SCHEDA G.10 - Gli Accordi per la sicurezza offshore: Istituzioni, Enti di Ricerca e Università Ai sensi del Codice dell’Ambiente, come modificato dall’art. 35 del Decreto Legge n. 83/2012, l’aumento del 3% delle royalties per la produzione di olio e gas versate dagli operatori sono destinate ad apposito capi - tolo del Ministero dello sviluppo economico per assicurare il pieno svolgimento delle attività di vigilanza e controllo della sicurezza anche ambientale degli impianti di ricerca e coltivazione in mare. A questo scopo e per rispondere alle prescrizioni della Direttiva 2013/30/UE la DGS-UNMIG ha avviato nel 2014 collaborazioni con Forze Armate, Centri di Ricerca ed Università per il conseguimento di obiettivi finalizzati a: - definizione di un indicatore di sicurezza e sostenibilità - miglioramento del monitoraggio e innovazione tecnologica - definizione di regolamentazione e best practices - dialogo e trasparenza con gli stakeholders. Questi obiettivi di progetto si pongono a supporto delle attività istituzionali legate alla sicurezza mineraria ed energetica portate avanti dalla Direzione. Gli accordi hanno in primo luogo permesso alla DGS-UNMIG di usufruire di una rete di conoscenze specifiche multidisciplinari applicate al settore della sicurezza con il coinvolgimento di professori, ricercatori, assegnisti di ricerca sia presso gli enti che in distacco presso la Direzione al fine di cooperare giornalmente su questi temi. Attraverso il network, così come ad oggi è ribattezzato l’insieme delle partnership sulla sicurezza, la Direzione ha la possibilità di studiare e produrre nuove conoscenze relativamente a temi di frontiera, pervenendo a risultati tecnici e rigorosi trattati con metodo scientifico e sperimentale: attraverso la misurazione, l’analisi, l’elaborazione e quando necessario ripartendo da nuove assunzioni. I primi risultati significativi sono emersi nel 2015 nell’ambito dei monitoraggi. Dopo un anno di attività infatti la Marina Militare e le Capitanerie di Porto avevano significativamente aumentato i controlli e i pattugliamenti in mare nelle aree di interesse minerario attraverso l’utilizzo di mezzi aeronavali dedicati. Tali controlli hanno portato alla individuazione di infrazioni delle aree di sicurezza delle piattaforme e al controllo delle attività svolte in mare dalle navi oceanografiche di ricerca nonché allo sviluppo di software altamente tecnologici per il loro monitoraggio. Solo nel 2016 sono emersi i primi risultati relativi alla definizione di un prototipo di indicatore per la sicurezza e sostenibilità. L’indicatore ha l’ambizioso obiettivo di raffigurare sinteticamente lo stato di sicurezza delle attività minerarie in mare. Il prototipo ideato si basa momentaneamente su 3 Key Performance Indicators (pattugliamenti, ispezioni e infortuni) da testare e convalidare nel corso del 2017. Ad oggi, questi valori hanno dato la possibilità di registrare e comunicare un trend in miglioramento della sicurezza offshore. Altri importanti studi sono stati condotti relativamente all’Analisi Multirischio per gli impianti in un’area nel Mare Adriatico centrale “ Progetto ARGO”, in particolare per gli aspetti di eventi meteo marini estremi, alla sismicità naturale e indotta e alla subsidenza. Inoltre sempre nel monitoraggio stanno perseguendo va lutazioni per il controllo in continuo di parametri significativi per la prevenzione di eventuali impatti delle attività offshore, a partire da una prima mappatura della pericolosità dei fondali e alla realizzazione di un database per l’ottimizzazione energetica degli impianti. Attraverso gli accordi è partito anche un importante progetto di comunicazione che proprio a dicembre 2016 ha visto il primo evento di rilevanza ed impatto mediatico dedicato al tema del network.
Antoncecchi, I. (2017). Scheda G.10 - Gli Accordi per la sicurezza offshore: Istituzioni, Enti di Ricerca e Università (Ilaria Antoncecchi). In O. Coppi, S. Grandi, R. Urtis (a cura di), unmig 1957-2017 (pp. 315-315). Roma : Università degli Studi Milano Bicocca CRIET - Centro di Ricerca Interuniversitario in Economia del Territorio.
