Calvino è stato promosso a grande classico della narrativa del secondo Novecento negli anni che vanno da Se una notte d’inverno alle postume Lezioni americane, dopo essere stato considerato a lungo uno scrittore brillante ma atipico, non rappresentativo dei valori e delle tendenze del panorama letterario nazionale. Ma se oggi la sua opera sembra prestarsi perfino a riassumere mezzo secolo della nostra cultura letteraria, l’aspetto decisivo della sua attività rimane la molteplicità inquieta degli approcci, delle prospettive, delle sperimentazioni. Questo libro propone sull’opera di Calvino una serie di riflessioni trasversali, volte a individuare, all’interno di una vocazione plurale e mutevole, da un lato le principali direttrici, gli schemi e i temi ricorrenti, le costanti stilistiche (le “linee”, o, se vogliamo, le nervature); dall’altro, gli abbozzi, i progetti interrotti, i libri incompiuti. Temperamento esplorativo e interrogativo, Calvino è sempre incline a porsi “ai margini”: per indagare i confini della letteratura, per ragionare sul senso della propria esperienza, per valorizzare il dialogo con il lettore. Il cap. XI, inedito (C. e i sacrifici umani) parte dall’analisi della Decapitazione dei capi per connettere il tema dell’utopia politica all’antropologia pavesiana (riferimento capitale, Il ramo d’oro di Frazer), sottolineando da un lato la paura ossessiva per gli incendi (immagine sempre distruttiva, mai purificatrice), dall’altro l’ambigua fascinazione per il cannibalismo come metafora dell’appropriazione del mondo (Sotto il Sole giaguaro). Sono successivi al 2004 anche i capitoli VI e IX.
Barenghi, M. (2007). Italo Calvino, le linee e i margini. Bologna : Il Mulino.
Italo Calvino, le linee e i margini
BARENGHI, MARIO LUIGI
2007
Abstract
Calvino è stato promosso a grande classico della narrativa del secondo Novecento negli anni che vanno da Se una notte d’inverno alle postume Lezioni americane, dopo essere stato considerato a lungo uno scrittore brillante ma atipico, non rappresentativo dei valori e delle tendenze del panorama letterario nazionale. Ma se oggi la sua opera sembra prestarsi perfino a riassumere mezzo secolo della nostra cultura letteraria, l’aspetto decisivo della sua attività rimane la molteplicità inquieta degli approcci, delle prospettive, delle sperimentazioni. Questo libro propone sull’opera di Calvino una serie di riflessioni trasversali, volte a individuare, all’interno di una vocazione plurale e mutevole, da un lato le principali direttrici, gli schemi e i temi ricorrenti, le costanti stilistiche (le “linee”, o, se vogliamo, le nervature); dall’altro, gli abbozzi, i progetti interrotti, i libri incompiuti. Temperamento esplorativo e interrogativo, Calvino è sempre incline a porsi “ai margini”: per indagare i confini della letteratura, per ragionare sul senso della propria esperienza, per valorizzare il dialogo con il lettore. Il cap. XI, inedito (C. e i sacrifici umani) parte dall’analisi della Decapitazione dei capi per connettere il tema dell’utopia politica all’antropologia pavesiana (riferimento capitale, Il ramo d’oro di Frazer), sottolineando da un lato la paura ossessiva per gli incendi (immagine sempre distruttiva, mai purificatrice), dall’altro l’ambigua fascinazione per il cannibalismo come metafora dell’appropriazione del mondo (Sotto il Sole giaguaro). Sono successivi al 2004 anche i capitoli VI e IX.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.