Nel secondo dopoguerra le regioni del Mediterraneo sono divenute terreno di processi generalizzati di depauperamento ambientale e paesaggistico. In questo processo il turismo ha giocato un ruolo importante di comprimario. Le politiche turistiche di queste aree sono spesso caratterizzate da una visione economica e strategica di corto respiro, sia nel campo delle politiche pubbliche che nel comparto privato. La carenza di pianificazione e programmazione del settore turistico ha un impatto negativo sul paesaggio e sullo stato di salute dell'ambiente, sia a causa della forte stagionalità del settore, sia a causa dell’abusivismo edilizio, particolarmente vistoso sulle coste. Tuttavia, la competizione turistica a livello internazionale ha reso il tema dell’ambiente imprescindibile: da ciò il tentativo di coniugare dimensione economica e approccio ambientale. Il capitolo presenta parte dei risultati di un Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN) dal titolo “Sistemi turistici locali: reti territoriali e politiche pubbliche” (coordinatore nazionale Guido Martinotti). La ricerca si è basata su interviste qualitative agli stakeholders e su interviste strutturate ai sindaci di tutti i comuni calabresi. Scopo della ricerca era quello di individuare i nuovi attori emergenti nelle politiche di sviluppo turistico calabrese, tenendo presenti i vincoli limitanti delle politiche precedenti e della scarsa unità di intenti che esiste tra comunità locali, investitori e operatori. Se talora esistono, in Calabria, esempi virtuosi di cooperazione pubblico-privato, esiste spesso una forte mancanza di strategie cooperative tra gli stessi livelli delle amministrazioni locali (ad es. tra Comune e Comune) e tra livelli diversi (ad es. tra Province e Regione). In alcuni casi la mancata cooperazione diviene vero e proprio conflitto. La rete partecipativa che lega le varie comunità locali, sia che appartengano all'entroterra sia alle aree marine, è probabilmente una delle più deboli d’Italia. Nonostante questa evidente handicap di partenza esistono, in Calabria, nuovi elementi di mutamento sociale che aprono possibili percorsi di densità cooperativa tra le varie comunità locali. Questi elementi di novità vengono rintracciati a partire dalla volontà progettuale degli stessi sindaci a cooperare maggiormente tra di loro. E’ possibile costruire un'offerta turistica valida nel lungo periodo se gli strumenti della concertazione tra attori appartenenti a sfere differenti (quella pubblica e quella privata) sono poco praticati e non hanno tradizione? La risposta è che è difficile ma possibile, a tre condizioni: a) il rafforzamento di istituzioni politiche trasparenti, che siano responsabili delle richieste provenienti dalla società civile; b) la creazione di un set di politiche integrate; c) il lavorare su una effettiva e stabile partnership tra settore pubblico, settore privato e società civile. Il governo locale (quello dei sindaci e delle comunità locali) sembra essere, formalmente, nella posizione migliore per formulare politiche di coordinamento tra imprenditori, associazioni e politica, solo se riesce ad emanciparsi dalla tutela della politica regionale e nazionale. La concertazione e la capacità di "fare sistema", da un lato, e la traduzione di queste in termini organizzativi e gestionali, dall'altro, rappresentano la cruna dell'ago entro cui la comunità calabrese deve passare per provare a offrire prodotti competitivi all'interno del bacino turistico dei paesi mediterranei.

Marra, E., Catalano, G., Fiorelli, S. (2008). Il turismo difficile. Reti territoriali e collaborazione pubblico-privato nel caso Calabria. In A. Savelli (a cura di), Spazio turistico e società globale (pp. 105-127). Milano : FrancoAngeli.

Il turismo difficile. Reti territoriali e collaborazione pubblico-privato nel caso Calabria

MARRA, EZIO;
2008

Abstract

Nel secondo dopoguerra le regioni del Mediterraneo sono divenute terreno di processi generalizzati di depauperamento ambientale e paesaggistico. In questo processo il turismo ha giocato un ruolo importante di comprimario. Le politiche turistiche di queste aree sono spesso caratterizzate da una visione economica e strategica di corto respiro, sia nel campo delle politiche pubbliche che nel comparto privato. La carenza di pianificazione e programmazione del settore turistico ha un impatto negativo sul paesaggio e sullo stato di salute dell'ambiente, sia a causa della forte stagionalità del settore, sia a causa dell’abusivismo edilizio, particolarmente vistoso sulle coste. Tuttavia, la competizione turistica a livello internazionale ha reso il tema dell’ambiente imprescindibile: da ciò il tentativo di coniugare dimensione economica e approccio ambientale. Il capitolo presenta parte dei risultati di un Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN) dal titolo “Sistemi turistici locali: reti territoriali e politiche pubbliche” (coordinatore nazionale Guido Martinotti). La ricerca si è basata su interviste qualitative agli stakeholders e su interviste strutturate ai sindaci di tutti i comuni calabresi. Scopo della ricerca era quello di individuare i nuovi attori emergenti nelle politiche di sviluppo turistico calabrese, tenendo presenti i vincoli limitanti delle politiche precedenti e della scarsa unità di intenti che esiste tra comunità locali, investitori e operatori. Se talora esistono, in Calabria, esempi virtuosi di cooperazione pubblico-privato, esiste spesso una forte mancanza di strategie cooperative tra gli stessi livelli delle amministrazioni locali (ad es. tra Comune e Comune) e tra livelli diversi (ad es. tra Province e Regione). In alcuni casi la mancata cooperazione diviene vero e proprio conflitto. La rete partecipativa che lega le varie comunità locali, sia che appartengano all'entroterra sia alle aree marine, è probabilmente una delle più deboli d’Italia. Nonostante questa evidente handicap di partenza esistono, in Calabria, nuovi elementi di mutamento sociale che aprono possibili percorsi di densità cooperativa tra le varie comunità locali. Questi elementi di novità vengono rintracciati a partire dalla volontà progettuale degli stessi sindaci a cooperare maggiormente tra di loro. E’ possibile costruire un'offerta turistica valida nel lungo periodo se gli strumenti della concertazione tra attori appartenenti a sfere differenti (quella pubblica e quella privata) sono poco praticati e non hanno tradizione? La risposta è che è difficile ma possibile, a tre condizioni: a) il rafforzamento di istituzioni politiche trasparenti, che siano responsabili delle richieste provenienti dalla società civile; b) la creazione di un set di politiche integrate; c) il lavorare su una effettiva e stabile partnership tra settore pubblico, settore privato e società civile. Il governo locale (quello dei sindaci e delle comunità locali) sembra essere, formalmente, nella posizione migliore per formulare politiche di coordinamento tra imprenditori, associazioni e politica, solo se riesce ad emanciparsi dalla tutela della politica regionale e nazionale. La concertazione e la capacità di "fare sistema", da un lato, e la traduzione di queste in termini organizzativi e gestionali, dall'altro, rappresentano la cruna dell'ago entro cui la comunità calabrese deve passare per provare a offrire prodotti competitivi all'interno del bacino turistico dei paesi mediterranei.
Capitolo o saggio
Sociologia del turismo; Turismo; Buone pratiche; Calabria
Italian
Spazio turistico e società globale
Savelli, A
2008
978-88-464-9694-2
FrancoAngeli
105
127
Marra, E., Catalano, G., Fiorelli, S. (2008). Il turismo difficile. Reti territoriali e collaborazione pubblico-privato nel caso Calabria. In A. Savelli (a cura di), Spazio turistico e società globale (pp. 105-127). Milano : FrancoAngeli.
none
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/11390
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