L’esperienza che sappia riconnettersi al mondo dell’immaginario, della meraviglia e della bellezza permette di abitare il territorio della progettualità esistenziale in quanto ricontatta quelle dimensioni di attraversamento e possibilità che i vissuti di disagio, malattia e difficoltà ostacolano e nascondono. Accettare il rischio di perdersi, di trovarsi soli, di spaesarsi, facendo affidamento sull’affinamento dei sensi, sul momento estetico e di contatto con sé e con il mondo, può permettere di sperimentare quel che la filosofia dell’educazione coglie come occasione, come potenzialità: ovvero l’esilio, lo sconfinamento, il cambiamento. Attraverso una filosofia del sensibile che rieduchi lo sguardo a recuperare quei talenti di contatto estetico con il mondo e con le proprie dimensioni interiori che si tende – per condizionamenti culturali, sociali o per vicende personali e momenti esistenziali specifici -­‐ a trascurare, la progettualità esistenziale permetterà di sperimentare momenti di individuazione e costruzione narrativa di relazione con lo spazio esperienziale della bellezza che, lungi dall’essere astratta o concettuale, consentirà la mossa autoformativa e motivante del riconoscimento. Riferimenti: M. Zambrano, M. Merleau-­‐Ponty, G.M. Bertin

Mancino, E. (2016). Talenti perduti, nascosti, dimenticati. La filosofia del sensibile per costruire nuove progettualità esistenziali. In IX Convegno Nazionale di Psicologia dell'Invecchiamento : 10 anni di SIPI: bilancio e prospettive (pp.25-25).

Talenti perduti, nascosti, dimenticati. La filosofia del sensibile per costruire nuove progettualità esistenziali

MANCINO, EMANUELA
2016

Abstract

L’esperienza che sappia riconnettersi al mondo dell’immaginario, della meraviglia e della bellezza permette di abitare il territorio della progettualità esistenziale in quanto ricontatta quelle dimensioni di attraversamento e possibilità che i vissuti di disagio, malattia e difficoltà ostacolano e nascondono. Accettare il rischio di perdersi, di trovarsi soli, di spaesarsi, facendo affidamento sull’affinamento dei sensi, sul momento estetico e di contatto con sé e con il mondo, può permettere di sperimentare quel che la filosofia dell’educazione coglie come occasione, come potenzialità: ovvero l’esilio, lo sconfinamento, il cambiamento. Attraverso una filosofia del sensibile che rieduchi lo sguardo a recuperare quei talenti di contatto estetico con il mondo e con le proprie dimensioni interiori che si tende – per condizionamenti culturali, sociali o per vicende personali e momenti esistenziali specifici -­‐ a trascurare, la progettualità esistenziale permetterà di sperimentare momenti di individuazione e costruzione narrativa di relazione con lo spazio esperienziale della bellezza che, lungi dall’essere astratta o concettuale, consentirà la mossa autoformativa e motivante del riconoscimento. Riferimenti: M. Zambrano, M. Merleau-­‐Ponty, G.M. Bertin
abstract
filosofia del sensibile, cambiamento, esilio, bellezza, riconoscimento, psicologia positiva, estetica
Italian
IX convegno nazionale di psicologia dell'invecchiamento
2016
IX Convegno Nazionale di Psicologia dell'Invecchiamento : 10 anni di SIPI: bilancio e prospettive
2016
25
25
http://www.sipinvecchiamento.it/Convegni/Atti_SIPI_9_Padova.pdf
none
Mancino, E. (2016). Talenti perduti, nascosti, dimenticati. La filosofia del sensibile per costruire nuove progettualità esistenziali. In IX Convegno Nazionale di Psicologia dell'Invecchiamento : 10 anni di SIPI: bilancio e prospettive (pp.25-25).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/114789
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