Questo report presenta i risultati del progetto triennale intitolato “Lo sviluppo delle competenze non cognitive negli studenti trentini”, promosso da Dipartimento Istruzione e Cultura della Provincia autonoma di Trento e IPRASE1 in collaborazione con il CRISP2 dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Il progetto, avviato nel 2017, si proponeva di rispondere alle seguenti domande per il contesto Trentino: cosa sono le competenze non cognitive e quali sono le loro peculiarità? È possibile “svilupparle” durante l’esperienza scolastica? Se sì, come? Come possono essere valutate e certificate tali competenze per contribuire allo sviluppo complessivo degli studenti trentini? E come inserire la valorizzazione di queste particolari competenze all’interno delle politiche scolastiche locali per il futuro? La ricerca si inserisce all’interno dell’ampio dibattito interdisciplinare che si è sviluppato negli ultimi decenni relativamente alla possibilità di considerare altre tipologie di caratteristiche individuali, oltre alle tradizionali di natura “accademica” e cognitiva, per spiegare il successo formativo e, più in generale, l’acquisizione dello status di cittadino adulto, responsabile e attivo partecipante nella vita quotidiana. Un nuovo approccio, che integra la precedente definizione, sottolinea che il capitale umano è legato anche a quegli aspetti che prendono il nome di competenze non cognitive, soft skills, non cognitive skills o character skills: tratti di personalità innati e formati dall’interazione con l’ambiente, che condizionano l’apprendimento e le abilità lavorative e possono cambiare in maniera significativa nel corso dell’esistenza di un individuo. La provincia di Trento è un’area di particolare sviluppo economico, omogenea sotto il profilo sociale e demografico e gli studenti delle sue scuole medie raggiungono i risultati più elevati in Italia nel test internazionale OCSE-PISA e tra i più elevati in assoluto nell’ambito dell’OCSE stesso Il campione di ricerca è costituito da oltre 5.000 giovani, ossia l’insieme degli studenti delle 58 scuole trentine che nel 2017-2018 frequentavano la terza media. Le domande di ricerca sono due. Primo, le competenze non cognitive determinano un miglioramento delle competenze cognitive, misurate dai risultati scolastici? Secondo, possiamo affermare, in termini causali, che opportuni programmi educativi incrementano le competenze non cognitive?
Vittadini, G., Sturaro, C., Folloni, G. (2021). LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE COGNITIVE E NON COGNITIVE NEGLI STUDENTI TRENTINI [Working paper del dipartimento].
LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE COGNITIVE E NON COGNITIVE NEGLI STUDENTI TRENTINI
Vittadini, G
Primo
Membro del Collaboration Group
;
2021
Abstract
Questo report presenta i risultati del progetto triennale intitolato “Lo sviluppo delle competenze non cognitive negli studenti trentini”, promosso da Dipartimento Istruzione e Cultura della Provincia autonoma di Trento e IPRASE1 in collaborazione con il CRISP2 dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Il progetto, avviato nel 2017, si proponeva di rispondere alle seguenti domande per il contesto Trentino: cosa sono le competenze non cognitive e quali sono le loro peculiarità? È possibile “svilupparle” durante l’esperienza scolastica? Se sì, come? Come possono essere valutate e certificate tali competenze per contribuire allo sviluppo complessivo degli studenti trentini? E come inserire la valorizzazione di queste particolari competenze all’interno delle politiche scolastiche locali per il futuro? La ricerca si inserisce all’interno dell’ampio dibattito interdisciplinare che si è sviluppato negli ultimi decenni relativamente alla possibilità di considerare altre tipologie di caratteristiche individuali, oltre alle tradizionali di natura “accademica” e cognitiva, per spiegare il successo formativo e, più in generale, l’acquisizione dello status di cittadino adulto, responsabile e attivo partecipante nella vita quotidiana. Un nuovo approccio, che integra la precedente definizione, sottolinea che il capitale umano è legato anche a quegli aspetti che prendono il nome di competenze non cognitive, soft skills, non cognitive skills o character skills: tratti di personalità innati e formati dall’interazione con l’ambiente, che condizionano l’apprendimento e le abilità lavorative e possono cambiare in maniera significativa nel corso dell’esistenza di un individuo. La provincia di Trento è un’area di particolare sviluppo economico, omogenea sotto il profilo sociale e demografico e gli studenti delle sue scuole medie raggiungono i risultati più elevati in Italia nel test internazionale OCSE-PISA e tra i più elevati in assoluto nell’ambito dell’OCSE stesso Il campione di ricerca è costituito da oltre 5.000 giovani, ossia l’insieme degli studenti delle 58 scuole trentine che nel 2017-2018 frequentavano la terza media. Le domande di ricerca sono due. Primo, le competenze non cognitive determinano un miglioramento delle competenze cognitive, misurate dai risultati scolastici? Secondo, possiamo affermare, in termini causali, che opportuni programmi educativi incrementano le competenze non cognitive?File | Dimensione | Formato | |
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