In questo lavoro viene analizzato il caso di uno spazio residuale a Belo Horizonte (Brasile): il “Viaduto Santa Tereza” – un “vuoto” urbano, un “ritaglio in eccedenza” per urbanisti e residenti. L’appropriazione di questi luoghi attraverso azioni culturali (come, nel caso analizzato, la musica) rappresenta una creazione di spazi rinnovati per la comunità che non solo recuperano il proprio senso di “luogo dell’incontro”, ma si trasformano in luoghi simbolici, partecipati, e fruibili. La musica infatti approssima gruppi sociali distinti e permette il dialogo e il riconoscimento del “diritto alla città”: il cittadino/attore si ri-appropria della città, con la potenzialità di poterla rinnovare/trasformare, generando la possibilità di vivere nuovi (o vecchi) spazi della città che fino a quel momento non erano sentiti come sicuri o vivibili (Fani, 2007; Lamotte, 2014). Il caso del Viaduto rappresenta un esempio di autorganizzazione di spazio pubblico da parte di cittadini che democraticamente rilanciano l’uso degli spazi urbani come beni comuni.
DI QUARTO, F. (2016). Auto-organizzare gli spazi pubblici: il caso del Viaduto Santa Tereza a Belo Horizonte (Brasile). In Commons-Comune. Geografie, luoghi, spazi, città (pp. 173-180). Firenze : Soc. di Studi Geografici.
Auto-organizzare gli spazi pubblici: il caso del Viaduto Santa Tereza a Belo Horizonte (Brasile)
DI QUARTO, FAUSTOPrimo
2016
Abstract
In questo lavoro viene analizzato il caso di uno spazio residuale a Belo Horizonte (Brasile): il “Viaduto Santa Tereza” – un “vuoto” urbano, un “ritaglio in eccedenza” per urbanisti e residenti. L’appropriazione di questi luoghi attraverso azioni culturali (come, nel caso analizzato, la musica) rappresenta una creazione di spazi rinnovati per la comunità che non solo recuperano il proprio senso di “luogo dell’incontro”, ma si trasformano in luoghi simbolici, partecipati, e fruibili. La musica infatti approssima gruppi sociali distinti e permette il dialogo e il riconoscimento del “diritto alla città”: il cittadino/attore si ri-appropria della città, con la potenzialità di poterla rinnovare/trasformare, generando la possibilità di vivere nuovi (o vecchi) spazi della città che fino a quel momento non erano sentiti come sicuri o vivibili (Fani, 2007; Lamotte, 2014). Il caso del Viaduto rappresenta un esempio di autorganizzazione di spazio pubblico da parte di cittadini che democraticamente rilanciano l’uso degli spazi urbani come beni comuni.File | Dimensione | Formato | |
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