A partire dal secolo scorso si assiste a un cambiamento cruciale del modello di riferimento medico, si passa da un modello definito biologico o disease centred a uno definito biopsicosociale o patient centred (Balint, 1957; Jaspers, 1953; Engel, 1977). Ciò che differenzia i due modelli è l’importanza attribuita alla relazione con il paziente, che diventa pertanto anche oggetto di formazione nelle facoltà mediche (Virzì, 2007). Alcune ricerche americane (Haidet, Dains, Paterniti, Hechtel, Chang, Tseng e Rogers, 2002; Hojat, Mangione, Nasca, Rattner; Erdmann, Gonnella e Magee; 2004) però sottolineano che a un avanzamento nel percorso universitario, corrisponde una diminuzione dell’importanza attribuita agli aspetti relazionali del rapporto con il paziente e dei livelli di empatia, che insieme alla motivazione costituiscono alcuni degli elementi che costituiscono dell’intelligenza emotiva (Goleman, 2005), impalcatura di qualsiasi relazione. Spesso questo cambiamento viene associato all’esperienza di tirocinio nei reparti ospedalieri (Neumann, Friedrich, Tauschel, Fischer, Wirtz, Woopen, Haramati e Scheffer, 2011) . Questo studio ha lo scopo di verificare se l’esperienza di tirocinio ha un’influenza sull’atteggiamento verso i pazienti anche negli studenti italiani di medicina, sui loro livelli di empatia e sulla motivazione a fare medicina. Il protocollo di ricerca è costituito da due questionari self report, il Jefferson Scale Physician Empathy (Hojat et al., 2001) e il Patient Pratictioner Orientation Scale (Krupat, 2000) e da una domanda aperta sul perché hanno scelto di fare medicina. La ricerca è suddivisa in due studi. Il primo studio è svolto su 326 studenti frequentanti il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano Bicocca: 190 studenti hanno compilato il questionario durante il secondo anno, quindi senza esperienza di tirocinio in reparto, mentre 136 studenti hanno aderito alla ricerca durante il quinto anno di corso, quindi avendo esperienza di reparto. Il secondo studio prevede un disegno longitudinale: 40 soggetti hanno compilato il questionario al secondo anno e successivamente al quarto anno. Per il primo studio è stata svolta un’analisi multipla lineare, per il secondo è stata applicata l’analisi del T-test. L’esperienza di tirocinio non sembra influire sulle dimensioni prese in esame in questo studio. Le femmine sono maggiormente empatiche e attribuiscono maggiore importanza agli aspetti relazionali nella comunicazione con i pazienti rispetto ai colleghi maschi. A differenza di quanto evidenziato dagli studi americani, l’esperienza di tirocinio non sembra influenzare le dimensioni analizzate. Questo fenomeno potrebbe essere messo in relazione con un atteggiamento funzionale dei tutori a cui questi studenti si riferiscono durante il tirocinio e anche con il fatto che hanno la possibilità di riflettere su questi aspetti già durante il secondo anno di corso.
(2013). "Ars medica": dimensioni di personalità e percezione della professione medica in studenti di medicina. (Tesi di dottorato, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013).
"Ars medica": dimensioni di personalità e percezione della professione medica in studenti di medicina
CORRIAS, DEBORAH
2013
Abstract
A partire dal secolo scorso si assiste a un cambiamento cruciale del modello di riferimento medico, si passa da un modello definito biologico o disease centred a uno definito biopsicosociale o patient centred (Balint, 1957; Jaspers, 1953; Engel, 1977). Ciò che differenzia i due modelli è l’importanza attribuita alla relazione con il paziente, che diventa pertanto anche oggetto di formazione nelle facoltà mediche (Virzì, 2007). Alcune ricerche americane (Haidet, Dains, Paterniti, Hechtel, Chang, Tseng e Rogers, 2002; Hojat, Mangione, Nasca, Rattner; Erdmann, Gonnella e Magee; 2004) però sottolineano che a un avanzamento nel percorso universitario, corrisponde una diminuzione dell’importanza attribuita agli aspetti relazionali del rapporto con il paziente e dei livelli di empatia, che insieme alla motivazione costituiscono alcuni degli elementi che costituiscono dell’intelligenza emotiva (Goleman, 2005), impalcatura di qualsiasi relazione. Spesso questo cambiamento viene associato all’esperienza di tirocinio nei reparti ospedalieri (Neumann, Friedrich, Tauschel, Fischer, Wirtz, Woopen, Haramati e Scheffer, 2011) . Questo studio ha lo scopo di verificare se l’esperienza di tirocinio ha un’influenza sull’atteggiamento verso i pazienti anche negli studenti italiani di medicina, sui loro livelli di empatia e sulla motivazione a fare medicina. Il protocollo di ricerca è costituito da due questionari self report, il Jefferson Scale Physician Empathy (Hojat et al., 2001) e il Patient Pratictioner Orientation Scale (Krupat, 2000) e da una domanda aperta sul perché hanno scelto di fare medicina. La ricerca è suddivisa in due studi. Il primo studio è svolto su 326 studenti frequentanti il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano Bicocca: 190 studenti hanno compilato il questionario durante il secondo anno, quindi senza esperienza di tirocinio in reparto, mentre 136 studenti hanno aderito alla ricerca durante il quinto anno di corso, quindi avendo esperienza di reparto. Il secondo studio prevede un disegno longitudinale: 40 soggetti hanno compilato il questionario al secondo anno e successivamente al quarto anno. Per il primo studio è stata svolta un’analisi multipla lineare, per il secondo è stata applicata l’analisi del T-test. L’esperienza di tirocinio non sembra influire sulle dimensioni prese in esame in questo studio. Le femmine sono maggiormente empatiche e attribuiscono maggiore importanza agli aspetti relazionali nella comunicazione con i pazienti rispetto ai colleghi maschi. A differenza di quanto evidenziato dagli studi americani, l’esperienza di tirocinio non sembra influenzare le dimensioni analizzate. Questo fenomeno potrebbe essere messo in relazione con un atteggiamento funzionale dei tutori a cui questi studenti si riferiscono durante il tirocinio e anche con il fatto che hanno la possibilità di riflettere su questi aspetti già durante il secondo anno di corso.File | Dimensione | Formato | |
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