Nel distretto del mobile in Brianza il mobile d'arte ha rappresentato per molto tempo il comparto più importante dell'economia distrettuale sia per volume di produzione che come numero di addetti. Da alcuni anni invece occupa un posizione minoritaria, una nicchia dove opera un numero sempre più esiguo di imprese specializzate nella produzione di mobili d'arte ad uso e consumo di élitès internazionali. Al di là delle spiegazioni “ufficiali” che giustificano la contrazione di questo comparto in ragione di un cambiamento nei gusti del consumatore comune e dell'emergere di nuovi clienti provenienti dai mercati emergenti dell'Europa orientale, l’analisi etnografica presentata in questo capitolo mette in evidenza l’irreversibile crisi della “vocazione territoriale” con effetti a catena fatali sulla trasmissione del sapere e sulla riproducibilità delle maestranze artigianali fondamentali per la sopravvivenza di questo settore. Tale fenomeno è accentuato dall’inerzia del contesto politico-istituzionale e, sul piano giuridico, dalla trasformazione dei rapporti di lavoro, mentre sul piano culturale, dalle trasformazioni dell’etica del lavoro fra generazioni. Questi aspetti operando sincronicamente rendono difficoltoso il mantenimento di uno standard produttivo elevato e la tenuta del tessuto imprenditoriale, con effetti negativi sull’indotto dell’intero distretto. Dunque, anche il caso brianzolo può rappresentare un ulteriore esempio del declino del sistema manifatturiero nel suo complesso e contribuire ad approfondire la questione della crisi del lavoro in Italia.
Ghezzi, S. (2016). La crisi viene da lontano. La fine di un sapere artigianale nell'industria del mobile d'arte in Brianza. In S. Ghezzi, F. D'Aloisio (a cura di), Antropologia della crisi. Prospettive etnografiche sulle trasformazioni del lavoro e dell'impresa in Italia (pp. 82-105). Torino : L'Harmattan.
La crisi viene da lontano. La fine di un sapere artigianale nell'industria del mobile d'arte in Brianza
GHEZZI, SIMONEPrimo
2016
Abstract
Nel distretto del mobile in Brianza il mobile d'arte ha rappresentato per molto tempo il comparto più importante dell'economia distrettuale sia per volume di produzione che come numero di addetti. Da alcuni anni invece occupa un posizione minoritaria, una nicchia dove opera un numero sempre più esiguo di imprese specializzate nella produzione di mobili d'arte ad uso e consumo di élitès internazionali. Al di là delle spiegazioni “ufficiali” che giustificano la contrazione di questo comparto in ragione di un cambiamento nei gusti del consumatore comune e dell'emergere di nuovi clienti provenienti dai mercati emergenti dell'Europa orientale, l’analisi etnografica presentata in questo capitolo mette in evidenza l’irreversibile crisi della “vocazione territoriale” con effetti a catena fatali sulla trasmissione del sapere e sulla riproducibilità delle maestranze artigianali fondamentali per la sopravvivenza di questo settore. Tale fenomeno è accentuato dall’inerzia del contesto politico-istituzionale e, sul piano giuridico, dalla trasformazione dei rapporti di lavoro, mentre sul piano culturale, dalle trasformazioni dell’etica del lavoro fra generazioni. Questi aspetti operando sincronicamente rendono difficoltoso il mantenimento di uno standard produttivo elevato e la tenuta del tessuto imprenditoriale, con effetti negativi sull’indotto dell’intero distretto. Dunque, anche il caso brianzolo può rappresentare un ulteriore esempio del declino del sistema manifatturiero nel suo complesso e contribuire ad approfondire la questione della crisi del lavoro in Italia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.