Milano è luogo di rifugio, transito e residenza di richiedenti asilo, ma è anche una città che spinge a nuove vie di fuga a causa delle condizioni di vulnerabilità e precarietà in cui si trova a vivere chi cerca accoglienza. La vasta ed eterogenea umanità che attende il vaglio della propria domanda, che ha ottenuto un visto di protezione umanitaria o lo status di rifugiato, vive spesso in un’ampia zona grigia. I suoi punti di vista e le sue percezioni sull’Italia e Milano sono segnati da una situazione liminale e ambivalente: tra la necessità di nascondersi e la volontà di essere riconosciuti, tra la ricerca di autonomia e la dipendenza dall’assistenza, tra la discrezionalità delle istituzioni italiane e le reti di auto-aiuto. C’è una pluralità di rifugi, a Milano, con un’eterogeneità di cause della fuga e modalità diverse di approdare e orientarsi in Italia. Chi cerca un rifugio connette Milano, nella vita quotidiana, a molteplici località e rimanda ad altri continenti, conflitti, appartenenze culturali e comunità. Allo stesso tempo, questo studio etnografico sui rifugiati parla a noi e di noi: i loro percorsi riflettono le nostre difficoltà di fronte alle dinamiche globali ed evidenziano il nostro disorientamento nel “riconoscere” e conoscere chi cerca protezione. L’intento di avvicinarsi allo sguardo dei richiedenti asilo mostra, d’altro canto, le molteplici risorse di uomini e donne, i loro tentativi di riconquistare una fragile autonomia, di riattivare reti transnazionali o milanesi e di ricostruire un senso di casa.
Armelloni, M., Ciabarri, L., Dangelo, L., Pinelli, B. (2008). Rifugio Milano. Vie di fuga e vita quotidiana dei richiedenti asilo (M. Van Aken, a cura di). Napoli : Carta.
Rifugio Milano. Vie di fuga e vita quotidiana dei richiedenti asilo
Van Aken, MI
2008
Abstract
Milano è luogo di rifugio, transito e residenza di richiedenti asilo, ma è anche una città che spinge a nuove vie di fuga a causa delle condizioni di vulnerabilità e precarietà in cui si trova a vivere chi cerca accoglienza. La vasta ed eterogenea umanità che attende il vaglio della propria domanda, che ha ottenuto un visto di protezione umanitaria o lo status di rifugiato, vive spesso in un’ampia zona grigia. I suoi punti di vista e le sue percezioni sull’Italia e Milano sono segnati da una situazione liminale e ambivalente: tra la necessità di nascondersi e la volontà di essere riconosciuti, tra la ricerca di autonomia e la dipendenza dall’assistenza, tra la discrezionalità delle istituzioni italiane e le reti di auto-aiuto. C’è una pluralità di rifugi, a Milano, con un’eterogeneità di cause della fuga e modalità diverse di approdare e orientarsi in Italia. Chi cerca un rifugio connette Milano, nella vita quotidiana, a molteplici località e rimanda ad altri continenti, conflitti, appartenenze culturali e comunità. Allo stesso tempo, questo studio etnografico sui rifugiati parla a noi e di noi: i loro percorsi riflettono le nostre difficoltà di fronte alle dinamiche globali ed evidenziano il nostro disorientamento nel “riconoscere” e conoscere chi cerca protezione. L’intento di avvicinarsi allo sguardo dei richiedenti asilo mostra, d’altro canto, le molteplici risorse di uomini e donne, i loro tentativi di riconquistare una fragile autonomia, di riattivare reti transnazionali o milanesi e di ricostruire un senso di casa.File | Dimensione | Formato | |
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