Gli episodi di bullismo sono una condizione cruciale per spiegare lo stato di malessere di studenti e studentesse dentro e fuori la scuola. Il bullismo è definibile come un abuso di potere sistematico e può essere identificato da tre tratti specifici: ripetizione, intenzione di ferire e distribuzione ineguale di potere tra il bullo e la vittima. Le immediate conseguenze del bullismo sono rintracciabili in ansia e insicurezza, bassa autostima, chiusura sociale, assenteismo e basse performance disciplinari. Le conseguenze più a lungo termine sono rappresentate da minori livelli di scolarizzazione, peggiori esiti legati al successo nel mercato del lavoro (occupabilità e retribuzione), comportamenti antisociali nella fase adulta. Esistono differenti forme di bullismo (verbale, fisico, relazionale, cyber) che possono alternarsi o sommarsi uno all’altro. La probabilità di diventare un bullo è spesso associata in letteratura ad alcune specifiche caratteristiche quali l’età, l’apparenza fisica, il genere e l’etnia di appartenenza. Gli adolescenti che sono vittime di violenza o aggressioni a casa o che sono esposti alla violenza o a relazioni conflittuali tra i propri genitori hanno maggiori probabilità di divenire bulli a propria volta. Tuttavia, i bulli non necessariamente provengono da contesti domestici difficili e le loro caratteristiche possono variare anche in modo notevole. La letteratura evidenzia come sia i ragazzi sia le ragazze possano essere vittime e carnefici, ma anche come ci siano significative differenze nel coinvolgimento negli episodi di bullismo tra i generi e nel tipo di ruolo svolto. Perquanto trovino ampia risonanza mediatica i casi di bullismo al femminile, i dati raccontano di come il fenomeno nel suo complesso interessi soprattuttoi ragazzi, in particolare in riferimento alla violenza fisica. Mettere quindi in atto strategie di intervento che tengano conto dell’appartenenza di genere è da considerarsi una priorità nella prevenzione di questo fenomeno nel contesto scolastico ed extrascolastico. L’indagine OCSE-PISA misura l’incidenza del bullismo tramite la rilevazione di quanto riportato dai quindicenni attraverso sei diverse domande volte a rilevare il bullismo fisico, relazionale e verbale. A partire dagli indicatori contenuti nel rapporto OCSE-PISA 2015 sul benessere degli studenti, in questo intervento si vogliono esplorare le caratteristiche del fenomenosecondo una prospettiva prettamente di genere nelle sue relazioni con la scuola e la famiglia di origine. Gli esiti confermano, in accordo con la letteratura, come i ragazzi siano, più frequentemente delle ragazze, vittime di bullismo ad eccezione del bullismo di tipo relazionale (essere esclusi dagli argomenti di conversazione intenzionalmente e sentire voci false sul proprio conto). Inoltre, dalle analisi emerge il ruolo cruciale svolto dagli insegnati e, ancora prima, dalle figure genitoriali nel determinare, soprattutto nei ragazzi, uno sviluppo identitario in grado di saper fronteggiare gli episodi di bullismo che possono verificarsi dentro e fuori il contesto scolastico.
Decataldo, A., Fiore, B. (2018). Indicatori di bullismo nel rapporto OCSE-PISA 2015: uno sguardo di genere. In Direttivo Ais - Studi di genere (a cura di), Il continuum della violenza. Generi, corpi, sessualità tra violenza strutturale, interpersonale e simbolica (pp. 30-32). Varazze : PM edizioni.
Indicatori di bullismo nel rapporto OCSE-PISA 2015: uno sguardo di genere
Decataldo, A;Fiore, B
2018
Abstract
Gli episodi di bullismo sono una condizione cruciale per spiegare lo stato di malessere di studenti e studentesse dentro e fuori la scuola. Il bullismo è definibile come un abuso di potere sistematico e può essere identificato da tre tratti specifici: ripetizione, intenzione di ferire e distribuzione ineguale di potere tra il bullo e la vittima. Le immediate conseguenze del bullismo sono rintracciabili in ansia e insicurezza, bassa autostima, chiusura sociale, assenteismo e basse performance disciplinari. Le conseguenze più a lungo termine sono rappresentate da minori livelli di scolarizzazione, peggiori esiti legati al successo nel mercato del lavoro (occupabilità e retribuzione), comportamenti antisociali nella fase adulta. Esistono differenti forme di bullismo (verbale, fisico, relazionale, cyber) che possono alternarsi o sommarsi uno all’altro. La probabilità di diventare un bullo è spesso associata in letteratura ad alcune specifiche caratteristiche quali l’età, l’apparenza fisica, il genere e l’etnia di appartenenza. Gli adolescenti che sono vittime di violenza o aggressioni a casa o che sono esposti alla violenza o a relazioni conflittuali tra i propri genitori hanno maggiori probabilità di divenire bulli a propria volta. Tuttavia, i bulli non necessariamente provengono da contesti domestici difficili e le loro caratteristiche possono variare anche in modo notevole. La letteratura evidenzia come sia i ragazzi sia le ragazze possano essere vittime e carnefici, ma anche come ci siano significative differenze nel coinvolgimento negli episodi di bullismo tra i generi e nel tipo di ruolo svolto. Perquanto trovino ampia risonanza mediatica i casi di bullismo al femminile, i dati raccontano di come il fenomeno nel suo complesso interessi soprattuttoi ragazzi, in particolare in riferimento alla violenza fisica. Mettere quindi in atto strategie di intervento che tengano conto dell’appartenenza di genere è da considerarsi una priorità nella prevenzione di questo fenomeno nel contesto scolastico ed extrascolastico. L’indagine OCSE-PISA misura l’incidenza del bullismo tramite la rilevazione di quanto riportato dai quindicenni attraverso sei diverse domande volte a rilevare il bullismo fisico, relazionale e verbale. A partire dagli indicatori contenuti nel rapporto OCSE-PISA 2015 sul benessere degli studenti, in questo intervento si vogliono esplorare le caratteristiche del fenomenosecondo una prospettiva prettamente di genere nelle sue relazioni con la scuola e la famiglia di origine. Gli esiti confermano, in accordo con la letteratura, come i ragazzi siano, più frequentemente delle ragazze, vittime di bullismo ad eccezione del bullismo di tipo relazionale (essere esclusi dagli argomenti di conversazione intenzionalmente e sentire voci false sul proprio conto). Inoltre, dalle analisi emerge il ruolo cruciale svolto dagli insegnati e, ancora prima, dalle figure genitoriali nel determinare, soprattutto nei ragazzi, uno sviluppo identitario in grado di saper fronteggiare gli episodi di bullismo che possono verificarsi dentro e fuori il contesto scolastico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.