Questo dialogo p a r t e dall'osservazione d i alcune tendenze storiche e contemporanee nella categorizzazione delle persone con disabilità, nel loro essere oggetti d i u n pensiero c h e m i r a a definirli e comprenderli. Nei media, nel mondo dello spettacolo, nel pensiero comune, "chi" sono e " c o s a " rappresentano queste persone? Individui c o n determinate l i m i t a z i o n i sensoriali, motorie, fisiche, cognitive, psicologiche, comportamentali vengono - spesso implicitamente - classificati, collocati in particolari "caselle", ricondotti a delle "tipologie". Partendo d a alcuni esempi, e i n dialogo col pubblico, rifletteremo sulle rappresentazioni sociali, s u l m o d o i n cui u n individuo è connesso a un'etichetta che lo identifica, sui sistemi attraverso i quali la comunicazione ri(con)duce quella persona a d un determinato "modello", sui meccanismi e i dispositivi che neutralizzano l'unicità. Ma anche s u approcci, modelli e sguardi dell'educazione e della cura, attraverso i quali l'individuo può posizionarsi, e costruire spazi d i auto-espressione, auto-narrazione, auto-definizione. In alcuni contesti mediatici, ritorna oggi la fi g u r a del "freak": l'individuo è ritratto n e l l a s u a stranezza, sickness, alterità, non-conformità - fisica, relazionale, morale. Vi e n e "discriminato" g i à a l livello della rappresentazione, quindi socialmente stigmatizzato. D'altro canto, le categorie diagnostiche rinnovano l a propria influenza attraverso i mass media e i mezzi di informazione. L'essere rappresentato come affetto da u n a sindrome, u n a condizione patologica, connotata i n termini medico-sanitari, innesca l a porta girevole della medicalizzazione, l a soglia rituale e performativa della diagnosi e della p r e s a i n carico, il destino sociale dell'istituzionalizzazione, d e l l a p r o g n o s i , d e l l e t e r a p i e . Quali rappresentazioni ed immaginazioni può generare la disabilità in questi a m b i t i ? La macchina interattiva dei social e del Web aggiunge nuovi elementi a tali schemi. Dai propri profili social, persone con disabilità raggiungono forme d i visibilità, successo, prestigio sociale, risultati significativi anche nell'autoimprenditorialità e n e l self-marketing. Nascono i nuovi freak - "freak 2.0". Con l'e-commerce e i guadagni legati a l social influencing, diventa possibile sostenere il proprio reddito e autosostentarsi, m a anche posizionarsi nelle dinamiche social(i) di rappresentazione della diversità propria e altrui. Il digitale potrebbe innovare l'immagine del 'diverso', portando dalla rappresentazione dell'altro verso altre rappresentazioni?
Menegola, L. (2023). Le Freak... C'Est Sick? Dialogo su disabilità e rappresentazioni sociali, tra antropologia e pedagogia [Altro].
Le Freak... C'Est Sick? Dialogo su disabilità e rappresentazioni sociali, tra antropologia e pedagogia
Menegola, L
2023
Abstract
Questo dialogo p a r t e dall'osservazione d i alcune tendenze storiche e contemporanee nella categorizzazione delle persone con disabilità, nel loro essere oggetti d i u n pensiero c h e m i r a a definirli e comprenderli. Nei media, nel mondo dello spettacolo, nel pensiero comune, "chi" sono e " c o s a " rappresentano queste persone? Individui c o n determinate l i m i t a z i o n i sensoriali, motorie, fisiche, cognitive, psicologiche, comportamentali vengono - spesso implicitamente - classificati, collocati in particolari "caselle", ricondotti a delle "tipologie". Partendo d a alcuni esempi, e i n dialogo col pubblico, rifletteremo sulle rappresentazioni sociali, s u l m o d o i n cui u n individuo è connesso a un'etichetta che lo identifica, sui sistemi attraverso i quali la comunicazione ri(con)duce quella persona a d un determinato "modello", sui meccanismi e i dispositivi che neutralizzano l'unicità. Ma anche s u approcci, modelli e sguardi dell'educazione e della cura, attraverso i quali l'individuo può posizionarsi, e costruire spazi d i auto-espressione, auto-narrazione, auto-definizione. In alcuni contesti mediatici, ritorna oggi la fi g u r a del "freak": l'individuo è ritratto n e l l a s u a stranezza, sickness, alterità, non-conformità - fisica, relazionale, morale. Vi e n e "discriminato" g i à a l livello della rappresentazione, quindi socialmente stigmatizzato. D'altro canto, le categorie diagnostiche rinnovano l a propria influenza attraverso i mass media e i mezzi di informazione. L'essere rappresentato come affetto da u n a sindrome, u n a condizione patologica, connotata i n termini medico-sanitari, innesca l a porta girevole della medicalizzazione, l a soglia rituale e performativa della diagnosi e della p r e s a i n carico, il destino sociale dell'istituzionalizzazione, d e l l a p r o g n o s i , d e l l e t e r a p i e . Quali rappresentazioni ed immaginazioni può generare la disabilità in questi a m b i t i ? La macchina interattiva dei social e del Web aggiunge nuovi elementi a tali schemi. Dai propri profili social, persone con disabilità raggiungono forme d i visibilità, successo, prestigio sociale, risultati significativi anche nell'autoimprenditorialità e n e l self-marketing. Nascono i nuovi freak - "freak 2.0". Con l'e-commerce e i guadagni legati a l social influencing, diventa possibile sostenere il proprio reddito e autosostentarsi, m a anche posizionarsi nelle dinamiche social(i) di rappresentazione della diversità propria e altrui. Il digitale potrebbe innovare l'immagine del 'diverso', portando dalla rappresentazione dell'altro verso altre rappresentazioni?| File | Dimensione | Formato | |
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