso poco coincidono con le pratiche e modelli locali dell’aiuto e auto-aiuto. Nel contesto palestinese la rete di assistenza proprio dal diwan, o stanza degli ospiti: un luogo e istituzione portato con sé dalla Palestina, una modalità di incontro, assistenza, auto-organizzazione nelle fughe, una modalità di ricostruire un senso di casa, proprio come casa ospitante tanto più nella dislocazione. Rappresenta quindi un luogo dove imparare a sedersi assieme, con una specifica definizione del tempo, una modalità culturale del “riconoscimento”, anche dello straniero. Inoltre, il diwan, tanto più per le famiglie marginali o impoverite nei decenni a venire nella nuova realtà economica dell’agrobusiness, rimane il luogo centrale dove definire aiuto, assistenza, paradossalmente, per opporsi o manipolare il dono ambiguo dell’aiuto umanitario, vissuto come verticista e distante.
Sorgoni, B., Urru, R., Gozzi, G., Artini, P., Vassallo, F., Forini, A., et al. (2010). Spazi di asilo. Fuggire e sedersi tra Giordania e Italia. In G. Gozzi, B. Sorgoni (a cura di), I confini dei diritti. Antropologia, politiche locali e rifugiati (pp. 37-57). bologna : il mulino.
Spazi di asilo. Fuggire e sedersi tra Giordania e Italia
VAN AKEN, MAURO IVO
2010
Abstract
I contesti di assistenza a rifugiati sono luoghi di incontro e scontro tra diverse logiche culturali. Nel caso della prolungata relazione di assistenza dei rifugiati palestinesi con diverse organizzazioni internazionali, l’aiuto è analizzato come costruzione culturale dell’altro secondo modelli e metafora che spesso poco coincidono con le pratiche e modelli locali dell’aiuto e auto-aiuto. Nel contesto palestinese la rete di assistenza proprio dal diwan, o stanza degli ospiti: un luogo e istituzione portato con sé dalla Palestina, una modalità di incontro, assistenza, auto-organizzazione nelle fughe, una modalità di ricostruire un senso di casa, proprio come casa ospitante tanto più nella dislocazione. Rappresenta quindi un luogo dove imparare a sedersi assieme, con una specifica definizione del tempo, una modalità culturale del “riconoscimento”, anche dello straniero. Inoltre, il diwan, tanto più per le famiglie marginali o impoverite nei decenni a venire nella nuova realtà economica dell’agrobusiness, rimane il luogo centrale dove definire aiuto, assistenza, paradossalmente, per opporsi o manipolare il dono ambiguo dell’aiuto umanitario, vissuto come verticista e distante.File | Dimensione | Formato | |
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