Questo studio vuole indagare il concetto di qualità nel lavoro educativo, individuandone le possibili determinazioni a livello teorico e pratico, attraverso un confronto con le pratiche e i problemi concreti dell’educare. Quello della qualità è un tema assai complesso e costituito da numerose variabili, attorno a cui hanno preso avvio una serie di dibattiti (Abbott L., 1955; Feigenbaum A. V., 1951; Crosby P. B., 1979; Juran J. M., 1974; 1988; Parasuraman A., Zeithaml V.A., Berry L.L, 1985) che hanno contribuito a rendere la parola qualità un contenitore da riempire con le più varie attribuzioni di significato. Definire la qualità non è solo un processo difficile, ma anche in trasformazione. Questo è ancor più vero nei riguardi di un settore articolato come quello educativo, dove essa assume tratti di complessità che occorre considerare. Se da un lato è possibile riscontrare un’idea di qualità tecnica, orientata alla progettazione e al controllo, dall’altra esiste una qualità pedagogica che spesso rimane nell’ombra. Con l’intento di inquadrare il concetto di qualità nell’ambito di una riflessione pedagogica, lo studio prende avvio da una ricognizione teorica che ha come oggetto il sapere pedagogico (Bertolini, 1988; Cambi, 2000; Cambi, Cives, Fornaca, 1991; Frabboni, Pinto Minerva, 2003; Massa, 1987, 1990), di cui si evidenzia il carattere complesso e multidimensionale che lo rende capace di orientare le pratiche senza la pretesa di giungere a verità assolute. In seguito è stato approfondito il tema del lavoro educativo, un lavoro esercitato nel campo-dispositivo dell’educazione (Massa, 1987) e che è esaminato nelle sue dimensioni materiali, inconsce e pragmatiche. Dopo aver posto le basi concettuali e teoriche del sapere pedagogico e del lavoro educativo, si entra nel merito del concetto di qualità, ripercorrendone le origini storiche e le relative evoluzioni, per poi considerare i significati che essa può assumere a seconda delle diverse prospettive epistemologiche: positivismo, ermeneutica, approccio critico-decostruttivo e clinico. Si fa così ritorno all’educativo: si cerca di mostrare il rapporto che la qualità intrattiene con l’educazione e le possibili accezioni attribuite alla qualità in tale ambito, in termini di capacità di gestione delle relazioni, di costruzione e progettazione di setting educativi, di decostruzione e riflessione sulle pratiche e sulle esperienze educative. Infine, si pone la qualità a confronto con i problemi dell’educazione, entrando nel vivo delle questioni concrete concernenti la pratica. L’ultima parte dello studio è dedicata alla ricerca. Essa si colloca all’interno del più ampio Progetto PRIN, cui ho preso parte, che ha avuto come obiettivo esplorare le culture e le politiche della valutazione in due servizi educativi e di cura per adolescenti del territorio lombardo. L’approccio entro cui è inserita è di tipo qualitativo (Denzin & Lincoln, 2000) ed essa è stata condotta attraverso la strutturazione di un “collective case study” (Yin, 1994; Mortari, 2007; Riva, 2007), utilizzando un approccio metodologico di tipo ermeneutico, clinico-critico, in particolare quello della ‘clinica della formazione’ (Massa, 1992; Riva 2000). Per la raccolta dei dati sono stati utilizzati diversi strumenti: l’osservazione etnografica (Anderson-Levitt, 2006; Angrosino & Rosenberg, 2011; Bove, 2009) per esplorare quanto agito nei due contesti; interviste e focus group per indagare quanto dichiarato dai professionisti rispetto al loro sapere; un percorso clinico pedagogico per esplorare i significati attribuiti alle pratiche. La ricerca sul campo ha evidenziato alcune delle possibili accezioni che la qualità può assumere nel lavoro educativo; significati generati dai contesti e dai soggetti che li abitano, che si costruiscono e si determinano nel quotidiano e nelle relazioni tra i professionisti, con gli utenti e con i diversi stakeholder.
(2015). Il concetto di "qualità" nel lavoro educativo. (Tesi di dottorato, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015).
