Il presente scritto ha l’ambizione di ricostruire alcune tra le dinamiche vissute dalla comunità umana che si è evoluta assieme (ma potremmo anche dire attraverso) la città di Trieste, partendo dal confronto con alcuni elementi presenti nell’aspetto attuale della città, utilizzati come pretesti per ricomporre sommariamente alcuni “stati di cose” vissuti dal microcosmo locale, dal XVIII secolo in poi. In questa sede, simili elementi materiali vengono considerati come la testimonianza delle forme assunte dalle relazioni sussistenti tra i diversi elementi del sistema cittadino in un determinato momento: della sua (relativa) autonomia rispetto al potere politico innanzitutto, ma anche delle articolazioni assunte dalla società locale, della mentalità diffusa e soprattutto delle relazioni umane di cui quegli elementi materiali sono stati la rappresentazione. Relazioni di potere, di convenienza ed opportunità, ma anche relazioni tra identità, e di altro tipo, da un’epoca all’altra difficilmente riconducibili alla semplice (e consueta) logica centro-periferia, quando invece i rapporti tra il centro politico dell’Impero e la società triestina furono sempre inseriti all’interno di complessi giochi economici e di potere, che oltrepassarono sempre i confini politici. Gli elementi di una simile evoluzione furono essenzialmente tre: innanzitutto la volontà degli Asburgo, reiterata più volte, di farne uno strumento dell’imperialismo commerciale e marittimo austriaco; in secondo luogo il ritardo relativo dei principali interventi imperiali, sia dal punto di vista cronologico (iniziative attuate quando i quadri generali si erano già formati), ma alle volte anche nella scelta degli strumenti operativi (spesso obsoleti, o soltanto parzialmente efficaci), e questo tendenziale ritardo ha portato ad una costante ricerca di strumenti compensativi, in grado di rendere più veloce ed efficiente l’acquisizione di spazi commerciali e quote di mercato. Infine, al terzo posto, la relativa scarsità di competenze commerciali e marittime all’interno dell’Impero, che ha reso strategicamente importanti (non solo localmente) dapprima l’acquisizione di quelle capacità e conoscenze, ed in seguito il loro mantenimento e perfezionamento, attraverso istituzioni e agenzie radicate nel contesto locale. Ciò portò a fare di Trieste una piccola ma ben attrezzata capitale marittima dell’Adriatico asburgico, con infrastrutture materiali ed immateriali adatte a gestire localmente l’intero doppio circuito commerciale marittimo: delle merci e dei mezzi di trasporto.

Mellinato, G. (2010). Leggere una città. La storia di Trieste scritta negli spazi di vita e lavoro. In A.M. Vinci (a cura di), Frontiere invisibili? Storie di confine e storie di convivenza (pp. 74-98). Trieste : Edizioni Università di Trieste.

Leggere una città. La storia di Trieste scritta negli spazi di vita e lavoro

MELLINATO, GIULIO
2010

Abstract

Il presente scritto ha l’ambizione di ricostruire alcune tra le dinamiche vissute dalla comunità umana che si è evoluta assieme (ma potremmo anche dire attraverso) la città di Trieste, partendo dal confronto con alcuni elementi presenti nell’aspetto attuale della città, utilizzati come pretesti per ricomporre sommariamente alcuni “stati di cose” vissuti dal microcosmo locale, dal XVIII secolo in poi. In questa sede, simili elementi materiali vengono considerati come la testimonianza delle forme assunte dalle relazioni sussistenti tra i diversi elementi del sistema cittadino in un determinato momento: della sua (relativa) autonomia rispetto al potere politico innanzitutto, ma anche delle articolazioni assunte dalla società locale, della mentalità diffusa e soprattutto delle relazioni umane di cui quegli elementi materiali sono stati la rappresentazione. Relazioni di potere, di convenienza ed opportunità, ma anche relazioni tra identità, e di altro tipo, da un’epoca all’altra difficilmente riconducibili alla semplice (e consueta) logica centro-periferia, quando invece i rapporti tra il centro politico dell’Impero e la società triestina furono sempre inseriti all’interno di complessi giochi economici e di potere, che oltrepassarono sempre i confini politici. Gli elementi di una simile evoluzione furono essenzialmente tre: innanzitutto la volontà degli Asburgo, reiterata più volte, di farne uno strumento dell’imperialismo commerciale e marittimo austriaco; in secondo luogo il ritardo relativo dei principali interventi imperiali, sia dal punto di vista cronologico (iniziative attuate quando i quadri generali si erano già formati), ma alle volte anche nella scelta degli strumenti operativi (spesso obsoleti, o soltanto parzialmente efficaci), e questo tendenziale ritardo ha portato ad una costante ricerca di strumenti compensativi, in grado di rendere più veloce ed efficiente l’acquisizione di spazi commerciali e quote di mercato. Infine, al terzo posto, la relativa scarsità di competenze commerciali e marittime all’interno dell’Impero, che ha reso strategicamente importanti (non solo localmente) dapprima l’acquisizione di quelle capacità e conoscenze, ed in seguito il loro mantenimento e perfezionamento, attraverso istituzioni e agenzie radicate nel contesto locale. Ciò portò a fare di Trieste una piccola ma ben attrezzata capitale marittima dell’Adriatico asburgico, con infrastrutture materiali ed immateriali adatte a gestire localmente l’intero doppio circuito commerciale marittimo: delle merci e dei mezzi di trasporto.
Capitolo o saggio
storia economica, storia marittima, storia urbana, economia, commerci, Trieste, Adriatico
Italian
Frontiere invisibili? Storie di confine e storie di convivenza
Vinci, AM
2010
9788883033087
Edizioni Università di Trieste
74
98
Mellinato, G. (2010). Leggere una città. La storia di Trieste scritta negli spazi di vita e lavoro. In A.M. Vinci (a cura di), Frontiere invisibili? Storie di confine e storie di convivenza (pp. 74-98). Trieste : Edizioni Università di Trieste.
open
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Mellinato_Frontiere_invisibili_14_12_10.pdf

accesso aperto

Tipologia di allegato: Author’s Accepted Manuscript, AAM (Post-print)
Dimensione 6.62 MB
Formato Adobe PDF
6.62 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/20073
Citazioni
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
Social impact