Il tema della mediazione penale si è imposto, negli ultimi decenni, all’attenzione della dottrina criminologica e penalistica di tutte le democrazie tardo-moderne. La mediazione reo-vittima è stata autorevolmente definita come il percorso, il più delle volte formale, con il quale un terzo imparziale – il mediatore – tenta, facilitando degli scambi comunicativi tra le parti, di permettere loro di confrontare i propri punti di vista e di cercare con il suo aiuto una "soluzione" al conflitto che le oppone. In breve, sviluppare la mediazione nell'ambito giudiziario (minorile e non) significa anzitutto superare la visione del reato quale atto isolato e astratto commesso da un soggetto difficile, e iniziare a leggerlo come un segmento di complesse vicende relazionali. Detto altrimenti, significa offrire una maggiore attenzione ai protagonisti della vicenda penale: nei confronti della vittima, soggetto tradizionalmente emarginato dalla vita processuale, viene garantita una considerazione più ampia e conferito un ruolo più attivo di quanto accada nel procedimento penale; nei confronti del reo viene accantonata - tutte le volte che i magistrati, gli operatori sociali e i mediatori lo ritengano opportuno – la concezione della pena nel suo significato retributivo, per lasciare il posto a forme di riparazione – anzitutto simboliche – intese quali modalità responsabilizzanti. L’autore, a partire da queste premesse, analizza come dopo l'ingresso delle pratiche di mediazione nel campo penale – in Italia in modo ancora marginale, a livello sperimentale e prevalentemente in ambito minorile – sia possibile distinguere almeno tre modalità di risposta ai comportamenti penalmente rilevanti: quella retributiva, quella terapeutica-rieducativa, quella di mediazione, appunto. Mentre il modello retributivo e quello terapeutico-rieducativo sono focalizzati sull'autore del reato, in quello di mediazione l'attenzione è spostata sulla relazione reo-vittima. Se nel modello retributivo l'obiettivo è quello di accertare la responsabilità dell'autore del reato, e la risposta data alla condotta o all’omissione è l'applicazione di una pena, nel modello terapeutico-rieducativo ci si propone di rispondere ai bisogni individuali del colpevole, mentre la risposta consiste in un'offerta di aiuto e nella presa in carico del reo. Nel modello di mediazione reo-vittima, invece, l'obiettivo è quello di gestire gli effetti/affetti distruttivi del conflitto che accompagna la commissione del reato, e la risposta va individuata nel gradiente di accordo che interviene tra le parti. Da questo punto di vista, la mediazione assume il carattere di una struttura intermedia tra gli apparati istituzionali dello Stato, i cittadini e gli abitanti, che si assegna il compito di regolare i conflitti tra i due sottosistemi del diritto e della cittadinanza. La centralità e il ruolo che vanno assumendo queste pratiche di-mostrano la pensabilità e la praticabilità di un "nuovo ordine sociale" costruito anche a partire dai mondi vitali e dagli accordi che nascono al loro interno. Questo scenario può essere genericamente descritto come un intreccio, un incatenamento di aree istituzionali, pratiche, procedure, istanze, denunzie, prese in carico, contrattazioni, aspettative (soddisfatte e deluse) che si raddoppiano o, meglio, si moltiplicano all'infinto dovunque venga creata una potenziale "uscita" dal sistema della giustizia e "una entrata" in un'area più informale. Ma il contesto che nasce alla periferia dei mondi istituzionali penali non è separato da questi ultimi. Al contrario è intrecciato, incatenato con quelli più formali. Ma a quali condizioni è possibile ipotizzare l’introduzione di pratiche di mediazione reo-vittima in una sistema penale? Quali sono i conflitti mediabili? E, prima ancora, che cosa è un conflitto? Su questi e altri temi ancora si sviluppa il contributo qui presentato.

Ceretti, A. (2005). Mediaciòn penal y justicia. En-contrar una norma. In P.R. David, A. Ceretti (a cura di), Justicia Reparadora. Mediaciòn Penal y Probation (pp. 5-103). Buenos Aires : LexisNexis.