Il concetto di "qualità" nel lavoro educativo
PAVAN, CLAUDIA
2015
Abstract
Questo studio vuole indagare il concetto di qualità nel lavoro educativo, individuandone le possibili determinazioni a livello teorico e pratico, attraverso un confronto con le pratiche e i problemi concreti dell’educare. Quello della qualità è un tema assai complesso e costituito da numerose variabili, attorno a cui hanno preso avvio una serie di dibattiti (Abbott L., 1955; Feigenbaum A. V., 1951; Crosby P. B., 1979; Juran J. M., 1974; 1988; Parasuraman A., Zeithaml V.A., Berry L.L, 1985) che hanno contribuito a rendere la parola qualità un contenitore da riempire con le più varie attribuzioni di significato. Definire la qualità non è solo un processo difficile, ma anche in trasformazione. Questo è ancor più vero nei riguardi di un settore articolato come quello educativo, dove essa assume tratti di complessità che occorre considerare. Se da un lato è possibile riscontrare un’idea di qualità tecnica, orientata alla progettazione e al controllo, dall’altra esiste una qualità pedagogica che spesso rimane nell’ombra. Con l’intento di inquadrare il concetto di qualità nell’ambito di una riflessione pedagogica, lo studio prende avvio da una ricognizione teorica che ha come oggetto il sapere pedagogico (Bertolini, 1988; Cambi, 2000; Cambi, Cives, Fornaca, 1991; Frabboni, Pinto Minerva, 2003; Massa, 1987, 1990), di cui si evidenzia il carattere complesso e multidimensionale che lo rende capace di orientare le pratiche senza la pretesa di giungere a verità assolute. In seguito è stato approfondito il tema del lavoro educativo, un lavoro esercitato nel campo-dispositivo dell’educazione (Massa, 1987) e che è esaminato nelle sue dimensioni materiali, inconsce e pragmatiche. Dopo aver posto le basi concettuali e teoriche del sapere pedagogico e del lavoro educativo, si entra nel merito del concetto di qualità, ripercorrendone le origini storiche e le relative evoluzioni, per poi considerare i significati che essa può assumere a seconda delle diverse prospettive epistemologiche: positivismo, ermeneutica, approccio critico-decostruttivo e clinico. Si fa così ritorno all’educativo: si cerca di mostrare il rapporto che la qualità intrattiene con l’educazione e le possibili accezioni attribuite alla qualità in tale ambito, in termini di capacità di gestione delle relazioni, di costruzione e progettazione di setting educativi, di decostruzione e riflessione sulle pratiche e sulle esperienze educative. Infine, si pone la qualità a confronto con i problemi dell’educazione, entrando nel vivo delle questioni concrete concernenti la pratica. L’ultima parte dello studio è dedicata alla ricerca. Essa si colloca all’interno del più ampio Progetto PRIN, cui ho preso parte, che ha avuto come obiettivo esplorare le culture e le politiche della valutazione in due servizi educativi e di cura per adolescenti del territorio lombardo. L’approccio entro cui è inserita è di tipo qualitativo (Denzin & Lincoln, 2000) ed essa è stata condotta attraverso la strutturazione di un “collective case study” (Yin, 1994; Mortari, 2007; Riva, 2007), utilizzando un approccio metodologico di tipo ermeneutico, clinico-critico, in particolare quello della ‘clinica della formazione’ (Massa, 1992; Riva 2000). Per la raccolta dei dati sono stati utilizzati diversi strumenti: l’osservazione etnografica (Anderson-Levitt, 2006; Angrosino & Rosenberg, 2011; Bove, 2009) per esplorare quanto agito nei due contesti; interviste e focus group per indagare quanto dichiarato dai professionisti rispetto al loro sapere; un percorso clinico pedagogico per esplorare i significati attribuiti alle pratiche. La ricerca sul campo ha evidenziato alcune delle possibili accezioni che la qualità può assumere nel lavoro educativo; significati generati dai contesti e dai soggetti che li abitano, che si costruiscono e si determinano nel quotidiano e nelle relazioni tra i professionisti, con gli utenti e con i diversi stakeholder.File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: Tesi di dottorato
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Doctoral thesis
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