ll "Manifesto per i diritti dell'arte contemporanea" afferma alcuni principi di fondo, con l’intento di ristabilire e rigenerare equilibro fra le parti protagoniste e favorire anche una migliore comprensione del ruolo dell'arte nella sfera pubblica. Esistano, nel diritto, delle utilità per l’arte contemporanea, che possono interessare tutti i soggetti che operano in quel mondo. Le utilità riguardano in primo luogo una funzione del diritto che è stata lungamente posta in secondo piano: la funzione di comunicazione. Strumento centrale per svolgere questa funzione è il contratto, sia nei rapporti privati fra artisti e collezionisti, sia (sotto forma di bando) nell’arte in spazi pubblici. Un altro passaggio, ben delineato nel Manifesto, riguarda la necessità, una necessità molto italiana, di lavorare con nuove regole per favorire maggiore trasparenza, maggiori investimenti, maggiore attenzione del legislatore verso le difficoltà del mondo dell’arte. E, infine, la formazione giuridica. Una volta accettata l’idea che il diritto non sia solo regolamentazione, ma cultura, consapevolezza, informazione, è necessario formare in quella cultura, anche gli operatori, gli artisti.
Donati, A. (2011). Il manifesto per i diritti dell'arte contemporanea. Intervento presentato a: DAC - Il manifesto per i diritti dell'arte contemporanea, Accademia delle Belle Arti di Milano.
Il manifesto per i diritti dell'arte contemporanea
DONATI, ALESSANDRA
2011
Abstract
ll "Manifesto per i diritti dell'arte contemporanea" afferma alcuni principi di fondo, con l’intento di ristabilire e rigenerare equilibro fra le parti protagoniste e favorire anche una migliore comprensione del ruolo dell'arte nella sfera pubblica. Esistano, nel diritto, delle utilità per l’arte contemporanea, che possono interessare tutti i soggetti che operano in quel mondo. Le utilità riguardano in primo luogo una funzione del diritto che è stata lungamente posta in secondo piano: la funzione di comunicazione. Strumento centrale per svolgere questa funzione è il contratto, sia nei rapporti privati fra artisti e collezionisti, sia (sotto forma di bando) nell’arte in spazi pubblici. Un altro passaggio, ben delineato nel Manifesto, riguarda la necessità, una necessità molto italiana, di lavorare con nuove regole per favorire maggiore trasparenza, maggiori investimenti, maggiore attenzione del legislatore verso le difficoltà del mondo dell’arte. E, infine, la formazione giuridica. Una volta accettata l’idea che il diritto non sia solo regolamentazione, ma cultura, consapevolezza, informazione, è necessario formare in quella cultura, anche gli operatori, gli artisti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.