Mediaciòn penal y justicia. En-contrar una norma

CERETTI, ADOLFO
2005

Abstract

Il tema della mediazione penale si è imposto, negli ultimi decenni, all’attenzione della dottrina criminologica e penalistica di tutte le democrazie tardo-moderne. La mediazione reo-vittima è stata autorevolmente definita come il percorso, il più delle volte formale, con il quale un terzo imparziale – il mediatore – tenta, facilitando degli scambi comunicativi tra le parti, di permettere loro di confrontare i propri punti di vista e di cercare con il suo aiuto una "soluzione" al conflitto che le oppone. In breve, sviluppare la mediazione nell'ambito giudiziario (minorile e non) significa anzitutto superare la visione del reato quale atto isolato e astratto commesso da un soggetto difficile, e iniziare a leggerlo come un segmento di complesse vicende relazionali. Detto altrimenti, significa offrire una maggiore attenzione ai protagonisti della vicenda penale: nei confronti della vittima, soggetto tradizionalmente emarginato dalla vita processuale, viene garantita una considerazione più ampia e conferito un ruolo più attivo di quanto accada nel procedimento penale; nei confronti del reo viene accantonata - tutte le volte che i magistrati, gli operatori sociali e i mediatori lo ritengano opportuno – la concezione della pena nel suo significato retributivo, per lasciare il posto a forme di riparazione – anzitutto simboliche – intese quali modalità responsabilizzanti. L’autore, a partire da queste premesse, analizza come dopo l'ingresso delle pratiche di mediazione nel campo penale – in Italia in modo ancora marginale, a livello sperimentale e prevalentemente in ambito minorile – sia possibile distinguere almeno tre modalità di risposta ai comportamenti penalmente rilevanti: quella retributiva, quella terapeutica-rieducativa, quella di mediazione, appunto. Mentre il modello retributivo e quello terapeutico-rieducativo sono focalizzati sull'autore del reato, in quello di mediazione l'attenzione è spostata sulla relazione reo-vittima. Se nel modello retributivo l'obiettivo è quello di accertare la responsabilità dell'autore del reato, e la risposta data alla condotta o all’omissione è l'applicazione di una pena, nel modello terapeutico-rieducativo ci si propone di rispondere ai bisogni individuali del colpevole, mentre la risposta consiste in un'offerta di aiuto e nella presa in carico del reo. Nel modello di mediazione reo-vittima, invece, l'obiettivo è quello di gestire gli effetti/affetti distruttivi del conflitto che accompagna la commissione del reato, e la risposta va individuata nel gradiente di accordo che interviene tra le parti. Da questo punto di vista, la mediazione assume il carattere di una struttura intermedia tra gli apparati istituzionali dello Stato, i cittadini e gli abitanti, che si assegna il compito di regolare i conflitti tra i due sottosistemi del diritto e della cittadinanza. La centralità e il ruolo che vanno assumendo queste pratiche di-mostrano la pensabilità e la praticabilità di un "nuovo ordine sociale" costruito anche a partire dai mondi vitali e dagli accordi che nascono al loro interno. Questo scenario può essere genericamente descritto come un intreccio, un incatenamento di aree istituzionali, pratiche, procedure, istanze, denunzie, prese in carico, contrattazioni, aspettative (soddisfatte e deluse) che si raddoppiano o, meglio, si moltiplicano all'infinto dovunque venga creata una potenziale "uscita" dal sistema della giustizia e "una entrata" in un'area più informale. Ma il contesto che nasce alla periferia dei mondi istituzionali penali non è separato da questi ultimi. Al contrario è intrecciato, incatenato con quelli più formali. Ma a quali condizioni è possibile ipotizzare l’introduzione di pratiche di mediazione reo-vittima in una sistema penale? Quali sono i conflitti mediabili? E, prima ancora, che cosa è un conflitto? Su questi e altri temi ancora si sviluppa il contributo qui presentato.
Capitolo o saggio
Mediazione penale, norma
Spanish; Castilian
Justicia Reparadora. Mediaciòn Penal y Probation
David, PR; Ceretti, A
2005
9789875920408
LexisNexis
5
103
Ceretti, A. (2005). Mediaciòn penal y justicia. En-contrar una norma. In P.R. David, A. Ceretti (a cura di), Justicia Reparadora. Mediaciòn Penal y Probation (pp. 5-103). Buenos Aires : LexisNexis.
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