L'educazione antica e il confronto con l'altro. Supplici, esuli, ospiti, nemici in alcuni testi della cultura greca antica

The volume aims to investigate the relationship with the xenos (guest, foreigner, enemy, exile), within ancient Greek culture, through the analysis of the Homeric texts and texts of some tragedies of the classical era. The precept of respect for the guest is identified as a fundamental value, in addition to the areté, within archaic education. Subsequently, the analysis shows the construction of the stereotype of the foreigner as "barbarian": this word initially indicates the one who occupies a different space from the geographical, political and social point of view; then the term takes on a derogatory meaning. The essay shows how this stereotype was a fundamental part of the education of citizens in the classical era and how it contributed to the educational ideal of the citizen and to real rhetoric of democracy, through the complex messages of the tragedies of Aeschylus. Subsequently, the reflection on some tragedies of Euripides shows instead how the disintegration of the Greek / barbarian polarity has involved very profound questions on citizenship, on education, on the effectiveness of the training path; this process involves a radical proposal and a revision of the categories on which to base the relationship between us and others.

Il volume si propone di indagare la relazione con lo xenos (ospite, straniero, nemico, esule), all’interno della cultura greca antica, attraverso l’analisi dei testi omerici e dei testi di alcune tragedie di epoca classica. Il precetto del rispetto dell’ospite è individuato come valore fondamentale, oltre all’areté guerriera, all’interno dell’educazione arcaica. In seguito, l’analisi mostra la costruzione dello stereotipo dello straniero come “barbaro”, nel senso inizialmente di colui che occupa uno spazio differente dal punto di vista geografico, politico e sociale, poi in senso dispregiativo, e mostra quanto tale costruzione abbia innervato l’educazione dei cittadini in epoca classica e abbia contribuito al consolidamento dell’ideale formativo del cittadino e ad una vera e proprio retorica della democrazia, attraverso i messaggi complessi delle tragedie di Eschilo. Successivamente, la riflessione su alcune tragedie di Euripide mostra invece come la disgregazione della polarità greco/barbaro abbia comportato interrogativi molto profondi sulla cittadinanza, sull’educazione, sull’efficacia del percorso formativo stesso, fino a sfociare in una proposta radicale, di revisione delle categorie sulle quali fondare la relazione noi/altri.