Nato da una ricerca avviata alla fine del secolo scorso sull’immaginario dell’innovazione biotecnologica, il libro conduce uno scavo nel mondo simbolico contemporaneo. Nonostante le innovazioni siano prodotte a ritmo impetuoso, il nostro modo di pensare il futuro rimane singolarmente ancorato a una neoclassicità che non ha nulla di nuovo e molto di entrato in crisi da tempo. Il neoliberismo, ultimo paradigma neoclassico, si è conquistato l’egemonia culturale trabordando dall’economia fin dentro alla politica e alla nostra stessa antropologia, conformemente al motto thatcheriano: L'economia è il mezzo, l'obiettivo è quello di cambiare il cuore e l'anima. Nonostante i disastrosi fallimenti economici, il neoliberismo ha invece avuto un successo culturale tale da oscurare ogni altra lettura del mondo umano e ponendosi quale nuova religione alla guida integralista della politica del mondo che chiamiamo occidentale. La questione del futuro che stiamo costruendo concerne le tre dimensioni cardinali della immaginazione sociologica: il decorso della vita personale fin nelle sue profondità, il tempo lungo dell’umanità con le sue produzioni simboliche durevoli, anche le più astratte e consapevoli, e infine il loro intersecarsi entro le dinamiche concrete della società contemporanea. Con l’idea che il tempo non passa come un vento astratto di accadimenti, ma si sedimenta come strati di neve giorno dopo giorno nel corpus delle nostre idee, nelle nostre pratiche sociali e persino entro i nostri corpi, si affronta un viaggio fra grandi miti dell’antichità (personificati da Gaia, Kronos e Athena), ancora assai vivi e potenti, e miti elaborati nella prima modernità, per contrapposizione (riduzionismo scientistico, individualismo narcisistico, relativismo assoluto), che pensiamo siano il modo ‘corretto’ di pensare per un ‘uomo moderno’. Il nostro immaginario risulta, perciò, stretto nella morsa cognitiva di due Canoni speculari, la Matrice Classica. Solo facendo i conti con questo mondo simbolico potremo costruire un domani diverso da questo triste presente in cui, per qualche accidente, ci siamo ritrovati a vivere.
Cerroni, A. (2024). Il futuro oggi. Miti antichi e moderni nella contemporaneità neoliberale. Franco Angeli.
Il futuro oggi. Miti antichi e moderni nella contemporaneità neoliberale
Cerroni, A
2024
Abstract
Nato da una ricerca avviata alla fine del secolo scorso sull’immaginario dell’innovazione biotecnologica, il libro conduce uno scavo nel mondo simbolico contemporaneo. Nonostante le innovazioni siano prodotte a ritmo impetuoso, il nostro modo di pensare il futuro rimane singolarmente ancorato a una neoclassicità che non ha nulla di nuovo e molto di entrato in crisi da tempo. Il neoliberismo, ultimo paradigma neoclassico, si è conquistato l’egemonia culturale trabordando dall’economia fin dentro alla politica e alla nostra stessa antropologia, conformemente al motto thatcheriano: L'economia è il mezzo, l'obiettivo è quello di cambiare il cuore e l'anima. Nonostante i disastrosi fallimenti economici, il neoliberismo ha invece avuto un successo culturale tale da oscurare ogni altra lettura del mondo umano e ponendosi quale nuova religione alla guida integralista della politica del mondo che chiamiamo occidentale. La questione del futuro che stiamo costruendo concerne le tre dimensioni cardinali della immaginazione sociologica: il decorso della vita personale fin nelle sue profondità, il tempo lungo dell’umanità con le sue produzioni simboliche durevoli, anche le più astratte e consapevoli, e infine il loro intersecarsi entro le dinamiche concrete della società contemporanea. Con l’idea che il tempo non passa come un vento astratto di accadimenti, ma si sedimenta come strati di neve giorno dopo giorno nel corpus delle nostre idee, nelle nostre pratiche sociali e persino entro i nostri corpi, si affronta un viaggio fra grandi miti dell’antichità (personificati da Gaia, Kronos e Athena), ancora assai vivi e potenti, e miti elaborati nella prima modernità, per contrapposizione (riduzionismo scientistico, individualismo narcisistico, relativismo assoluto), che pensiamo siano il modo ‘corretto’ di pensare per un ‘uomo moderno’. Il nostro immaginario risulta, perciò, stretto nella morsa cognitiva di due Canoni speculari, la Matrice Classica. Solo facendo i conti con questo mondo simbolico potremo costruire un domani diverso da questo triste presente in cui, per qualche accidente, ci siamo ritrovati a vivere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.