Accanto al pensiero razionale, possiamo affiancare l’immaginazione poetica e artistica come fonte di conoscenza con cui esplorare i fenomeni educativi e le manifestazioni dell’esistenza, perché insieme a Corbin, Jung, Bachelard, Durand, Hillman, Wunenburger, Mottana, Antonacci, possiamo considerare l’immagine, che animi arte, poesia, letteratura, sogni, allucinazioni, archetipi, simboli, miti, giochi, religioni, non meno importante del linguaggio concettuale. Le rappresentazioni culturali di ogni tempo e luogo formano ed esprimono un particolare immaginario che determina un certo tipo di stile dell’epoca. Nella cultura occidentale contemporanea sembrano prevalere strutture diurne dell’immaginario, ossia simboli, miti, tecniche, atteggiamenti che restituiscono un’immagine del mondo come luogo dell’antitesi, della contrapposizione dialettica, caratterizzato dalla propensione alla visibilità, alla parcellizzazione e al controllo dell’esperienza (Durand, 1963). In una tale condizione di predominio culturale, è plausibile rintracciare uno sbilanciamento immaginativo, che porta con sé un incremento di condizioni di malessere e disagio, di squilibri per la psiche, personale e collettiva. E se le tecniche di intervento prevalenti, per ovviare o alleviare questi stati di sofferenza, sono mosse da uno stesso orientamento pedagogico, ecco allora l’importanza e l’urgenza di lavorare a una compensazione immaginativa, integrando ogni aspetto della vita con una propensione notturna (ivi). Abbiamo, quindi, bisogno di nutrirci di immagini, spazi, tempi, attività che ci permettano di sperimentare le tensioni polarizzanti dell’esperienza, di vivere sulle soglie dei mondi poetici e ludici, dove possiamo riconoscere l’integrità dell’esistenza e educarci a un benessere psichico, dell’anima, che oscilla sempre verso una tensione unitaria. La ricerca percorre un tragitto formativo fra teoria e prassi, tra l’interpretazione simbolica di opere d’arte, portatrici di segni riferibili all’esperienza di disagio mentale, e la narrazione dei percorsi laboratoriali, luoghi in cui è stato, ed è possibile entrare in relazione con la sofferenza psichica mediante una modalità immaginativa psico-corporea. Il processo è caratterizzato da una circolarità fra questi momenti, poiché l’interpretazione simbolica di opere d’arte apre a orizzonti di senso che a ogni incontro con il gruppo dei partecipanti all’attività formativa vengono a loro volta arricchiti di nuovi significati e possibilità di lettura. Volgere lo sguardo verso una “pedagogia dell’immaginazione” (ivi) può contribuire a trasformare l’approccio culturale rispetto a quel doppio misterioso, scomodo, imprevedibile, ambiguo, doloroso, inopportuno, imperdonabile di ognuno, che è poi l’ombra proiettata da una civiltà in cui regna il mito luminoso del visibile.

(2015). Non temere la vampa del sole, Né la furia scatenata dell’inverno Soglia poetica dei contrari per trasformare lo sguardo sulla sofferenza psichica. (Tesi di dottorato, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015).

Non temere la vampa del sole, Né la furia scatenata dell’inverno Soglia poetica dei contrari per trasformare lo sguardo sulla sofferenza psichica

MORGIGNO, TANIA
2015

Abstract

Accanto al pensiero razionale, possiamo affiancare l’immaginazione poetica e artistica come fonte di conoscenza con cui esplorare i fenomeni educativi e le manifestazioni dell’esistenza, perché insieme a Corbin, Jung, Bachelard, Durand, Hillman, Wunenburger, Mottana, Antonacci, possiamo considerare l’immagine, che animi arte, poesia, letteratura, sogni, allucinazioni, archetipi, simboli, miti, giochi, religioni, non meno importante del linguaggio concettuale. Le rappresentazioni culturali di ogni tempo e luogo formano ed esprimono un particolare immaginario che determina un certo tipo di stile dell’epoca. Nella cultura occidentale contemporanea sembrano prevalere strutture diurne dell’immaginario, ossia simboli, miti, tecniche, atteggiamenti che restituiscono un’immagine del mondo come luogo dell’antitesi, della contrapposizione dialettica, caratterizzato dalla propensione alla visibilità, alla parcellizzazione e al controllo dell’esperienza (Durand, 1963). In una tale condizione di predominio culturale, è plausibile rintracciare uno sbilanciamento immaginativo, che porta con sé un incremento di condizioni di malessere e disagio, di squilibri per la psiche, personale e collettiva. E se le tecniche di intervento prevalenti, per ovviare o alleviare questi stati di sofferenza, sono mosse da uno stesso orientamento pedagogico, ecco allora l’importanza e l’urgenza di lavorare a una compensazione immaginativa, integrando ogni aspetto della vita con una propensione notturna (ivi). Abbiamo, quindi, bisogno di nutrirci di immagini, spazi, tempi, attività che ci permettano di sperimentare le tensioni polarizzanti dell’esperienza, di vivere sulle soglie dei mondi poetici e ludici, dove possiamo riconoscere l’integrità dell’esistenza e educarci a un benessere psichico, dell’anima, che oscilla sempre verso una tensione unitaria. La ricerca percorre un tragitto formativo fra teoria e prassi, tra l’interpretazione simbolica di opere d’arte, portatrici di segni riferibili all’esperienza di disagio mentale, e la narrazione dei percorsi laboratoriali, luoghi in cui è stato, ed è possibile entrare in relazione con la sofferenza psichica mediante una modalità immaginativa psico-corporea. Il processo è caratterizzato da una circolarità fra questi momenti, poiché l’interpretazione simbolica di opere d’arte apre a orizzonti di senso che a ogni incontro con il gruppo dei partecipanti all’attività formativa vengono a loro volta arricchiti di nuovi significati e possibilità di lettura. Volgere lo sguardo verso una “pedagogia dell’immaginazione” (ivi) può contribuire a trasformare l’approccio culturale rispetto a quel doppio misterioso, scomodo, imprevedibile, ambiguo, doloroso, inopportuno, imperdonabile di ognuno, che è poi l’ombra proiettata da una civiltà in cui regna il mito luminoso del visibile.
ANTONACCI, FRANCESCA
Immaginazione; Arte; Educazione; Psichiatria; Follia
Immaginazione, Arte, Educazione, Psichiatria, Follia
M-PED/01 - PEDAGOGIA GENERALE E SOCIALE
Italian
17-set-2015
Scuola di Dottorato in Scienze Umane
SCIENZE DELLA FORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE - 47R
27
2013/2014
open
(2015). Non temere la vampa del sole, Né la furia scatenata dell’inverno Soglia poetica dei contrari per trasformare lo sguardo sulla sofferenza psichica. (Tesi di dottorato, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015).
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Descrizione: Tesi dottorato
Tipologia di allegato: Doctoral thesis
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/88402
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