Il volume indaga lo sviluppo del principio di autonomia nella teoria e nelle prassi del regionalismo italiano, con lo scopo di dimostrare quanto oggi risulti difficile individuare un modello preciso per l'Italia. Il regionalismo, infatti, è sempre stato considerato come fattore strumentale al perseguimento di obiettivi estranei all'autonomia, senza peraltro trovare adeguato riscontro nel concreto assetto dei rapporti tra centro e periferia. Le motivazioni di tale difficoltà, di natura storica e, soprattutto, politica, si possono rintracciare ripercorrendo le tappe del movimento regionalista: dal periodo risorgimentale di formazione dello Stato italiano alla Costituente; dalla lunga fase di inattuazione delle Regioni alle riforme costituzionali del 1999 e del 2001 e, da ultimo, alla recente proposta di controriforma dell'ottobre 2012. Dal quadro attuale emerge dunque un diritto regionale "confuso", immagine sbiadita e stravolta del disegno realizzato a grandi linee - e frettolosamente - con la modifica del Titolo V della Costituzione. La realtà dimostra che, per valorizzare effettivamente il principio di autonomia regionale, occorrerà prima un grande cambiamento culturale nella classe dirigente italiana. Se ciò non accadrà, il regionalismo sarà destinato a rimanere ancora a lungo alla ricerca di un valido modello.
Candido, A. (2012). Confini mobili : principio autonomista nei modelli teorici e nelle prassi del regionalismo italiano. ITA : Giuffrè Editore.
Confini mobili : principio autonomista nei modelli teorici e nelle prassi del regionalismo italiano
Candido, Alessandro
2012
Abstract
Il volume indaga lo sviluppo del principio di autonomia nella teoria e nelle prassi del regionalismo italiano, con lo scopo di dimostrare quanto oggi risulti difficile individuare un modello preciso per l'Italia. Il regionalismo, infatti, è sempre stato considerato come fattore strumentale al perseguimento di obiettivi estranei all'autonomia, senza peraltro trovare adeguato riscontro nel concreto assetto dei rapporti tra centro e periferia. Le motivazioni di tale difficoltà, di natura storica e, soprattutto, politica, si possono rintracciare ripercorrendo le tappe del movimento regionalista: dal periodo risorgimentale di formazione dello Stato italiano alla Costituente; dalla lunga fase di inattuazione delle Regioni alle riforme costituzionali del 1999 e del 2001 e, da ultimo, alla recente proposta di controriforma dell'ottobre 2012. Dal quadro attuale emerge dunque un diritto regionale "confuso", immagine sbiadita e stravolta del disegno realizzato a grandi linee - e frettolosamente - con la modifica del Titolo V della Costituzione. La realtà dimostra che, per valorizzare effettivamente il principio di autonomia regionale, occorrerà prima un grande cambiamento culturale nella classe dirigente italiana. Se ciò non accadrà, il regionalismo sarà destinato a rimanere ancora a lungo alla ricerca di un valido modello.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.