L’articolo analizza la legge n. 219/2017 “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”, ponendo in evidenza gli aspetti per i quali il provvedimento segna un punto di svolta nella disciplina dell’assistenza sanitaria. In particolare, viene posto l’accento sul fatto che la disciplina delle volontà anticipate, diffusamente considerate parte centrale del provvedimento, si inserisce in una più ampia cornice di regole che tracciano i confini della relazione di cura e definiscono il modello assistenziale al quale dovrà essere improntata la pratica clinica. Tra le disposizioni di cui l’articolo sottolinea la rilevanza, vi sono quelle che sanciscono il diritto del paziente di rifiutare anche i trattamenti salvavita e, contestualmente, l’esonero da responsabilità del medico che ha omesso o sospeso il trattamento rifiutato dal malato. Vi sono, inoltre, quelle che affermano il dovere del medico di astenersi dalla somministrazione di trattamenti inutili e il dovere di alleviare le sofferenze del malato, anche in caso di rifiuto del trattamento, prospettando come praticabile la strada della sedazione palliativa profonda in presenza di sofferenze, sia fisiche sia psicologiche, refrattarie ad ogni altro trattamento. Dall’articolo esce delineato il profilo di una legge in grado di favorire il cambiamento culturale necessario per rimuovere gli ostacoli che ancora si frappongono alla realizzazione di prassi di cura appropriate alle condizioni e ai bisogni dei malati e sempre rispettose delle loro volontà, piuttosto che improntate a non giustificabili logiche difensive.
Borsellino, P. (2018). Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento. Una conquista per i pazienti e per gli operatori sanitari. LA RIVISTA ITALIANA DI CURE PALLIATIVE, XX(1), 1-10.
Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento. Una conquista per i pazienti e per gli operatori sanitari
Borsellino, P
2018
Abstract
L’articolo analizza la legge n. 219/2017 “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”, ponendo in evidenza gli aspetti per i quali il provvedimento segna un punto di svolta nella disciplina dell’assistenza sanitaria. In particolare, viene posto l’accento sul fatto che la disciplina delle volontà anticipate, diffusamente considerate parte centrale del provvedimento, si inserisce in una più ampia cornice di regole che tracciano i confini della relazione di cura e definiscono il modello assistenziale al quale dovrà essere improntata la pratica clinica. Tra le disposizioni di cui l’articolo sottolinea la rilevanza, vi sono quelle che sanciscono il diritto del paziente di rifiutare anche i trattamenti salvavita e, contestualmente, l’esonero da responsabilità del medico che ha omesso o sospeso il trattamento rifiutato dal malato. Vi sono, inoltre, quelle che affermano il dovere del medico di astenersi dalla somministrazione di trattamenti inutili e il dovere di alleviare le sofferenze del malato, anche in caso di rifiuto del trattamento, prospettando come praticabile la strada della sedazione palliativa profonda in presenza di sofferenze, sia fisiche sia psicologiche, refrattarie ad ogni altro trattamento. Dall’articolo esce delineato il profilo di una legge in grado di favorire il cambiamento culturale necessario per rimuovere gli ostacoli che ancora si frappongono alla realizzazione di prassi di cura appropriate alle condizioni e ai bisogni dei malati e sempre rispettose delle loro volontà, piuttosto che improntate a non giustificabili logiche difensive.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.