Obiettivi: l’obiettivo del nostro studio è verificare la presenza di una associazione tra apnee ostruttive in sonno (OSA) e la presenza di indici di danno d’organo, come ad esempio l’incremento della massa del ventricolo sinistro, le dimensioni dell’atrio e l’ intima-media thickness (IMT) della arterie carotidee in pazienti affetti da ictus ischemico. L’OSA costituisce un fattore di rischio indipendente per l’ictus ischemico. Sono tuttavia da chiarire i meccanismi che sostengono tale associazione. Materiali: Sono stati reclutati 130 pazienti (età media 69.7 + 11.7), affetti da ictus ischemico acuto consecutivamente afferiti alla Stroke Unit del nostro Istituto. Metodi: I pazienti sono stati sottoposti ad un esame polisonnografico completo, volto a indagare i seguenti parametri: apnoea-hypopnea index (AHI), oxygen desaturation index (ODI), SaO2 media e SaO2 minima ed è stata effettuata una stadiazione delle fasi di sonno. E’ stata quindi effettuata una valutazione ecocolor doppler cardiaca volta ad analizzare i parametri relativi alla funzione cardiaca (FE), massa ventricolare sinistro (MVSI), parete posteriore (PP), setto interventricolare (SIV) e alle dimensioni dell’atrio sinistro. Risultati: Il nostro studio ha dimostrato che nella popolazione di pazienti affetti da ictus ischemico acuto la prevalenza delle apnee ostruttive in sonno è alta (61.9%). Questa condizione è maggiormente evidente nel sesso maschile (67% dei pazienti affetti da OSA). Nel contesto della popolazione in esame, i pazienti affetti da OSA presentano un incremento significativo (p<0.05) dei valori di MVSI.alt, MVSI.sc, PP, SIV e le dimensioni dell’atrio sinistro. La sottoanalisi volta ad indagare l’esistenza di una differenza nel rimodellamento cardiaco indotto dall’ OSA in relazione al genere ha confermato il dato in modo significativo solo per il sesso femminile, suggerendo l’ipotesi di una maggiore vulnerabilità agli effetti cardiovascolari nelle donne affette da OSA. Discussione e Conclusioni: Il nostro studio conferma il ruolo importante dell’OSA come fattore di rischio nell’ictus ischemico e nella genesi del danno d’organo. Lo studio dimostra infatti che i pazienti con ictus ischemico ed OSAS pur in assenza di alterazioni della funzione cardiaca hanno una compromissione vascolare e dell’ assetto cardiaco significativamente differente rispetto alla popolazione non OSAS.
(2014). Sindrome delle apnee nel sonno e danno cardio e cerebrovascolare. (Tesi di dottorato, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014).
Sindrome delle apnee nel sonno e danno cardio e cerebrovascolare
MATTALIANO, PAOLA
2014
Abstract
Obiettivi: l’obiettivo del nostro studio è verificare la presenza di una associazione tra apnee ostruttive in sonno (OSA) e la presenza di indici di danno d’organo, come ad esempio l’incremento della massa del ventricolo sinistro, le dimensioni dell’atrio e l’ intima-media thickness (IMT) della arterie carotidee in pazienti affetti da ictus ischemico. L’OSA costituisce un fattore di rischio indipendente per l’ictus ischemico. Sono tuttavia da chiarire i meccanismi che sostengono tale associazione. Materiali: Sono stati reclutati 130 pazienti (età media 69.7 + 11.7), affetti da ictus ischemico acuto consecutivamente afferiti alla Stroke Unit del nostro Istituto. Metodi: I pazienti sono stati sottoposti ad un esame polisonnografico completo, volto a indagare i seguenti parametri: apnoea-hypopnea index (AHI), oxygen desaturation index (ODI), SaO2 media e SaO2 minima ed è stata effettuata una stadiazione delle fasi di sonno. E’ stata quindi effettuata una valutazione ecocolor doppler cardiaca volta ad analizzare i parametri relativi alla funzione cardiaca (FE), massa ventricolare sinistro (MVSI), parete posteriore (PP), setto interventricolare (SIV) e alle dimensioni dell’atrio sinistro. Risultati: Il nostro studio ha dimostrato che nella popolazione di pazienti affetti da ictus ischemico acuto la prevalenza delle apnee ostruttive in sonno è alta (61.9%). Questa condizione è maggiormente evidente nel sesso maschile (67% dei pazienti affetti da OSA). Nel contesto della popolazione in esame, i pazienti affetti da OSA presentano un incremento significativo (p<0.05) dei valori di MVSI.alt, MVSI.sc, PP, SIV e le dimensioni dell’atrio sinistro. La sottoanalisi volta ad indagare l’esistenza di una differenza nel rimodellamento cardiaco indotto dall’ OSA in relazione al genere ha confermato il dato in modo significativo solo per il sesso femminile, suggerendo l’ipotesi di una maggiore vulnerabilità agli effetti cardiovascolari nelle donne affette da OSA. Discussione e Conclusioni: Il nostro studio conferma il ruolo importante dell’OSA come fattore di rischio nell’ictus ischemico e nella genesi del danno d’organo. Lo studio dimostra infatti che i pazienti con ictus ischemico ed OSAS pur in assenza di alterazioni della funzione cardiaca hanno una compromissione vascolare e dell’ assetto cardiaco significativamente differente rispetto alla popolazione non OSAS.File | Dimensione | Formato | |
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