Dal 2008, in testa all'indice dei cosiddetti “failed states” la Somalia riveste un ruolo di primo piano a livello massmediatico quando si parli di guerre civili, violenza, terrorismo, devastazione, tribalismo, perdita di speranze. La clessidra del tempo contemporaneo somalo ha subito una fortissima scossa nel 1991 in seguito al crollo dell'allora Repubblica Democratica Somala e i conseguenti conflitti che, in molte aree dell'ex-Stato Somalo, perdurano. Per alcuni quella frattura storica collettiva ha segnato anche il tempo del proprio fermarsi, bloccati dal peso della sofferenza in una condizione di riconosciuto disagio mentale. Molti, siano essi rifugiati in paesi terzi o rimasti in Somalia, hanno fatto esperienza di atrocità “letteralmente di là dall’immaginazione per la maggior parte delle persone”(Malkki,1995). Ciononostante non hanno bisogno di attenzione “psichiatrica” oppure non manifestano alcun quadro clinico ascrivibile alle narrative dominanti della memoria traumatica oppure, ancora, non sono inquadrabili in un quadro nosologico internazionalmente riconosciuto. L'attenzione, poca, al tema della salute mentale in Somalia si è concentrata su queste dimensioni essenzializzandolo e riducendolo a un rapporto tra l'individuo e il proprio passato (“traumatico”) o tra il primo e la violenza (intesa come atto di rottura comprensibile a uno sguardo occidentale). Con questo lavoro si mostrerà come sia necessario affrancarsi da approcci medicalizzanti dell'esperienza di guerra (Almedon et al., 2004) per dare senso, attraverso il lavoro etnografico, all'articolazione tra biografie individuali e dinamiche sociali nel quadro delle trasformazioni in corso nella società Somala contemporanea. Portando al centro del discorso l'esperienza di sofferenza delle famiglie e la comprensione locale delle forme di disagio mentale, ci chiederemo inoltre se alcune di queste manifestazioni ci aiutino a comprendere le modalità in cui la violenza muta forma e se ci dicano qualcosa delle sfide verso il futuro di cui molti, soprattutto giovani, fanno esperienza.
(2013). Il tempo lungo della violenza. Etnografia della salute mentale in Somalia. (Tesi di dottorato, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013).
Il tempo lungo della violenza. Etnografia della salute mentale in Somalia
REGGI, MASSIMILIANO
2013
Abstract
Dal 2008, in testa all'indice dei cosiddetti “failed states” la Somalia riveste un ruolo di primo piano a livello massmediatico quando si parli di guerre civili, violenza, terrorismo, devastazione, tribalismo, perdita di speranze. La clessidra del tempo contemporaneo somalo ha subito una fortissima scossa nel 1991 in seguito al crollo dell'allora Repubblica Democratica Somala e i conseguenti conflitti che, in molte aree dell'ex-Stato Somalo, perdurano. Per alcuni quella frattura storica collettiva ha segnato anche il tempo del proprio fermarsi, bloccati dal peso della sofferenza in una condizione di riconosciuto disagio mentale. Molti, siano essi rifugiati in paesi terzi o rimasti in Somalia, hanno fatto esperienza di atrocità “letteralmente di là dall’immaginazione per la maggior parte delle persone”(Malkki,1995). Ciononostante non hanno bisogno di attenzione “psichiatrica” oppure non manifestano alcun quadro clinico ascrivibile alle narrative dominanti della memoria traumatica oppure, ancora, non sono inquadrabili in un quadro nosologico internazionalmente riconosciuto. L'attenzione, poca, al tema della salute mentale in Somalia si è concentrata su queste dimensioni essenzializzandolo e riducendolo a un rapporto tra l'individuo e il proprio passato (“traumatico”) o tra il primo e la violenza (intesa come atto di rottura comprensibile a uno sguardo occidentale). Con questo lavoro si mostrerà come sia necessario affrancarsi da approcci medicalizzanti dell'esperienza di guerra (Almedon et al., 2004) per dare senso, attraverso il lavoro etnografico, all'articolazione tra biografie individuali e dinamiche sociali nel quadro delle trasformazioni in corso nella società Somala contemporanea. Portando al centro del discorso l'esperienza di sofferenza delle famiglie e la comprensione locale delle forme di disagio mentale, ci chiederemo inoltre se alcune di queste manifestazioni ci aiutino a comprendere le modalità in cui la violenza muta forma e se ci dicano qualcosa delle sfide verso il futuro di cui molti, soprattutto giovani, fanno esperienza.File | Dimensione | Formato | |
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