La definizione di «nuovi italiani» descrive la condizione personale di tanti studenti e il cambiamento culturale che promuove la popolazione giovanile. A scuola i ragazzi mostrano che ci sono tanti modi diversi di essere studenti. Le aule sono luoghi d’incontro di studenti italiani musulmani, studenti figli di famiglie cristiane ortodosse, studenti italiani dalla pelle nera, studentesse con gli occhi a mandorla. Questi ragazzi parlano e pensano in due o più lingue, seguono gli avvenimenti che accadono in Italia, quelli che accadono nei paesi d’origine o nei paesi d’origine delle loro famiglie (dove non sono mai stati ma che rappresentano un riferimento identitario). La scuola è un luogo privilegiato per la conoscenza, il dialogo, l’integrazione; ma non è detto che -in automatico- sia sensibile alle sempre nuove diversità che la abitano. Per questa comunicazione partiamo da osservazioni sul campo condotte in aule di varie scuole e da ricerche svolte col metodo dell’intervista in profondità (si veda: M. Giusti, Teorie e metodi di pedagogia interculturale, Laterza, Roma-Bari, 2017). La ricerca pedagogica ci rende consapevoli che la scuola necessita di una continua ri-attenzione nei confronti delle diversità culturali, valoriali, identitarie degli studenti, perché al suo interno lavorano migliaia di professionisti (docenti, educatori, dirigenti, personale di segreteria), ciascuno con personalità e formazione diversa.
Giusti, M. (2019). La scuola come luogo d'incontro fra culture. Intervento presentato a: Convegno di studi Blue Sky Research: Istruzione scolastica e promozione sociale. La scuola inclusiva ai tempi della crisi, Università degli Studi di Pavia, Aula magna, Pavia.
La scuola come luogo d'incontro fra culture
Giusti, M
2019
Abstract
La definizione di «nuovi italiani» descrive la condizione personale di tanti studenti e il cambiamento culturale che promuove la popolazione giovanile. A scuola i ragazzi mostrano che ci sono tanti modi diversi di essere studenti. Le aule sono luoghi d’incontro di studenti italiani musulmani, studenti figli di famiglie cristiane ortodosse, studenti italiani dalla pelle nera, studentesse con gli occhi a mandorla. Questi ragazzi parlano e pensano in due o più lingue, seguono gli avvenimenti che accadono in Italia, quelli che accadono nei paesi d’origine o nei paesi d’origine delle loro famiglie (dove non sono mai stati ma che rappresentano un riferimento identitario). La scuola è un luogo privilegiato per la conoscenza, il dialogo, l’integrazione; ma non è detto che -in automatico- sia sensibile alle sempre nuove diversità che la abitano. Per questa comunicazione partiamo da osservazioni sul campo condotte in aule di varie scuole e da ricerche svolte col metodo dell’intervista in profondità (si veda: M. Giusti, Teorie e metodi di pedagogia interculturale, Laterza, Roma-Bari, 2017). La ricerca pedagogica ci rende consapevoli che la scuola necessita di una continua ri-attenzione nei confronti delle diversità culturali, valoriali, identitarie degli studenti, perché al suo interno lavorano migliaia di professionisti (docenti, educatori, dirigenti, personale di segreteria), ciascuno con personalità e formazione diversa.File | Dimensione | Formato | |
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