L’infezione cronica da virus dell’epatite C (HCV) è la più frequente causa di cirrosi e di epatocarcinoma nel mondo e rappresenta la più comune indicazione per il trapianto di fegato[1]. La recidiva dell’infezione da HCV dopo trapianto di fegato si verifica quasi universalmente ed è responsabile dello sviluppo di cirrosi nel 30% dei riceventi dopo 5 anni dal trapianto associandosi a elevati tassi di mortalità [1,2]. Il ritrapianto (RT) rappresenta l’unica opzione terapeutica per ottenere la sopravvivenza a lungo termine in pazienti con cirrosi scompensata dopo trapianto di fegato (LT) primario [3]. Inoltre è generalmente riconosciuto che la progressione verso la cirrosi è più veloce dopo RT che dopo LT, soprattutto nei pazienti con recidiva severa (epatite colestatica, rigetto entro il primo anno). Le percentuali di sopravvivenza del paziente e dell’organo dopo RT sono inferiori a quelle dopo LT primario e sono associati a costi più elevati[3].
Bruno, R., Ciancio, A., Fagiuoli, S. (2014). Strategie terapeutiche nella gestione del paziente con epatite cronica HCV-correlata [Working paper].
Strategie terapeutiche nella gestione del paziente con epatite cronica HCV-correlata
Bruno, R;Fagiuoli, S
2014
Abstract
L’infezione cronica da virus dell’epatite C (HCV) è la più frequente causa di cirrosi e di epatocarcinoma nel mondo e rappresenta la più comune indicazione per il trapianto di fegato[1]. La recidiva dell’infezione da HCV dopo trapianto di fegato si verifica quasi universalmente ed è responsabile dello sviluppo di cirrosi nel 30% dei riceventi dopo 5 anni dal trapianto associandosi a elevati tassi di mortalità [1,2]. Il ritrapianto (RT) rappresenta l’unica opzione terapeutica per ottenere la sopravvivenza a lungo termine in pazienti con cirrosi scompensata dopo trapianto di fegato (LT) primario [3]. Inoltre è generalmente riconosciuto che la progressione verso la cirrosi è più veloce dopo RT che dopo LT, soprattutto nei pazienti con recidiva severa (epatite colestatica, rigetto entro il primo anno). Le percentuali di sopravvivenza del paziente e dell’organo dopo RT sono inferiori a quelle dopo LT primario e sono associati a costi più elevati[3].File | Dimensione | Formato | |
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