Neuroscienze e diritto penale: le questioni sul tappeto

In recent years, also in Italy the neurosciences, namely the set of scienti c disciplines that investigates, among other topics, the neural basis of human behavior, and its disorders, started to interact with criminal law and criminal procedure. At a theoretical level, and de iure condendo, criminal law scholars investigated then whether criminal law may be “refounded”, also on the basis of scienti c evidence from advances in neuroscience ( rst of all, as to the possible overcoming of the dogma of free and self-determined will). At a practical level, and de iure condito, some applications of the neurosciences, aimed at providing the evidence of one or of another essential element of the crime, are on record: the latter approach, so far apparently more proli c than the former, after having obtained some approval by the decisions of the Italian courts of rst instance and courts of appeals, seems, however, at present to be received with deep skepticism by the Italian Supreme Court.

Da qualche anno anche in Italia si sono a acciate sulla scena del diritto e del processo penale le c.d. neuroscienze,vale a dire quel complesso di discipline che indaga sulle connessioni neuronali dei comportamenti umani. A livello teorico, e de iure condendo, la dottrina penalistica si è, quindi, interrogata sulla possibilità di una “rifondazione” del diritto penale che faccia tesoro delle acquisizioni neuroscienti che (per quanto riguarda, in primis, il possibile superamento del dogma della volontà libera e non determinata). A livello pratico, e de iure condito, si registrano, intanto, alcune applicazioni delle neuroscienze nalizzate a fornire la prova di questo o quell’elemento del reato: questo secondo approccio, indubbiamente più proli co del primo, dopo aver riscosso un iniziale favore presso la giurisprudenza di merito, sembra, tuttavia, ora scontrarsi con un profondo scetticismo da parte della giurisprudenza di legittimità.