Scheda G.10 - Gli Accordi per la sicurezza offshore: Istituzioni, Enti di Ricerca e Università (Ilaria Antoncecchi)
Antoncecchi, I.
2017
Abstract
SCHEDA G.10 - Gli Accordi per la sicurezza offshore: Istituzioni, Enti di Ricerca e Università Ai sensi del Codice dell’Ambiente, come modificato dall’art. 35 del Decreto Legge n. 83/2012, l’aumento del 3% delle royalties per la produzione di olio e gas versate dagli operatori sono destinate ad apposito capi - tolo del Ministero dello sviluppo economico per assicurare il pieno svolgimento delle attività di vigilanza e controllo della sicurezza anche ambientale degli impianti di ricerca e coltivazione in mare. A questo scopo e per rispondere alle prescrizioni della Direttiva 2013/30/UE la DGS-UNMIG ha avviato nel 2014 collaborazioni con Forze Armate, Centri di Ricerca ed Università per il conseguimento di obiettivi finalizzati a: - definizione di un indicatore di sicurezza e sostenibilità - miglioramento del monitoraggio e innovazione tecnologica - definizione di regolamentazione e best practices - dialogo e trasparenza con gli stakeholders. Questi obiettivi di progetto si pongono a supporto delle attività istituzionali legate alla sicurezza mineraria ed energetica portate avanti dalla Direzione. Gli accordi hanno in primo luogo permesso alla DGS-UNMIG di usufruire di una rete di conoscenze specifiche multidisciplinari applicate al settore della sicurezza con il coinvolgimento di professori, ricercatori, assegnisti di ricerca sia presso gli enti che in distacco presso la Direzione al fine di cooperare giornalmente su questi temi. Attraverso il network, così come ad oggi è ribattezzato l’insieme delle partnership sulla sicurezza, la Direzione ha la possibilità di studiare e produrre nuove conoscenze relativamente a temi di frontiera, pervenendo a risultati tecnici e rigorosi trattati con metodo scientifico e sperimentale: attraverso la misurazione, l’analisi, l’elaborazione e quando necessario ripartendo da nuove assunzioni. I primi risultati significativi sono emersi nel 2015 nell’ambito dei monitoraggi. Dopo un anno di attività infatti la Marina Militare e le Capitanerie di Porto avevano significativamente aumentato i controlli e i pattugliamenti in mare nelle aree di interesse minerario attraverso l’utilizzo di mezzi aeronavali dedicati. Tali controlli hanno portato alla individuazione di infrazioni delle aree di sicurezza delle piattaforme e al controllo delle attività svolte in mare dalle navi oceanografiche di ricerca nonché allo sviluppo di software altamente tecnologici per il loro monitoraggio. Solo nel 2016 sono emersi i primi risultati relativi alla definizione di un prototipo di indicatore per la sicurezza e sostenibilità. L’indicatore ha l’ambizioso obiettivo di raffigurare sinteticamente lo stato di sicurezza delle attività minerarie in mare. Il prototipo ideato si basa momentaneamente su 3 Key Performance Indicators (pattugliamenti, ispezioni e infortuni) da testare e convalidare nel corso del 2017. Ad oggi, questi valori hanno dato la possibilità di registrare e comunicare un trend in miglioramento della sicurezza offshore. Altri importanti studi sono stati condotti relativamente all’Analisi Multirischio per gli impianti in un’area nel Mare Adriatico centrale “ Progetto ARGO”, in particolare per gli aspetti di eventi meteo marini estremi, alla sismicità naturale e indotta e alla subsidenza. Inoltre sempre nel monitoraggio stanno perseguendo va lutazioni per il controllo in continuo di parametri significativi per la prevenzione di eventuali impatti delle attività offshore, a partire da una prima mappatura della pericolosità dei fondali e alla realizzazione di un database per l’ottimizzazione energetica degli impianti. Attraverso gli accordi è partito anche un importante progetto di comunicazione che proprio a dicembre 2016 ha visto il primo evento di rilevanza ed impatto mediatico dedicato al tema del network.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.