Il tempo che trascorriamo con i bambini è un tempo scandito e ritmato dai gesti e dalle parole. L’adulto parla ai più piccoli che ancora non hanno le parole per dire ciò che desiderano, provano, pensano, mentre il bambino ascolta e si lascia cullare dalle parole dell’adulto. La parola è uno strumento educativo a tutti gli effetti e occuparsi delle parole che accompagnano la vita quotidiana dei contesti educativi per la prima infanzia significa tener conto dei «contenuti espressi» – vale a dire gli aspetti formali del linguaggio, che come ricordano Zani e Emiliani (1983) devono essere comprensibili ai bambini – e degli «stili», vale a dire i modelli o «i modi richiesti dalle convenzioni sociali proprie del contesto» (ivi, p. 94). Gli stili, a loro volta, dipendono dalle concezioni sull’educazione e dalle aspettative sul proprio ruolo, ma dipendono anche dal tipo di bambino o bambina a cui si rivolge l’educatore. Tuttavia non si tratta di temi facili da osservare nel traffico di pa- role che caratterizza la vita quotidiana nei contesti educativi per l'infanzia. Il capitolo, dopo una breve rassegna della letteratura sul ruolo dell’adulto negli scambi conversazionali, presenta una riflessione critica sulla necessità di osservare e descrivere la quantità e la qualità delle parole nei contesti educativi al fine di individuare criteri orientativi per l’azione educativa rispetto a come si parla con i bambini e quale modello (impalcatura) di uso delle parole offriamo ai bambini del nido nelle diverse situazioni quotidiane (gioco libero, routine, lettura, attività, pasto ecc.).
Bove, C. (2016). Le parole nella relazione con i bambini: osservare il "linguaggio in azione" al nido.. In S. Mantovani, C. Silva, E. Freschi (a cura di), Didattica e nido d'infanzia. Metodi e pratiche d'intervento educativo. (pp. 25-58). PArma : Edizioni Junior, Gruppo Spaggiari.
Le parole nella relazione con i bambini: osservare il "linguaggio in azione" al nido.
BOVE, CHIARA MARIAPrimo
2016
Abstract
Il tempo che trascorriamo con i bambini è un tempo scandito e ritmato dai gesti e dalle parole. L’adulto parla ai più piccoli che ancora non hanno le parole per dire ciò che desiderano, provano, pensano, mentre il bambino ascolta e si lascia cullare dalle parole dell’adulto. La parola è uno strumento educativo a tutti gli effetti e occuparsi delle parole che accompagnano la vita quotidiana dei contesti educativi per la prima infanzia significa tener conto dei «contenuti espressi» – vale a dire gli aspetti formali del linguaggio, che come ricordano Zani e Emiliani (1983) devono essere comprensibili ai bambini – e degli «stili», vale a dire i modelli o «i modi richiesti dalle convenzioni sociali proprie del contesto» (ivi, p. 94). Gli stili, a loro volta, dipendono dalle concezioni sull’educazione e dalle aspettative sul proprio ruolo, ma dipendono anche dal tipo di bambino o bambina a cui si rivolge l’educatore. Tuttavia non si tratta di temi facili da osservare nel traffico di pa- role che caratterizza la vita quotidiana nei contesti educativi per l'infanzia. Il capitolo, dopo una breve rassegna della letteratura sul ruolo dell’adulto negli scambi conversazionali, presenta una riflessione critica sulla necessità di osservare e descrivere la quantità e la qualità delle parole nei contesti educativi al fine di individuare criteri orientativi per l’azione educativa rispetto a come si parla con i bambini e quale modello (impalcatura) di uso delle parole offriamo ai bambini del nido nelle diverse situazioni quotidiane (gioco libero, routine, lettura, attività, pasto ecc.).File | Dimensione | Formato | |
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