Una delle questioni che ha maggiormente caratterizzato il dibattito nazionale e sovra-nazionale degli ultimi anni, non è stata tanto la riflessione sullo sviluppo dell’Unione Europea (UE), bensì la constatazione della crisi di un progetto politico mai davvero compiuto, che si scontra con gli esiti infausti di crisi economiche, con il riaccendersi di nazionalismi protezionistici, con il tragico scenario di nuove guerre e con gli assetti strategici della geo-politica. L’Unione Europea si misura così con la realtà di Paesi membri che viaggiano a velocità diverse e che su questioni che dovrebbero essere di interesse comune vengono piuttosto a sostenere posizioni conflittuali, se non opposte. Tale complessa situazione ci induce a riflettere non solo sul significato politico ed economico, bensì sul valore culturale e simbolico che l’idea e la pratica di una comune cittadinanza europea hanno o possono avere per ogni singolo individuo appartenente, piuttosto che per ogni Stato membro nel suo complesso. Tale riflessione è tanto più urgente, quanto più cresce la disaffezione e diminuisce la fiducia dei cittadini nei confronti del progetto UE. Al fine di mettere in luce ambivalenze e potenzialità dell’UE, si cercherà di focalizzare i miei argomenti attorno a tree principali questioni: 1. Esiste un’“identità” europea, capace di agire da collante contro la crisi incipiente, tale da scongiurare un progressivo smembramento dell’Unione, che sembra andare in controtendenza rispetto allo “spirito” estensivo che l’aveva connotata all’inizio del Millennio con l’inclusione dei Paesi post-socialisti? 2. Quali sono le principali ragioni che hanno determinato la crescente indifferenza/ delusione/ avversione dei cittadini nei confronti dell’Unione Europea? 3. Possiamo o meno continuare a pensare all’Unione Europea, come a uno spazio di opportunità, fondato sul principio di giustizia sociale e sul rispetto della dignità umana, partendo dall’esercizio consapevole di una cittadinanza comune? A tali quesiti si può rispondere solo se si comprendono le ragioni, per le quali cittadini dell’UE, nonostante continuino a beneficiare di politiche sociali, si sentono tuttavia marginali e sempre più estranei rispetto al centro del decision-making, governato da ristrette élite al potere.

Calloni, M. (2015). Quale ”identità” per l’Unione Europea? Per la costruzione di una cultura politica e di una politica culturale comune. ANNALI DI STORIA MODERNA E CONTEMPORANEA, 3, 279-298.

Quale ”identità” per l’Unione Europea? Per la costruzione di una cultura politica e di una politica culturale comune

CALLONI, MARINA
Primo
2015

Abstract

Una delle questioni che ha maggiormente caratterizzato il dibattito nazionale e sovra-nazionale degli ultimi anni, non è stata tanto la riflessione sullo sviluppo dell’Unione Europea (UE), bensì la constatazione della crisi di un progetto politico mai davvero compiuto, che si scontra con gli esiti infausti di crisi economiche, con il riaccendersi di nazionalismi protezionistici, con il tragico scenario di nuove guerre e con gli assetti strategici della geo-politica. L’Unione Europea si misura così con la realtà di Paesi membri che viaggiano a velocità diverse e che su questioni che dovrebbero essere di interesse comune vengono piuttosto a sostenere posizioni conflittuali, se non opposte. Tale complessa situazione ci induce a riflettere non solo sul significato politico ed economico, bensì sul valore culturale e simbolico che l’idea e la pratica di una comune cittadinanza europea hanno o possono avere per ogni singolo individuo appartenente, piuttosto che per ogni Stato membro nel suo complesso. Tale riflessione è tanto più urgente, quanto più cresce la disaffezione e diminuisce la fiducia dei cittadini nei confronti del progetto UE. Al fine di mettere in luce ambivalenze e potenzialità dell’UE, si cercherà di focalizzare i miei argomenti attorno a tree principali questioni: 1. Esiste un’“identità” europea, capace di agire da collante contro la crisi incipiente, tale da scongiurare un progressivo smembramento dell’Unione, che sembra andare in controtendenza rispetto allo “spirito” estensivo che l’aveva connotata all’inizio del Millennio con l’inclusione dei Paesi post-socialisti? 2. Quali sono le principali ragioni che hanno determinato la crescente indifferenza/ delusione/ avversione dei cittadini nei confronti dell’Unione Europea? 3. Possiamo o meno continuare a pensare all’Unione Europea, come a uno spazio di opportunità, fondato sul principio di giustizia sociale e sul rispetto della dignità umana, partendo dall’esercizio consapevole di una cittadinanza comune? A tali quesiti si può rispondere solo se si comprendono le ragioni, per le quali cittadini dell’UE, nonostante continuino a beneficiare di politiche sociali, si sentono tuttavia marginali e sempre più estranei rispetto al centro del decision-making, governato da ristrette élite al potere.
Articolo in rivista - Articolo scientifico
Unione Europea. Manifesto di Ventotene. Identità europea. Trattati dell'Unione Europea. Diritti Fondamentali. Cittadinanza.
Italian
2015
3
279
298
none
Calloni, M. (2015). Quale ”identità” per l’Unione Europea? Per la costruzione di una cultura politica e di una politica culturale comune. ANNALI DI STORIA MODERNA E CONTEMPORANEA, 3, 279-298.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/134517
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