Norme vissute e norme meramente pensate: noema deontico ed esperienza normativa in Kelsen, Weber, Petrażycki e Weinberger

In opposition to a widespread notion of effectiveness, Max Weber and Hans Kelsen claim that the very idea of the norm (Normvorstellung) is effective (wirksam) on one’s behaviour, rather than the norm itself. In what sense, though, one can have an idea of the norm? The author con-fronts this question through the concept of deontic noema and draws a distinction between the lived normative experience of a norm – here investigated through Leon Petrażycki’s psycho-logical analysis of normative experience – and the mere knowledge of the norm (Ota Wein-berger), or the merely thought norm (Hans Kelsen). The analysis of norms in terms of deontic noemata can shed light on those contexts where norms are applied, which do not correspond to linguistic entities or to expressly enacted laws

Contro una diffusa concezione dell’efficacia, Max Weber e Hans Kelsen affermano che ad essere efficace o operante (wirksam) sull’azione è non la norma in sé, ma la rappresentazione della norma (Normvorstellung). Ma in che senso un agente si rappresenta una norma? Attraverso il concetto di noema deontico, Lorenzo Passerini Glazel indaga il modo in cui le norme possono essere presenti nella coscienza d’un agente: all’esperienza d’una norma vissuta normativamente – qui esaminata attraverso l’analisi in termini psicologici proposta da Leon Petrażycki – si contrappongono la mera conoscenza d’una norma (Ota Weinberger), e le norme meramente pensate (Hans Kelsen). L’operanza di norme intese quali noemi deontici illumina quei contesti in cui, nella vita del diritto, vengono applicate norme che non corrispondono ad entità linguistiche determinate o a norme espressamente statuite