L'analisi pedagogica del terrorismo non può ignorare le sue ricadute educative sulle differenti soggettività che abitano il panorama sociale multiculturale contemporaneo. Se un'interpretazione allarmistica del terrorismo (Battistelli 2016) diffonde un "endemico sentimento di paura" (Barbieri 2016:17) tra i cittadini occidentali, la superficiale retorica populista che lo concepisce come effetto della religione islamica, attraverso un "essenzialismo culturale mai cosi pervicacemente applicato all'Islam" (Roy 2017:108), comporta implicazioni significative per i soggetti che in tale religione si riconoscono. All'interno di una ricerca pedagogica sul sistema educativo diffuso (Tramma 2010) entro cui si sviluppano le biografie formative di giovani donne con un background migratorio, il riferimento al terrorismo è stato indicato da diverse ragazze musulmane come elemento ricorrente in comportamenti discriminatori subiti da compagni e sconosciuti. Questi aumentano nei giorni immediatamente seguenti a un atto terroristico rilanciato mediaticamente, accompagnati dalla costante e faticosa richiesta di "prendere le distanze" dagli attentatori, loro rivolta per il solo fatto di avere origini arabe o di portare segni visibili che riconducono all'Islam. Tale discriminazione avviene in un contesto che vede la comunità musulmana generalmente relegata in un'integrazione marginale o segmentata (Portes, Rumbaut 2005), a differenza di altri Paesi Europei dove l'ascesa sociale delle classi medie musulmane contribuisce, non senza contraddizioni, al riconoscimento di un Islam moderato, vittima a propria volta del terrorismo pseudo-religioso radicale (Roy 2017). Anche in Italia la presa di parola pubblica di alcune associazioni giovanili e singole soggettività (Frisina 2010) accompagna la rivendicazione della compatibilità tra partecipazione alla società italiana e fede musulmana dei giovani con un background migratorio. Tale sentimento è emerso ampiamente tra le partecipanti della ricerca, le quali hanno più volte espresso il disagio per un contesto sociale dove le identità meticce sono scarsamente riconosciute. A partire da queste suggestioni il contributo vuole approfondire le ricadute educative del terrorismo sulle esperienze quotidiane delle giovani italiane, straniere o in attesa di cittadinanza musulmane. Esse si traducono nella responsabilità, per i professionisti del mondo educativo, di ripensare i propri modelli di intervento al fine di renderli generatori di benessere per tutti i giovani e le giovani loro affidati, soprattutto se a rischio di discriminazione. A tale scopo è necessario che nelle scuole e nei servizi educativi, luoghi privilegiati del confronto interculturale (Fiorucci, Pinto Minerva, Portera 2017) si apprenda a "dire la verità" (Ben Jelloun 2017) sul terrorismo, accompagnando insegnanti ed educatori a diffondere una conoscenza più approfondita della relazione, spesso sovrastimata, tra questo fenomeno e la religione islamica (Barbieri 2017).

Pozzebon, G. (2018). Il terrorismo contemporaneo e le sue molteplici implicazioni educative. Riflessioni pedagogiche a partire dalle voci di giovani donne musulmane. Intervento presentato a: Ciclo di studi pedagogici: Educazione e Terrorismo, Milano.

Il terrorismo contemporaneo e le sue molteplici implicazioni educative. Riflessioni pedagogiche a partire dalle voci di giovani donne musulmane

Pozzebon, G
2018

Abstract

L'analisi pedagogica del terrorismo non può ignorare le sue ricadute educative sulle differenti soggettività che abitano il panorama sociale multiculturale contemporaneo. Se un'interpretazione allarmistica del terrorismo (Battistelli 2016) diffonde un "endemico sentimento di paura" (Barbieri 2016:17) tra i cittadini occidentali, la superficiale retorica populista che lo concepisce come effetto della religione islamica, attraverso un "essenzialismo culturale mai cosi pervicacemente applicato all'Islam" (Roy 2017:108), comporta implicazioni significative per i soggetti che in tale religione si riconoscono. All'interno di una ricerca pedagogica sul sistema educativo diffuso (Tramma 2010) entro cui si sviluppano le biografie formative di giovani donne con un background migratorio, il riferimento al terrorismo è stato indicato da diverse ragazze musulmane come elemento ricorrente in comportamenti discriminatori subiti da compagni e sconosciuti. Questi aumentano nei giorni immediatamente seguenti a un atto terroristico rilanciato mediaticamente, accompagnati dalla costante e faticosa richiesta di "prendere le distanze" dagli attentatori, loro rivolta per il solo fatto di avere origini arabe o di portare segni visibili che riconducono all'Islam. Tale discriminazione avviene in un contesto che vede la comunità musulmana generalmente relegata in un'integrazione marginale o segmentata (Portes, Rumbaut 2005), a differenza di altri Paesi Europei dove l'ascesa sociale delle classi medie musulmane contribuisce, non senza contraddizioni, al riconoscimento di un Islam moderato, vittima a propria volta del terrorismo pseudo-religioso radicale (Roy 2017). Anche in Italia la presa di parola pubblica di alcune associazioni giovanili e singole soggettività (Frisina 2010) accompagna la rivendicazione della compatibilità tra partecipazione alla società italiana e fede musulmana dei giovani con un background migratorio. Tale sentimento è emerso ampiamente tra le partecipanti della ricerca, le quali hanno più volte espresso il disagio per un contesto sociale dove le identità meticce sono scarsamente riconosciute. A partire da queste suggestioni il contributo vuole approfondire le ricadute educative del terrorismo sulle esperienze quotidiane delle giovani italiane, straniere o in attesa di cittadinanza musulmane. Esse si traducono nella responsabilità, per i professionisti del mondo educativo, di ripensare i propri modelli di intervento al fine di renderli generatori di benessere per tutti i giovani e le giovani loro affidati, soprattutto se a rischio di discriminazione. A tale scopo è necessario che nelle scuole e nei servizi educativi, luoghi privilegiati del confronto interculturale (Fiorucci, Pinto Minerva, Portera 2017) si apprenda a "dire la verità" (Ben Jelloun 2017) sul terrorismo, accompagnando insegnanti ed educatori a diffondere una conoscenza più approfondita della relazione, spesso sovrastimata, tra questo fenomeno e la religione islamica (Barbieri 2017).
paper
terrorismo; educazione; giovani donne musulmane; Italia
Italian
Ciclo di studi pedagogici: Educazione e Terrorismo
2018
2018
none
Pozzebon, G. (2018). Il terrorismo contemporaneo e le sue molteplici implicazioni educative. Riflessioni pedagogiche a partire dalle voci di giovani donne musulmane. Intervento presentato a: Ciclo di studi pedagogici: Educazione e Terrorismo, Milano.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/196308
Citazioni
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
Social impact