Pensare Deleuze secondo Deleuze non comporta un’identificazione simpatetica con l’autore che si commenta, né una mera applicazione al suo pensiero del suo apparato concettuale, ma dovrà piuttosto accogliere l’invito a seguire un movimento logico e ontologico ad un tempo. Così ha fatto François Zourabichvili, che ha attraversato Deleuze seguendo l’evento del suo pensiero a partire, per l’appunto, dal concetto di evento. Ma se questo si produce come frammezzo o tempo morto tra più stati di cose, pensare nell’evento di un pensiero significa stare al centro di un discorso indiretto libero articolato secondo un’univocità polifonica, sorvolarne le ramificazioni e le disgiunzioni. L’evento di cui parla Deleuze, infatti, è altra cosa rispetto all’evento inteso nel senso heideggeriano: non c’è evento del disvelamento dell’ente, né la possibilità della sua chiusura nella rappresentazione, ma punto-zero dell’attualizzazione divergente di tutti i virtuali. Eppure, in Deleuze e Heidegger due cose tanto diverse si dicono allo stesso modo: in fondo, si tratta pur sempre di evento. Il fatto che due problemi diversi si dicano con una sola parola non è semplicemente frutto di una convenzione linguistica: l’evento non può che darsi in modo molteplice e differente. La nozione di “virtuale” consente a Deleuze di affrontare questo problema: il modo di essere dei possibili in quanto, a modo loro, essenti, è la virtualità; l’essere in atto dei virtuali consiste nella loro disposizione in serie divergenti; il pensare diventa mappatura e misurazione di una divergenza e di una distanza. La scrittura filosofica si configura, pertanto, come un esercizio tutt’altro che irenico, che si assume la responsabilità di demarcare e porre delle linee di confine tra concetti prossimi e apparentemente indiscernibili: come opera indiretta libera in cui il movimento discorsivo del concetto si attualizza in un’esplosione di serie divergenti, costruendo linee di amicizia e inimicizia
Pinzolo, L. (2017). L’evento-Deleuze. Il discorso indiretto libero di François Zourabichvili. In C. Zaltieri (a cura di), Il divenire della filosofia in François Zourabichvili (pp. 37-49). Mantova : Negretto.
L’evento-Deleuze. Il discorso indiretto libero di François Zourabichvili
Pinzolo, L.
2017
Abstract
Pensare Deleuze secondo Deleuze non comporta un’identificazione simpatetica con l’autore che si commenta, né una mera applicazione al suo pensiero del suo apparato concettuale, ma dovrà piuttosto accogliere l’invito a seguire un movimento logico e ontologico ad un tempo. Così ha fatto François Zourabichvili, che ha attraversato Deleuze seguendo l’evento del suo pensiero a partire, per l’appunto, dal concetto di evento. Ma se questo si produce come frammezzo o tempo morto tra più stati di cose, pensare nell’evento di un pensiero significa stare al centro di un discorso indiretto libero articolato secondo un’univocità polifonica, sorvolarne le ramificazioni e le disgiunzioni. L’evento di cui parla Deleuze, infatti, è altra cosa rispetto all’evento inteso nel senso heideggeriano: non c’è evento del disvelamento dell’ente, né la possibilità della sua chiusura nella rappresentazione, ma punto-zero dell’attualizzazione divergente di tutti i virtuali. Eppure, in Deleuze e Heidegger due cose tanto diverse si dicono allo stesso modo: in fondo, si tratta pur sempre di evento. Il fatto che due problemi diversi si dicano con una sola parola non è semplicemente frutto di una convenzione linguistica: l’evento non può che darsi in modo molteplice e differente. La nozione di “virtuale” consente a Deleuze di affrontare questo problema: il modo di essere dei possibili in quanto, a modo loro, essenti, è la virtualità; l’essere in atto dei virtuali consiste nella loro disposizione in serie divergenti; il pensare diventa mappatura e misurazione di una divergenza e di una distanza. La scrittura filosofica si configura, pertanto, come un esercizio tutt’altro che irenico, che si assume la responsabilità di demarcare e porre delle linee di confine tra concetti prossimi e apparentemente indiscernibili: come opera indiretta libera in cui il movimento discorsivo del concetto si attualizza in un’esplosione di serie divergenti, costruendo linee di amicizia e inimiciziaFile | Dimensione | Formato | |
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