Modelli di genere e identità virtuali: performance maschili nelle communities del sesso a pagamento

La prostituzione mediata attraverso il web è un fenomeno che è andato intensificandosi a partire dalla fine del secolo scorso, con la crescita incessante di siti che pubblicizzano servizi di prostituzione e mettono in contatto offerta e domanda. Il fenomeno si è generato in parallelo all'aumentata accessibilità di Internet a persone di ogni gruppo sociale, alla disponibilità di piattaforme per la creazione di blog e siti personali, alla diffusione di metodi di pagamento online e al raffinamento dei sistemi per la protezione della privacy. Questo insieme di condizioni ha avuto un impatto decisivo sulle modalità di esercizio del lavoro sessuale, specialmente nel mercato del sesso indoor, ma ha determinato anche nuove modalità di fruizione da parte dei clienti e la produzione di luoghi virtuali, come forum e community specializzate, che rappresentano oggi un luogo di particolare interesse per comprendere atteggiamenti e comportamenti che caratterizzano la domanda maschile di prostituzione. Nel mio contributo intendo analizzare le performance del maschile in alcuni di questi luoghi virtuali, evidenziando i modi in cui il contesto omosociale prodotto attraverso le tecnologie del web riproduce, pur con le opportune distinzioni, la «socialità del bordello» descritta da Alain Corbin per le case chiuse. Nelle comunità virtuali, protetti da alias fantasiosi e da rappresentazioni idealizzate di sé, i clienti scambiano esperienze e opinioni con altri clienti, al riparo dalle pressioni tanto dei loro ruoli pubblici quanto di quelli familiari, ma anche dallo stigma associato all’acquisto di servizi sessuali a pagamento. Questi punti della rete, che cominciano oggi a essere oggetto anche di interesse accademico, consentono così visioni ravvicinate dei desideri e delle rappresentazioni della sessualità e del consumo che sono alla base della domanda maschile di prostituzione.