Il volume dà conto della complessità che accompagna la costruzione storico-sociale della mascolinità in Italia. L'ottica utilizzata per mettere in relazione mito e realtà è interdisciplinare e dinamica: si tratta, in effetti, di un dialogo fecondo tra storia, letteratura, geografia, sociologia, demografia, antropologia. I contributi di autori e autrici mettono bene in evidenza che il mito della mascolinità italiana, le sue forme, i suoi confini, le sue debolezze, è comprensibile solo alla luce di un complesso percorso di costruzione sociale e culturale che passa attraverso nodi alquanto critici. Basti riflettere, innanzitutto, sulla costruzione caricaturale della mascolinità in epoca fascista: esaltazione retorica della forza e del coraggio del soldato-guerriero; rappresentazione dell'eroismo muscolare e aggressivo; celebrazione del legame tra virilità e prole; rinforzo dei confini fra maschile e femminile; affermazione di una mascolinità esasperata, misogina e omofobica. Poi sulla sconfitta e umiliazione della guerra, sulla conseguente crisi delle identità maschili nel dopoguerra, sul difficile rapporto con l'ascesa femminile nella vita pubblica. Nel tempo, sollecitazioni e sfide si sono moltiplicate: pensiamo al mutamento delle identità di genere e dei corsi di vita, in particolare di quelli femminili; ai processi di ridefinizione radicale del mondo del lavoro (disoccupazione; occupazione temporanea, irregolare, a basso reddito); a globalizzazione e secolarizzazione; all'incontro (forzato) con nuove culture e nuove mascolinità (migranti, non eterosessuali, transgender, transessuali); alla sfida posta dalla complessificazione del ruolo paterno.
Saraceno, C., dell'Agnese, E., Ruspini, E., Sinigaglia, E., Bracco, B., Boni, F., et al. (2007). Mascolinità all'italiana. Costruzioni, narrazioni, mutamenti (E. Dell'Agnese, E. Ruspini, a cura di). Torino : Utet.
Mascolinità all'italiana. Costruzioni, narrazioni, mutamenti
DELL'AGNESE, ELENA;RUSPINI, ELISABETTA
2007
Abstract
Il volume dà conto della complessità che accompagna la costruzione storico-sociale della mascolinità in Italia. L'ottica utilizzata per mettere in relazione mito e realtà è interdisciplinare e dinamica: si tratta, in effetti, di un dialogo fecondo tra storia, letteratura, geografia, sociologia, demografia, antropologia. I contributi di autori e autrici mettono bene in evidenza che il mito della mascolinità italiana, le sue forme, i suoi confini, le sue debolezze, è comprensibile solo alla luce di un complesso percorso di costruzione sociale e culturale che passa attraverso nodi alquanto critici. Basti riflettere, innanzitutto, sulla costruzione caricaturale della mascolinità in epoca fascista: esaltazione retorica della forza e del coraggio del soldato-guerriero; rappresentazione dell'eroismo muscolare e aggressivo; celebrazione del legame tra virilità e prole; rinforzo dei confini fra maschile e femminile; affermazione di una mascolinità esasperata, misogina e omofobica. Poi sulla sconfitta e umiliazione della guerra, sulla conseguente crisi delle identità maschili nel dopoguerra, sul difficile rapporto con l'ascesa femminile nella vita pubblica. Nel tempo, sollecitazioni e sfide si sono moltiplicate: pensiamo al mutamento delle identità di genere e dei corsi di vita, in particolare di quelli femminili; ai processi di ridefinizione radicale del mondo del lavoro (disoccupazione; occupazione temporanea, irregolare, a basso reddito); a globalizzazione e secolarizzazione; all'incontro (forzato) con nuove culture e nuove mascolinità (migranti, non eterosessuali, transgender, transessuali); alla sfida posta dalla complessificazione del ruolo paterno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.