Nell’ambito della riflessione teorico-giuridica su “diritto” e “letteratura”, il tema proposto riguarda il rapporto tra la produzione giuridica italiana riguardo ai temi c.d. “eticamente sensibili” e il testo biblico. La Bibbia può essere considerata, infatti, non solo “il” testo sacro per le tradizioni religiose occidentali, ma anche un testo letterario tra i più conosciuti e diffusi al mondo. Va altresì ricordato che, ancora oggi, per molti studiosi, teologi, filosofi, giuristi, bioeticisti, la Bibbia è la radice forte, la fonte di prescrizioni, attuali o attualizzabili, per il diritto. I contenuti in senso lato prescrittivi sarebbero pertanto individuabili o attraverso l’interpretazione effettuata dagli organi ufficiali delle organizzazioni religiose (come il Magistero della Chiesa cattolica, ad esempio), oppure attraverso l’interpretazione che ciascuno di noi può compiere, direttamente accostandosi al testo. Ciò che, tuttavia, non viene quasi mai esplicitato alla maggior parte dei fruitori, (e che invece è ben presente nei lavori “degli esperti” dei testi antichi) è la grande differenza che si può riscontrare tra i contenuti tradotti e il testo originale ebraico. In breve, il testo biblico che noi oggi conosciamo non solo non è quello scritto in origine, ma è certamente un prodotto interpolato e modificato da secoli di interpretazioni e traduzioni non fedeli alla lettera del testo. A partire da questi elementi, si possono pertanto discutere criticamente alcuni profili. Se la Bibbia è da considerarsi un libro, fra i molti scritti nel corso della storia umana, come tale andrebbe trattato: un elaborato storico-letterario, privo di valenze etico- giuridiche universali. Se, invece, lo si considera un testo sacro, e se si sostiene che il diritto, per essere Vero diritto, debba riproporre i contenuti della Morale in esso presenti, si può controargomentare al riguardo. Va ricordato, certo, che l’approccio di tipo giuspositivistico – analitico ha da tempo portato solide ragioni teoriche riguardo alla separazione tra diritto e morale, e in particolare ha messo fortemente in discussione la connessione-unione tra diritto e morali particolari, per affermare, invece, una nozione “forte” di laicità; tuttavia, fino ad oggi, non è stata condotta un’indagine che prenda in esame il contenuto letterale del testo biblico, tanto citato e considerato un solido riferimento assiologico, ma quasi mai studiato per come è e non per come si vorrebbe che fosse. Una volta preso atto delle molte incongruenze testuali, ciò che emerge da quanto scritto nella Bibbia, con tutte le valenze valoriali e prescrittive ad essa attribuite, appare il risultato di traduzioni non fedeli al testo originale ebraico o, addirittura, frutto di invenzione. In proposito, si possono elencare alcuni temi etici e bioetici che hanno dato conto di un travisamento importante del testo biblico, ad esempio in relazione alla naturalità di certe condizioni, alla sessualità, o alla procreazione medicalmente assistita; all’aborto o in riferimento ai temi del c.d. “fine-vita”.

Forni, L. (2018). Le radici dell'esperienza giuridica: la Bibbia e il diritto. Il testo di "ieri" a confronto con i problemi di "oggi". Intervento presentato a: Le radici dell'esperienza giuridica. VIII convegno nazionale della Italian Society for Law and Literature, Catanzaro.

Le radici dell'esperienza giuridica: la Bibbia e il diritto. Il testo di "ieri" a confronto con i problemi di "oggi"

Forni, L
2018

Abstract

Nell’ambito della riflessione teorico-giuridica su “diritto” e “letteratura”, il tema proposto riguarda il rapporto tra la produzione giuridica italiana riguardo ai temi c.d. “eticamente sensibili” e il testo biblico. La Bibbia può essere considerata, infatti, non solo “il” testo sacro per le tradizioni religiose occidentali, ma anche un testo letterario tra i più conosciuti e diffusi al mondo. Va altresì ricordato che, ancora oggi, per molti studiosi, teologi, filosofi, giuristi, bioeticisti, la Bibbia è la radice forte, la fonte di prescrizioni, attuali o attualizzabili, per il diritto. I contenuti in senso lato prescrittivi sarebbero pertanto individuabili o attraverso l’interpretazione effettuata dagli organi ufficiali delle organizzazioni religiose (come il Magistero della Chiesa cattolica, ad esempio), oppure attraverso l’interpretazione che ciascuno di noi può compiere, direttamente accostandosi al testo. Ciò che, tuttavia, non viene quasi mai esplicitato alla maggior parte dei fruitori, (e che invece è ben presente nei lavori “degli esperti” dei testi antichi) è la grande differenza che si può riscontrare tra i contenuti tradotti e il testo originale ebraico. In breve, il testo biblico che noi oggi conosciamo non solo non è quello scritto in origine, ma è certamente un prodotto interpolato e modificato da secoli di interpretazioni e traduzioni non fedeli alla lettera del testo. A partire da questi elementi, si possono pertanto discutere criticamente alcuni profili. Se la Bibbia è da considerarsi un libro, fra i molti scritti nel corso della storia umana, come tale andrebbe trattato: un elaborato storico-letterario, privo di valenze etico- giuridiche universali. Se, invece, lo si considera un testo sacro, e se si sostiene che il diritto, per essere Vero diritto, debba riproporre i contenuti della Morale in esso presenti, si può controargomentare al riguardo. Va ricordato, certo, che l’approccio di tipo giuspositivistico – analitico ha da tempo portato solide ragioni teoriche riguardo alla separazione tra diritto e morale, e in particolare ha messo fortemente in discussione la connessione-unione tra diritto e morali particolari, per affermare, invece, una nozione “forte” di laicità; tuttavia, fino ad oggi, non è stata condotta un’indagine che prenda in esame il contenuto letterale del testo biblico, tanto citato e considerato un solido riferimento assiologico, ma quasi mai studiato per come è e non per come si vorrebbe che fosse. Una volta preso atto delle molte incongruenze testuali, ciò che emerge da quanto scritto nella Bibbia, con tutte le valenze valoriali e prescrittive ad essa attribuite, appare il risultato di traduzioni non fedeli al testo originale ebraico o, addirittura, frutto di invenzione. In proposito, si possono elencare alcuni temi etici e bioetici che hanno dato conto di un travisamento importante del testo biblico, ad esempio in relazione alla naturalità di certe condizioni, alla sessualità, o alla procreazione medicalmente assistita; all’aborto o in riferimento ai temi del c.d. “fine-vita”.
slide + paper
Law, Bible, Ethics, Bioethics, Literature
Italian
Le radici dell'esperienza giuridica. VIII convegno nazionale della Italian Society for Law and Literature
2018
2018
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Forni, L. (2018). Le radici dell'esperienza giuridica: la Bibbia e il diritto. Il testo di "ieri" a confronto con i problemi di "oggi". Intervento presentato a: Le radici dell'esperienza giuridica. VIII convegno nazionale della Italian Society for Law and Literature, Catanzaro.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/200933
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