"La forza non produce alcune diritto", ci spiegava Rousseau nel suo Contratto Sociale, dunque le convenzioni rimangano la base di ogni autorità legittima fra gli uomini. Il contratto sociale va rinnovato con ogni individuo che nasce; non può certo essere imposto, approfittando della disparità di forze fra l'età adulta e l'infanzia. Ma cosa vuol dire concretamente consentire al bambino di discutere con gli adulti per "convenire" i principi fondamentali dello stare insieme? È la domanda di questo volume, fatta propria da un'intera comunità che si é mobilitata per affermare i diritti dei bambini di oggi, di ieri e di ogni dove. Qui il lettore non troverà l'ennesima versione didatticista del tema dei diritti. Questa proposta a più voci - che raccoglie insegnanti, animatori, architetti, ricercatori, amministratori - nasce infatti da una riflessione critica sugli insegnamenti che coinvolgono la libertà e l'interiorità dell'uomo. Coerentemente con le premesse il diritto viene appreso nell'azione e affermato nel dialogo reciproco fra bambini e adulti; coinvolge l'ente locale, la scuola, la comunità, e genera molteplici percorsi di ricerca e comunicazione che interessano la riappropriazione e la riprogettazione dei luoghi di vita dei minori del loro paese, la possibilità di esprimersi in quanto soggetti comunicanti e di crescere ricercando le proprie verità, l'autostima e la difesa da tutte la forme di molestie anche sessuali, la ricerca di racconti, testimonianze e riflessioni delle altre generazioni, il confronto con condizioni e situazioni distanti, lontane, diverse. Il fondamento di tutti i diritti é il riconoscimento della soggettività: il diritto al libero pensiero e alla sua espressione. Può aver luogo solo se l'interlocutore, in questo caso l'adulto, non abusa della sua forza - anche di pensiero, anche di parola - ma concede al bambino uno spazio di ricerca su sé e sullo stato delle cose del mondo e si pone all'ascolto autentico di questa ricerca. Così l'adulto può imparare molto dal bambino e mantenere vivo in sé quello stesso spirito critico e di interrogazione. Conclude il testo un capitolo su Janus Korczak il medico pedagogista, direttore della casa degli orfani del Ghetto di Varsavia, che fu fra i primi promotori di una carta dei diritti dell'infanzia. Il presente volume é simbolicamente dedicato alla sua opera e ai suoi bambini da non dimenticare, poiché la consapevolezza del diritto va di pari passo con la tutela della memoria
Lazzarini, C., Mustacchi, C. (a cura di). (2004). Nell'orto dei diritti. Costruire insieme alle bambine e ai bambini rispetto e cittadinanza. Franco Angeli.
Nell'orto dei diritti. Costruire insieme alle bambine e ai bambini rispetto e cittadinanza
MUSTACCHI, CLAUDIO LUIGI ANGELO
2004
Abstract
"La forza non produce alcune diritto", ci spiegava Rousseau nel suo Contratto Sociale, dunque le convenzioni rimangano la base di ogni autorità legittima fra gli uomini. Il contratto sociale va rinnovato con ogni individuo che nasce; non può certo essere imposto, approfittando della disparità di forze fra l'età adulta e l'infanzia. Ma cosa vuol dire concretamente consentire al bambino di discutere con gli adulti per "convenire" i principi fondamentali dello stare insieme? È la domanda di questo volume, fatta propria da un'intera comunità che si é mobilitata per affermare i diritti dei bambini di oggi, di ieri e di ogni dove. Qui il lettore non troverà l'ennesima versione didatticista del tema dei diritti. Questa proposta a più voci - che raccoglie insegnanti, animatori, architetti, ricercatori, amministratori - nasce infatti da una riflessione critica sugli insegnamenti che coinvolgono la libertà e l'interiorità dell'uomo. Coerentemente con le premesse il diritto viene appreso nell'azione e affermato nel dialogo reciproco fra bambini e adulti; coinvolge l'ente locale, la scuola, la comunità, e genera molteplici percorsi di ricerca e comunicazione che interessano la riappropriazione e la riprogettazione dei luoghi di vita dei minori del loro paese, la possibilità di esprimersi in quanto soggetti comunicanti e di crescere ricercando le proprie verità, l'autostima e la difesa da tutte la forme di molestie anche sessuali, la ricerca di racconti, testimonianze e riflessioni delle altre generazioni, il confronto con condizioni e situazioni distanti, lontane, diverse. Il fondamento di tutti i diritti é il riconoscimento della soggettività: il diritto al libero pensiero e alla sua espressione. Può aver luogo solo se l'interlocutore, in questo caso l'adulto, non abusa della sua forza - anche di pensiero, anche di parola - ma concede al bambino uno spazio di ricerca su sé e sullo stato delle cose del mondo e si pone all'ascolto autentico di questa ricerca. Così l'adulto può imparare molto dal bambino e mantenere vivo in sé quello stesso spirito critico e di interrogazione. Conclude il testo un capitolo su Janus Korczak il medico pedagogista, direttore della casa degli orfani del Ghetto di Varsavia, che fu fra i primi promotori di una carta dei diritti dell'infanzia. Il presente volume é simbolicamente dedicato alla sua opera e ai suoi bambini da non dimenticare, poiché la consapevolezza del diritto va di pari passo con la tutela della memoriaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.